Come Entrare nelle Forze Speciali Italiane: Requisiti, Selezione e Reparti d’Élite

da | 24 Apr 2025 | Arruolamento, Esercito Italiano, Lavori da fare

Entrare nelle Forze Speciali italiane non è per tutti. È una sfida che richiede forza, resilienza, mente lucida e una determinazione incrollabile. Chi riesce a superare le durissime selezioni e l’addestramento intensivo, entra a far parte di un mondo riservato a pochi: quello degli operatori d’élite che svolgono missioni delicate, ad altissimo rischio e spesso coperte da riservatezza.

In Italia esistono diversi reparti speciali all’interno di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, ciascuno con caratteristiche uniche ma uniti da un’unica filosofia: eccellere in ogni condizione operativa. Che tu sogni di diventare un Incursore del Col Moschin, un Fuciliere del San Marco, un Incursore del COMSUBIN o un operatore del GIS, qui troverai tutto ciò che serve per iniziare.

In questa guida completa ti spieghiamo come accedere alle Forze Speciali, quali sono i requisiti fisici e psicologici, in cosa consistono le prove selettive, come si struttura l’addestramento e quali opportunità offre la carriera in questi reparti d’élite. Se il tuo obiettivo è servire con onore tra i migliori, questo è il punto di partenza.

Indice

1. Cosa Sono le Forze Speciali Italiane

Le Forze Speciali italiane rappresentano l’élite operativa delle Forze Armate, composte da militari altamente addestrati per svolgere missioni complesse, rischiose e ad alto valore strategico. Non sono reparti convenzionali, ma unità selezionate con criteri estremamente rigidi e preparate per operare in condizioni estreme, spesso dietro le linee nemiche o in ambienti non convenzionali.

A differenza delle truppe regolari, gli operatori delle Forze Speciali sono formati per agire con autonomia tattica, rapidità e precisione chirurgica, sfruttando tecnologie avanzate, tecniche di combattimento evolute e una preparazione mentale fuori dal comune.

a) Definizione e differenze con le forze convenzionali

Le Forze Speciali si distinguono dalle forze convenzionali sotto molti aspetti: organizzazione, addestramento, selezione, missioni e capacità operative. Mentre un reparto convenzionale ha compiti più ampi e standardizzati, le Forze Speciali operano in piccoli team altamente specializzati, con elevatissimo livello di preparazione fisica e tecnica.

Le differenze principali sono:

  • Accesso selettivo: solo pochi candidati superano le durissime selezioni iniziali;
  • Addestramento avanzato e continuo, spesso in collaborazione con reparti NATO o alleati;
  • Capacità di operare in autonomia e in ambienti ostili (deserto, mare, montagna, giungla, aree urbane);
  • Flessibilità operativa: interventi rapidi, silenziosi e spesso segreti;
  • Discrezione assoluta: molte missioni non vengono rese pubbliche per motivi di sicurezza nazionale.

I membri delle Forze Speciali sono militari esperti e selezionati che agiscono su ordine diretto del vertice militare o politico, spesso in contesti di crisi, operazioni di peacekeeping, azioni contro il terrorismo o liberazione di ostaggi.

b) Compiti principali: antiterrorismo, intelligence, incursioni

I compiti delle Forze Speciali italiane sono molteplici, ma si concentrano su azioni ad alta complessità strategica, dove è necessario un intervento rapido, preciso e con il minimo margine di errore. Tra i principali rientrano:

  • Operazioni antiterrorismo, sia in Italia che all’estero, per neutralizzare minacce prima che colpiscano;
  • Ricognizione speciale: infiltrazione silenziosa in territorio ostile per raccogliere informazioni sensibili;
  • Liberazione di ostaggi e protezione di personalità ad alto rischio;
  • Supporto a missioni NATO o internazionali in aree di guerra o crisi geopolitiche;
  • Azioni di sabotaggio o incursioni dirette, rapide e mirate;
  • Difesa delle infrastrutture critiche e delle ambasciate in territori instabili.

Ogni missione richiede competenze specifiche, sangue freddo e capacità di adattamento. Le Forze Speciali non solo combattono, ma spesso anticipano le minacce, intervenendo prima che diventino un pericolo reale.

c) Requisiti comuni a tutti i reparti speciali

Accedere alle Forze Speciali italiane non è possibile per chiunque. Anche se ogni reparto ha criteri e iter propri, esistono dei requisiti comuni che ogni aspirante operatore deve possedere, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il percorso di selezione è progettato per individuare solo i candidati più motivati, equilibrati e preparati, capaci di operare sotto pressione e in condizioni estreme.

Ecco i requisiti fondamentali richiesti da tutti i reparti speciali:

  • Eccellente condizione fisica: è la base. Resistenza, forza, agilità e rapidità sono essenziali. I test fisici prevedono corsa, trazioni, nuoto, flessioni, marce zavorrate e circuiti ad alta intensità.
  • Salute mentale e stabilità emotiva: le missioni speciali richiedono nervi saldi, lucidità decisionale e autocontrollo assoluto. Ansia, reazioni impulsive o fragilità emotiva sono incompatibili con il profilo richiesto.
  • Spirito di sacrificio e determinazione: le selezioni sono estremamente dure e mettono a dura prova la volontà del candidato. Solo chi ha una motivazione profonda riesce a completare l’iter.
  • Predisposizione al lavoro in team: le Forze Speciali operano sempre in piccoli gruppi coesi. La capacità di cooperare, fidarsi dei compagni e comunicare in modo efficiente è indispensabile.
  • Capacità di adattamento: l’operatore speciale deve essere pronto a cambiare scenario operativo da un giorno all’altro: da una giungla a un deserto, da una missione navale a una urbana.
  • Assenza di precedenti penali o procedimenti disciplinari gravi: il profilo morale deve essere impeccabile, perché si entra a far parte di un’élite sotto costante osservazione.

Inoltre, è essenziale aver già intrapreso la carriera militare. L’accesso alle Forze Speciali avviene generalmente dopo l’arruolamento come VFP1, VFP4 o tramite i concorsi per ufficiali e sottufficiali, a seconda del corpo di appartenenza (Esercito, Marina, Aeronautica o Carabinieri).

In sintesi, per entrare nelle Forze Speciali italiane non basta essere in forma o avere una buona preparazione scolastica. Servono resilienza, disciplina e una vocazione totale al servizio, elementi che fanno la differenza tra chi si presenta… e chi riesce davvero a far parte dell’élite.

2. Reparti Speciali dell’Esercito Italiano

L’Esercito Italiano vanta alcuni tra i reparti speciali più famosi e selettivi d’Europa. Queste unità sono chiamate a operare in scenari critici, svolgendo missioni complesse come incursioni, antiterrorismo, supporto a operazioni NATO, liberazione ostaggi e azioni di ricognizione speciale in profondità. Le due principali unità operative delle Forze Speciali dell’Esercito sono il 9º Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” e il 4º Reggimento Alpini Paracadutisti “Monte Cervino” (Ranger).

a) 9º Reggimento Col Moschin

Il Col Moschin è l’unico reparto permanente di Forze Speciali dell’Esercito, inserito nel Comando delle Forze Speciali (COMFOSE) e parte integrante del COFS (Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali). Si tratta del reparto d’élite per eccellenza, erede degli Arditi della Prima Guerra Mondiale.

Gli operatori del Col Moschin sono esperti in:

  • Incursioni in profondità
  • Azioni antiterrorismo
  • Ricognizioni avanzate
  • Sabotaggi e guerriglia non convenzionale
  • Interventi in ambiente urbano, montano, desertico, marittimo e giungla

Il processo di selezione è tra i più difficili in assoluto: solo una minima parte dei candidati arriva a vestire il basco color sabbia, simbolo del reparto.

b) Reggimento Ranger

Il 4º Reggimento Alpini Paracadutisti “Monte Cervino”, noto come Reggimento Ranger, è un reparto di Forze per Operazioni Speciali (FOS), con capacità avanzate in contesti ostili e non convenzionali. È una delle poche unità al mondo capaci di operare in alta montagna, su terreni innevati e ghiacciati, ma anche in teatri internazionali caldi e desertici.

I Ranger italiani sono specialisti in:

  • Combattimento in ambiente montano
  • Paracadutismo operativo
  • Azioni rapide e offensive dietro le linee nemiche
  • Supporto avanzato ad altre unità speciali

Il loro addestramento include corsi specifici di sopravvivenza, alpinismo estremo, resistenza in condizioni estreme e impiego di armi speciali.

c) Come accedere da civile o da militare

Accedere alle Forze Speciali dell’Esercito Italiano non è immediato, specialmente per un civile. Tuttavia, esiste un percorso ben definito:

  • Da civile, la via più diretta è arruolarsi come VFP1 (Volontario in Ferma Prefissata di 1 anno) nell’Esercito tramite bando di concorso. Una volta assegnato a un reparto e dimostrata una condotta esemplare, si può fare domanda per accedere alle selezioni interne per i reparti speciali (Col Moschin o Ranger).
  • Da militare in servizio, è possibile accedere alle selezioni qualora si rientri nei criteri richiesti dal bando interno. I candidati affrontano un iter selettivo durissimo, che prevede:
    • Test fisici di altissimo livello
    • Valutazioni psicologiche e attitudinali
    • Addestramenti progressivi con prove sotto stress
    • Periodi di “scrematura” che puntano a eliminare chiunque non abbia la piena idoneità operativa

È richiesta anche una ferma volontaria di lunga durata (VFP4, VSP o truppa in servizio permanente) per poter intraprendere la carriera nelle Forze Speciali e sostenere l’intero ciclo formativo.

In entrambi i casi, ciò che fa la differenza è la determinazione mentale, la resilienza e la disponibilità a vivere secondo i ritmi e la disciplina dell’élite militare.

3. Reparti Speciali della Marina Militare

Tra le unità più temute e rispettate nel panorama internazionale delle forze speciali, spicca il COMSUBIN – Comando Subacquei e Incursori della Marina Militare Italiana. Questo reparto rappresenta l’eccellenza assoluta nell’ambito delle operazioni navali, subacquee e anfibie. Le sue due anime operative – Incursori e Palombari – svolgono compiti completamente diversi, ma entrambi richiedono una selezione durissima e una preparazione al limite della resistenza umana.

a) COMSUBIN – Incursori e Palombari

Il Gruppo Operativo Incursori (G.O.I.) è l’élite degli incursori marittimi italiani. Gli operatori di questo reparto si addestrano per condurre:

  • Infiltrazioni via mare, cielo e terra
  • Azioni clandestine di sabotaggio
  • Ricognizioni avanzate in territorio ostile
  • Recupero ostaggi e operazioni antiterrorismo
  • Azioni notturne e in ambienti estremi (grotte marine, acque gelide, navi nemiche)

Gli Incursori sono conosciuti per la loro capacità di agire in assoluto silenzio, anche in solitaria, con il supporto minimo e in autonomia totale. Indossano il celebre basco verde, simbolo della loro appartenenza a un reparto che richiede eccellenza fisica e mentale.

I Palombari, invece, operano in scenari completamente diversi. Si occupano di:

  • Bonifica subacquea di ordigni esplosivi (EOD)
  • Interventi tecnici in profondità
  • Operazioni di salvataggio e recupero
  • Manutenzione di infrastrutture subacquee militari e civili

Anche il percorso dei Palombari è durissimo, con formazione tecnica e operativa avanzata, svolta presso la Scuola Subacquei del Varignano, sede storica del COMSUBIN.

b) Addestramento estremo e selezione

Il processo selettivo per entrare negli Incursori del COMSUBIN è uno dei più difficili al mondo. È chiamato “Fase di Selezione Iniziale” (FSI) e ha l’obiettivo di testare la determinazione, la capacità di resistenza allo stress e l’attitudine mentale del candidato.

I punti chiave:

  • Test fisici durissimi (nuoto, apnea, corsa, trazioni, esercizi a corpo libero, marce zavorrate)
  • Prove psicologiche e valutazioni attitudinali continue
  • Addestramento in condizioni di fatica estrema e mancanza di sonno
  • Immersioni in acque fredde, ambienti claustrofobici e esercitazioni notturne
  • Test di sopravvivenza e capacità decisionale sotto pressione

Solo pochissimi riescono a superare l’intero iter, che prosegue poi con un ciclo di formazione specialistica di circa 18 mesi. I candidati che arrivano alla fine sono considerati tra i militari meglio addestrati del mondo.

c) Percorso da VFP1 o personale in servizio

Per entrare nel COMSUBIN è necessario arruolarsi inizialmente nella Marina Militare come VFP1, partecipando a un concorso pubblico. Una volta all’interno, si può fare richiesta di partecipazione alla selezione per gli Incursori o per i Palombari.

In alternativa, possono accedere:

  • I VFP4 o VSP con esperienza in altri reparti operativi
  • Gli ufficiali e sottufficiali della Marina Militare già in servizio
  • In casi particolari, anche personale proveniente da altri corpi con autorizzazione e iter specifico

I candidati devono possedere una preparazione fisica eccezionale, ma soprattutto un livello di determinazione mentale fuori dal comune. Entrare nel COMSUBIN non è solo questione di allenamento: è una scelta di vita, che comporta anni di sacrificio, disciplina, addestramento continuo e prontezza a essere impiegati nelle missioni più delicate e rischiose.

4. Reparti Speciali dell’Aeronautica Militare

L’Aeronautica Militare Italiana possiede un reparto speciale altamente qualificato e spesso poco conosciuto al grande pubblico: il 17º Stormo Incursori. Si tratta di un’unità d’élite che opera in stretta sinergia con le altre forze speciali italiane e della NATO, garantendo supporto in ambienti ostili, infiltrazioni in profondità e operazioni speciali in contesto aereo.

Il 17º Stormo rappresenta l’unica unità incursori dell’Aeronautica e costituisce un assetto prezioso per le operazioni congiunte, dove è richiesto l’intervento rapido, silenzioso ed estremamente specializzato di operatori selezionati e addestrati a standard internazionali.

a) 17º Stormo Incursori

Fondato nel 2003, il 17º Stormo Incursori è la punta di diamante delle operazioni speciali aeree italiane. Ha sede presso la base militare di Furbara (Roma) e fa parte del Comando delle Forze per Operazioni Speciali dell’Aeronautica Militare (COFS AM).

Gli operatori di questo reparto sono in grado di:

  • Condurre ricognizioni speciali in ambiente ostile
  • Effettuare infiltrazioni aeree (con lanci da alta e bassa quota)
  • Dirigere attacchi di precisione e supporto aereo ravvicinato (JTAC – Joint Terminal Attack Controller)
  • Agire come apripista per operazioni aeree complesse
  • Recuperare personale in zone di guerra o dietro le linee nemiche

Ogni incursore è formato per essere autonomo, resistente e altamente competente in più discipline operative.

b) Requisiti e iter di accesso

L’accesso al 17º Stormo Incursori segue criteri estremamente rigidi. Il percorso più comune è l’arruolamento iniziale come VFP1 o Ufficiale/Sottufficiale dell’Aeronautica, con successiva richiesta di ammissione al corso di selezione per incursori.

Requisiti principali:

  • Età inferiore ai 30 anni
  • Cittadinanza italiana e fedina penale pulita
  • Eccellente forma fisica (capacità aerobica, forza, resistenza)
  • Ottimo equilibrio psico-emotivo
  • Abilità nel nuoto, paracadutismo e uso di armi leggere

L’iter di selezione è articolato in più fasi:

  1. Test fisici (corsa, nuoto, trazioni, flessioni, ecc.)
  2. Valutazioni psicologiche e motivazionali
  3. Addestramento di base e inserimento in fase di scrematura (per saggiare attitudine al combattimento operativo)
  4. Corso avanzato incursori, della durata di circa un anno

Soltanto una minoranza dei candidati riesce a completare tutto l’iter.

c) Competenze richieste e missioni

Gli incursori del 17º Stormo devono sviluppare una combinazione unica di competenze operative e tecniche, tra cui:

  • Paracadutismo operativo HALO/HAHO
  • Tecniche di infiltrazione silenziosa
  • Tiro avanzato e combattimento corpo a corpo
  • Addestramento SERE (sopravvivenza, evasione, resistenza, estrazione)
  • Designazione di obiettivi per il supporto aereo (JTAC)
  • Uso di sistemi C4ISR e comunicazioni crittografate

Tra le missioni principali ci sono:

  • Operazioni in profondità dietro le linee nemiche
  • Designazione laser di bersagli per attacchi di precisione
  • Recupero piloti abbattuti in aree ostili
  • Apertura e messa in sicurezza di piste di volo in teatri di guerra
  • Collaborazioni con forze speciali di Paesi alleati in ambito NATO

Gli operatori del 17º Stormo Incursori sono un assetto strategico della Difesa italiana e rappresentano l’interfaccia perfetta tra superiorità aerea e operazioni sul terreno.

5. Forze Speciali dei Carabinieri

L’Arma dei Carabinieri dispone di reparti speciali altamente qualificati, tra cui il Gruppo di Intervento Speciale (GIS) e il 1º Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, che operano in contesti di elevata criticità, sia in ambito nazionale che internazionale.

a) GIS – Gruppo Intervento Speciale

Il GIS, istituito nel 1978, è l’unità d’élite dell’Arma dei Carabinieri specializzata in operazioni antiterrorismo, liberazione ostaggi e interventi ad alto rischio. Gli operatori del GIS sono selezionati tra i Carabinieri in servizio attivo, con preferenza per coloro che hanno maturato almeno due anni di esperienza nel 1º Reggimento Paracadutisti “Tuscania”. L’età massima per l’accesso è generalmente di 32 anni .

Il percorso di selezione è estremamente rigoroso e comprende:

  • Valutazioni fisiche e psicologiche approfondite.
  • Corso di formazione della durata di circa sei mesi, che include:
    • Tecniche di combattimento ravvicinato.
    • Tiro rapido e preciso con diverse armi da fuoco.
    • Gestione di esplosivi e materiali speciali.
    • Addestramento in ambienti montani e urbani.
    • Tecniche di discesa rapida da edifici ed elicotteri.
    • Procedure di protezione e scorta.
    • Combattimento corpo a corpo e tecniche di sicurezza.

Gli operatori del GIS continuano a perfezionare le proprie competenze attraverso corsi di specializzazione, tra cui:

  • Paracadutismo con tecniche HALO/HAHO.
  • Tiratore scelto.
  • Esperto in IED (ordigni esplosivi improvvisati).
  • Medicina tattica.
  • Istruttore di tiro e combattimento.
  • Sommozzatore combattente.

b) Tuscania e percorsi paralleli

Il 1º Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” è un reparto d’élite dell’Arma, noto per la sua versatilità e capacità di operare in diversi scenari operativi. Gli aspiranti al Reggimento, di tutti i gradi, sono sottoposti a una selezione psicofisica rigorosa, seguita da un corso formativo della durata di circa nove mesi, che comprende:

  • Corso di paracadutismo.
  • Addestramento di pattuglia e di plotone.
  • Addestramento all’impiego di armi e materiali speciali.

Superate le prove finali del corso, il Carabiniere Paracadutista transita nel Battaglione, dove svolge attività operative, di addestramento e di ulteriore specializzazione nei settori:

  • Aviolancistico.
  • Tiro con armi individuali e di reparto.
  • Impiego dei materiali speciali ed esplodenti.
  • Tecniche particolari di combattimento .

c) Selezioni interne e formazione

L’accesso ai reparti speciali dell’Arma dei Carabinieri avviene attraverso selezioni interne, riservate al personale in servizio che abbia maturato esperienza operativa e dimostrato elevate capacità fisiche e mentali. I candidati devono superare prove selettive che includono:

  • Test fisici (corsa, trazioni, nuoto, ecc.).
  • Valutazioni psicologiche e attitudinali.
  • Colloqui motivazionali.
  • Corsi di formazione specifici, in base al reparto di destinazione.

La formazione continua è un elemento fondamentale per mantenere elevati standard operativi. Gli operatori partecipano regolarmente a esercitazioni e corsi di aggiornamento, sia in ambito nazionale che internazionale, per affinare le proprie competenze e adattarsi alle evoluzioni delle minacce e delle tecniche operative.

6. Requisiti Generali per Entrare nelle Forze Speciali

Diventare un operatore delle Forze Speciali italiane significa affrontare un percorso di estrema selettività, che va ben oltre la semplice preparazione fisica. Le Forze Speciali cercano individui che abbiano idoneità fisica impeccabile, resilienza mentale, formazione militare solida e una motivazione incrollabile. A prescindere dal reparto (Esercito, Marina, Aeronautica o Carabinieri), i requisiti di base tendono a essere molto simili.

a) Età, cittadinanza, idoneità psico-fisica

Per accedere alle selezioni delle Forze Speciali è necessario rispettare alcuni requisiti anagrafici e sanitari fondamentali:

  • Età massima: varia a seconda del concorso, ma generalmente oscilla tra i 28 e i 32 anni (alcuni reparti consentono eccezioni per interni già in servizio).
  • Cittadinanza italiana: è requisito indispensabile per l’arruolamento nelle Forze Armate.
  • Idoneità fisica e psico-attitudinale: deve essere certificata attraverso specifici accertamenti svolti da commissioni militari. Tra i parametri valutati ci sono:
    • Vista e udito perfetti.
    • Assenza di patologie croniche o malformazioni.
    • Stato mentale stabile, reattività allo stress e autocontrollo.

Chi non supera anche solo una di queste fasi preliminari viene automaticamente escluso dal percorso.

b) Background militare o arruolamento iniziale

L’accesso alle Forze Speciali richiede un percorso militare già avviato. Questo significa che non è possibile entrare direttamente da civile nei reparti speciali: è obbligatorio passare prima per un concorso nelle Forze Armate.

Percorsi comuni:

  • VFP1 (Volontario in Ferma Prefissata di 1 anno): è il primo gradino per i civili che vogliono iniziare la carriera militare.
  • VFP4 o VSP: profili più avanzati che hanno già maturato esperienza operativa.
  • Accademie militari: per chi punta a diventare ufficiale e, successivamente, accedere alle unità speciali tramite selezione interna.

In alcuni casi, è possibile accedere da altri corpi militari, purché si sia in servizio attivo e in possesso dei requisiti richiesti.

c) Attitudine mentale e resilienza

Le prove fisiche sono solo una parte dell’equazione. Le Forze Speciali vogliono persone che abbiano una mente forte, stabile e orientata alla missione. Ecco perché ogni selezione prevede anche test attitudinali, colloqui motivazionali e osservazioni comportamentali in condizioni di stress.

Le qualità più ricercate sono:

  • Resilienza mentale: capacità di affrontare situazioni di fatica, paura e incertezza.
  • Autodisciplina: rispetto delle regole, capacità di mantenere la concentrazione anche dopo giorni di addestramento continuo.
  • Spirito di squadra: saper collaborare, affidarsi agli altri e supportarli in ogni momento.
  • Adattabilità: capacità di operare in qualsiasi ambiente (mare, montagna, deserto, giungla, città), con qualsiasi mezzo e sotto qualunque condizione.

Chi desidera entrare nelle Forze Speciali deve essere pronto a trasformarsi in un operatore completo, capace di affrontare qualsiasi scenario con lucidità e prontezza operativa.

7. Le Prove di Selezione: Cosa Aspettarsi

Accedere alle Forze Speciali italiane significa affrontare un processo di selezione estremamente duro, progettato per filtrare con severità chi ha semplicemente un buon livello fisico da chi possiede le qualità psicofisiche, mentali e morali per diventare un vero operatore speciale. Ogni reparto ha le sue specificità, ma tutte le selezioni si basano su tre pilastri fondamentali: resistenza fisica, stabilità mentale e adattamento sotto stress.

a) Test fisici e prove di resistenza estrema

I test fisici rappresentano il primo scoglio da superare, e sono molto più severi rispetto ai test standard militari. Vengono richieste prestazioni superiori alla media e non è prevista alcuna indulgenza per chi non raggiunge gli standard.

Ecco alcune delle prove più comuni:

  • Corsa di resistenza (es. 3000 m sotto i 12 minuti)
  • Trazioni alla sbarra (minimo 10-15 ripetizioni perfette)
  • Flessioni a terra e addominali (eseguiti a tempo)
  • Nuoto con e senza equipaggiamento, spesso in acqua fredda
  • Marce zavorrate con zaini da 15-25 kg su distanze di 10-20 km
  • Percorsi a ostacoli e prove combinate (agilità, reattività, rapidità)

Ma la selezione non si limita al superamento di questi esercizi: tutto viene svolto in condizioni di fatica crescente, con poco sonno, poco cibo e un ambiente teso, per testare la capacità di resistere fisicamente e psicologicamente nel tempo.

b) Valutazioni psicologiche e motivazionali

Superata la fase fisica, i candidati sono sottoposti a una serie di colloqui e test psico-attitudinali, essenziali per accertare l’idoneità mentale e motivazionale.

Vengono valutati:

  • Gestione dello stress e della pressione emotiva
  • Controllo delle emozioni in situazioni critiche
  • Capacità di prendere decisioni rapide sotto tensione
  • Motivazione profonda, sincera e coerente con i valori delle Forze Speciali
  • Propensione al lavoro di squadra, spirito di sacrificio, empatia

I selezionatori osservano il comportamento dei candidati anche nei momenti non ufficiali, perché la vera attitudine emerge nei momenti di stanchezza e difficoltà.

c) Addestramenti di sopravvivenza e stress simulato

Nelle fasi avanzate della selezione e durante il corso, i candidati affrontano prove ancora più estreme: si tratta di veri e propri addestramenti di sopravvivenza, con condizioni simulate di guerra, isolamento e deprivazione sensoriale.

Tra gli esercizi più frequenti troviamo:

  • Navigazione notturna e orientamento senza strumenti
  • Sopravvivenza in ambiente ostile (montagna, foresta, deserto)
  • Resistenza al freddo o al caldo intenso
  • Prove di privazione del sonno fino a 48-72 ore
  • Simulazioni di cattura ed evasione (addestramento S.E.R.E.)
  • Resistenza al dolore fisico e mentale sotto interrogatorio simulato

Lo scopo non è solo testare il corpo, ma soprattutto valutare quanto un individuo sia in grado di mantenere lucidità, autocontrollo e spirito operativo in condizioni critiche.

Chi arriva alla fine di questo percorso non è semplicemente in forma: è forgiato. E pronto a essere impiegato nelle missioni più complesse e pericolose al servizio dell’Italia.

8. Addestramento Operativo nelle Forze Speciali

Dopo aver superato il durissimo percorso di selezione, inizia la fase più importante: l’addestramento operativo, il vero cuore della trasformazione da militare a operatore speciale. L’obiettivo è uno solo: preparare ogni uomo a sopravvivere, combattere e vincere in qualsiasi ambiente, contro ogni tipo di minaccia, con o senza supporto esterno. L’addestramento non ha mai fine: si evolve con l’esperienza, le tecnologie e le esigenze geopolitiche.

a) Addestramento avanzato per incursione, CQB e ambienti ostili

Ogni operatore speciale viene formato per affrontare situazioni estreme e intervenire con precisione chirurgica. Le principali competenze includono:

  • Tecniche di incursione in territorio nemico, sia in modalità stealth che in azione rapida.
  • CQB – Close Quarters Battle: combattimento ravvicinato in edifici, stanze, navi, treni. Addestramento con armi da fuoco in spazi ristretti, breaching (irruzione), uso di flashbang e protezione ostaggi.
  • Operazioni notturne con visori termici e NVG (Night Vision Goggles).
  • Tiro avanzato, statico e dinamico, con armi corte, lunghe e di precisione.
  • Tecniche di arresto, perquisizione e controllo in scenari ostili.

Queste abilità vengono affinate in centri specializzati in Italia e all’estero, in collaborazione con le migliori forze speciali alleate.

b) Tecniche anfibie, alpine, desertiche e urbane

L’operatore delle Forze Speciali italiane deve essere in grado di muoversi, combattere e sopravvivere in ogni tipo di ambiente, anche nei più impervi:

  • Ambiente anfibio: infiltrazioni via mare, nuoto operativo, impiego di battelli a motore, immersioni con autorespiratore (con o senza ossigeno).
  • Ambiente alpino: arrampicata su roccia e ghiaccio, sopravvivenza in ambienti innevati, uso di sci e tecniche di discesa armata.
  • Ambiente desertico: marce a lunga distanza in condizioni estreme, mimetizzazione, gestione della disidratazione, costruzione di ripari.
  • Ambiente urbano: gestione di ostaggi, combattimento nei centri abitati, infiltrazione tra la popolazione, evacuazioni complesse.

Ogni operatore è addestrato a muoversi in modo silenzioso, efficace e invisibile, con equipaggiamento specifico per ciascuna condizione.

c) Tattiche NATO e missioni congiunte

Le Forze Speciali italiane non operano mai isolate dal contesto internazionale. Parte dell’addestramento avanzato prevede la piena integrazione nelle dottrine NATO, con standard comuni a quelli di reparti come Navy SEALs, SAS, GSG9 o Delta Force.

Durante la carriera, l’operatore può essere impiegato in:

  • Esercitazioni internazionali congiunte, come “Flintlock”, “Noble Jump” o “Steadfast Defender”.
  • Corsi di scambio all’estero (Francia, Stati Uniti, Germania).
  • Missioni NATO o ONU nei teatri di guerra (Iraq, Afghanistan, Sahel, Balcani).
  • Task force multinazionali contro terrorismo, pirateria e traffici illeciti.

L’addestramento prevede anche l’uso di sistemi di comando e controllo interoperabili, comunicazioni crittografate, droni e tecnologie avanzate per operazioni asimmetriche.

L’addestramento operativo nelle Forze Speciali italiane è continuo, multidisciplinare, estremo. Non prepara solo al combattimento, ma forma individui capaci di affrontare ogni missione, ovunque, con coraggio e competenza assoluta.

9. Quanto Guadagna un Operatore delle Forze Speciali

Uno degli aspetti più discussi – e spesso fraintesi – riguarda lo stipendio di un operatore delle Forze Speciali. Considerando l’altissimo livello di rischio, l’addestramento continuo e la disponibilità a intervenire in scenari estremi, è lecito chiedersi quanto venga compensato questo impegno. La risposta non è univoca: il compenso varia in base al grado, all’esperienza, alla specializzazione e alle missioni svolte, ma risulta decisamente più elevato rispetto alla media delle Forze Armate.


a) Stipendi base e indennità operative

Lo stipendio base di un operatore delle Forze Speciali parte da una fascia salariale superiore rispetto a un militare regolare dello stesso grado, a cui si aggiungono numerose indennità:

  • Stipendio mensile base (es. per un VFP4 o un graduato semplice): dai 1.300 ai 1.700 € netti.
  • Indennità di impiego operativo (Forze Speciali): può variare da 500 a oltre 1.000 € al mese in più.
  • Indennità di rischio e di alta specializzazione: aggiungono un ulteriore compenso mensile, soprattutto per paracadutisti, subacquei, sommozzatori o incursori.
  • Maggiorazioni per missioni notturne, salti HALO/HAHO, immersioni operative, disinnesco esplosivi, ecc.

Un operatore esperto, con qualche anno di servizio e grado intermedio, può arrivare facilmente a 2.500 – 3.000 € netti al mese, anche senza missioni estere.


b) Rischi, missioni internazionali e benefit

Quando un operatore viene impiegato in missioni internazionali (Afghanistan, Iraq, Libano, Sahel, ecc.), i compensi aumentano sensibilmente grazie a:

  • Indennità estera, che varia a seconda del Paese (dai 60 ai 130 € al giorno).
  • Rimborsi per vitto e alloggio, se non forniti.
  • Benefit legati a missioni pericolose, come le indennità “per rischio vita” o “per attività ostili”.
  • Piani assicurativi e pensionistici agevolati.

In media, durante una missione estera, un operatore può guadagnare dai 4.000 ai 6.000 € netti al mese, a seconda del teatro operativo e del grado.

Ulteriori vantaggi:

  • Priorità nei concorsi interni e promozioni accelerate.
  • Maggiore punteggio per passaggi di carriera.
  • Accesso privilegiato a corsi di specializzazione NATO o internazionali.
  • Assistenza sanitaria completa e supporto psicologico continuo.

In conclusione, il compenso di un operatore delle Forze Speciali è adeguato alla straordinaria preparazione richiesta, ma soprattutto ai rischi concreti e costanti che affronta ogni giorno. Tuttavia, chi sceglie questa strada lo fa prima per vocazione, poi per carriera: i soldi sono un corollario, non la motivazione principale.

10. Domande Frequenti

Chi sogna di entrare nelle Forze Speciali italiane si pone spesso alcune domande ricorrenti. Vediamo di chiarire i dubbi più frequenti in modo diretto e concreto.


a) Possono entrare anche le donne?

, le donne possono accedere alle Forze Speciali italiane, ma si tratta ancora di una minoranza estremamente ristretta. Le selezioni sono identiche a quelle maschili: nessun criterio viene modificato o “agevolato” in base al genere. Serve quindi la stessa forza fisica, la stessa resistenza mentale e lo stesso spirito di sacrificio.

In alcuni reparti, come il GIS dei Carabinieri o il COMSUBIN, ci sono state donne che hanno affrontato le selezioni, anche se raramente sono riuscite a completare il percorso. Tuttavia, il trend sta cambiando e sempre più candidate si preparano per affrontare questi iter impegnativi.


b) Si può accedere da civili?

No, non è possibile entrare direttamente da civile nelle Forze Speciali. È obbligatorio arruolarsi prima nelle Forze Armate, solitamente come VFP1 (Volontario in Ferma Prefissata di 1 anno), e poi accedere alle selezioni interne dopo aver maturato esperienza e superato i requisiti.

L’iter più comune prevede:

  • Concorso pubblico per VFP1 in Esercito, Marina, Aeronautica o Carabinieri.
  • Superamento della formazione di base.
  • Domanda interna per l’accesso a un reparto speciale (Col Moschin, COMSUBIN, Tuscania, ecc.).
  • Superamento delle prove fisiche, psicologiche e attitudinali specifiche.

Per chi ha un grado già acquisito (sottufficiale o ufficiale), esistono canali di selezione dedicati, ma nessun reparto accetta candidati senza background militare.


c) Qual è il reparto più selettivo?

Tutti i reparti delle Forze Speciali italiane sono altamente selettivi, ma alcuni sono noti per avere un tasso di successo particolarmente basso. Tra i più duri, si distinguono:

  • COMSUBIN – Incursori: selezione e addestramento tra i più estremi al mondo. Molti abbandonano già nelle prime settimane.
  • GIS dei Carabinieri: accessibile solo dopo esperienza nel Tuscania, selezione rigidissima e addestramento multidisciplinare.
  • 9º Reggimento Col Moschin: formazione completa, marce estreme, resistenza fisica e mentale portate al limite.

In tutti i casi, meno del 10% dei candidati arriva al termine del percorso. Non esiste una risposta unica alla domanda “qual è il più difficile?”, perché ogni reparto richiede attitudini diverse, ma tutti hanno un elemento comune: l’eccellenza assoluta.

11. Consigli per Prepararsi alla Selezione

Entrare nelle Forze Speciali italiane non è solo una questione di forza fisica o conoscenze tecniche. È una scelta di vita, un percorso che richiede dedizione, disciplina quotidiana e un piano strategico ben preciso. Ecco i consigli più importanti per chi desidera affrontare le selezioni con la massima preparazione.


a) Allenamento fisico e mentale

L’aspetto fisico è il primo ostacolo e, per molti, anche il più duro. Ma attenzione: non basta essere “in forma”, bisogna essere atleticamente eccellenti in molte discipline diverse.

Consigli per l’allenamento:

  • Corsa: lavora sulla resistenza (8-10 km) e sulla velocità (3000 m sotto i 12 min).
  • Nuoto: almeno 1 km continuato stile libero; migliora anche apnea e galleggiamento.
  • Trazioni, flessioni, addominali: aumenta progressivamente volume e qualità.
  • Zaini e marce: allena schiena e gambe con camminate da 10-20 km con 15-25 kg.
  • Combattimento: pratica arti marziali, pugilato o difesa personale.

Mentalmente, inizia ad allenare:

  • Gestione della fatica e dello stress (allenati anche quando sei stanco).
  • Disciplina quotidiana (orari, sveglia presto, studio e allenamento regolari).
  • Autovalutazione continua (tieni un diario dei progressi e dei punti deboli).

b) Alimentazione, mindset e materiali di studio

Per supportare l’intenso carico di lavoro, serve un’alimentazione strutturata, mirata alla resistenza e al recupero.

Linee guida base:

  • Proteine magre (pollo, uova, legumi, pesce).
  • Carboidrati complessi (riso, avena, patate).
  • Grassi sani (frutta secca, olio extravergine, avocado).
  • Acqua in abbondanza (almeno 2,5-3 litri al giorno).
  • Zero alcol e zuccheri inutili.

Il mindset fa la differenza: chi entra nelle Forze Speciali è uno che non molla, mai. Servono determinazione, adattabilità, capacità di fallire e riprovarci.

Materiali di studio utili:

  • Manuali su diritto penale e codice militare (per prove scritte).
  • Letture su storia delle Forze Armate e missioni italiane all’estero.
  • Libri su psicologia militare, resilienza e leadership.
  • Video ufficiali, podcast e testimonianze di ex operatori.

c) Dove trovare bandi e aggiornamenti ufficiali

I bandi di concorso per VFP1, VFP4 o per avanzamenti interni sono pubblicati sui portali ufficiali delle Forze Armate. Ecco dove monitorare costantemente:

  • difesa.it – Portale del Ministero della Difesa.
  • concorsi.difesa.it – Sito ufficiale dei concorsi militari.
  • carabinieri.it – Per i reparti speciali dell’Arma.
  • Canali Telegram e gruppi Facebook dedicati (verifica sempre che siano affidabili).
  • Gazzetta Ufficiale – Concorsi ed Esami.

Iscriviti alle newsletter dei portali ufficiali, imposta avvisi Google e rimani in contatto con altri candidati: l’aggiornamento continuo è essenziale per non perdere occasioni.

12. Conclusione: Un’Elite al Servizio del Paese

Diventare un operatore delle Forze Speciali italiane non è un traguardo per tutti. È una scelta consapevole, che richiede sacrifici enormi, coraggio, disciplina e dedizione assoluta. Gli uomini e le donne che superano le selezioni, che completano l’addestramento e che indossano l’uniforme dei reparti d’élite, rappresentano il volto più preparato e silenzioso della Difesa italiana.

Ogni operazione, ogni missione, ogni intervento speciale è frutto di mesi – a volte anni – di addestramento, di lavoro di squadra e di impegno invisibile agli occhi del grande pubblico. Ma proprio in questo silenzio, in questa determinazione lontana dai riflettori, si trova la vera essenza delle Forze Speciali.

Se anche tu sogni di farne parte, preparati con serietà, rispetto e realismo. Non sarà facile, ma chi entra nelle Forze Speciali non cerca la via più semplice: cerca la via più giusta per servire il Paese.

Ora non mi resta che augurarti buona permanenza su Soldionline.biz!

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

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