Il GIS – Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri è una delle forze d’élite più temute e rispettate del panorama internazionale. Fondato nel 1978 per far fronte all’allora emergenza terrorismo, il GIS si è evoluto in un reparto altamente specializzato, capace di operare in contesti estremamente pericolosi con precisione chirurgica e rapidità d’azione.
1. Introduzione al GIS dei Carabinieri
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📖 Acquista su AmazonComposto da militari selezionatissimi, il GIS è protagonista di operazioni speciali, liberazione ostaggi, antiterrorismo e supporto tattico alle forze dell’ordine, nonché di missioni ad altissimo rischio sia sul territorio nazionale che all’estero. È un corpo che richiede eccellenza, determinazione, sangue freddo e addestramento costante.
a) Cos’è il GIS e qual è la sua funzione
Il GIS è un reparto speciale dei Carabinieri che svolge operazioni di alto profilo in contesti critici, tra cui azioni contro il terrorismo, il crimine organizzato e situazioni di estrema emergenza. La sua funzione principale è garantire la sicurezza dello Stato in situazioni in cui i normali reparti non possono operare con sufficiente efficacia o rapidità.
Interviene, ad esempio, in sequestri di persona, liberazione di ostaggi, arresti di criminali armati e pericolosi, nonché in azioni di sorveglianza e intelligence a supporto delle operazioni di sicurezza nazionale e internazionale. Il GIS è anche impiegato per la protezione di obiettivi sensibili e durante eventi di massima allerta.
b) Il prestigio del Gruppo di Intervento Speciale in Italia e all’estero
Il GIS gode di altissimo prestigio sia in Italia che a livello internazionale, grazie ai risultati ottenuti sul campo e all’efficienza con cui porta a termine le missioni assegnate. Collabora frequentemente con altre unità speciali di élite, come il NOCS della Polizia di Stato, i reparti speciali dell’Esercito, ma anche con forze estere come i GIGN francesi o i SAS britannici.
La fama del GIS è legata non solo all’efficacia operativa, ma anche alla discrezione e professionalità con cui ogni operazione viene gestita. Essere parte del GIS significa rappresentare l’eccellenza assoluta nel mondo delle forze speciali italiane.
2. Requisiti per entrare nel GIS
Accedere al GIS non è semplice: si tratta di uno dei percorsi più selettivi e impegnativi all’interno dell’Arma dei Carabinieri. Solo una ristretta élite riesce a superare le prove richieste, motivo per cui è fondamentale conoscere i requisiti fondamentali per aspirare a diventare un operatore GIS.
a) Chi può candidarsi: ruoli e inquadramento
A differenza di altri corpi speciali, il GIS non è aperto al pubblico tramite concorso esterno. Possono candidarsi esclusivamente i Carabinieri in servizio, appartenenti a qualsiasi ruolo (truppa, marescialli, ufficiali), che abbiano maturato una certa esperienza e che siano in possesso di ottime valutazioni di servizio.
La candidatura avviene per via gerarchica, con segnalazione interna e consenso del comando di appartenenza. In alcuni casi, vengono organizzate selezioni periodiche, alle quali possono accedere solo i militari che rispondono a precisi requisiti.
b) Requisiti fisici, attitudinali e psicologici
I requisiti per accedere al GIS sono estremamente rigorosi. Tra le caratteristiche richieste vi sono:
- Eccellente condizione fisica e atletica, con capacità di resistenza, velocità, forza e coordinazione fuori dal comune
- Assenza di patologie fisiche o psichiche
- Capacità di operare sotto stress, anche in condizioni estreme
- Ottimo equilibrio psicologico
- Attitudine al lavoro in team, ma anche capacità di decisione autonoma in scenari complessi
- Fedina penale immacolata e una carriera priva di sanzioni disciplinari
Il candidato ideale al GIS è un militare disciplinato, motivato, intelligente, mentalmente solido e fisicamente impeccabile. Ma soprattutto è una persona disposta a sacrificarsi per la sicurezza collettiva, accettando i rischi con coraggio e spirito di servizio.
3. Iter di selezione
Diventare operatore del GIS significa affrontare uno dei percorsi selettivi più duri in assoluto nel panorama delle forze armate italiane. L’iter di selezione è composto da diverse fasi, tutte finalizzate a valutare le reali capacità operative, psicologiche e caratteriali del candidato. Non basta essere in forma fisicamente: bisogna dimostrare di avere nervi saldi, spirito di sacrificio e una predisposizione naturale al lavoro in situazioni di altissimo rischio.
a) Preselezione e segnalazione interna
L’accesso al GIS avviene esclusivamente tramite segnalazione interna. Non esiste un concorso pubblico aperto, né una candidatura spontanea. Ogni aspirante deve essere già in servizio nell’Arma dei Carabinieri e ricevere una valutazione positiva dal proprio comando di appartenenza.
Questa prima fase funziona come una preselezione naturale, in cui si tiene conto di elementi come:
- Carriera impeccabile
- Idoneità fisica già comprovata
- Spirito d’iniziativa
- Attitudine al comando o al lavoro in team operativi
Una volta ricevuta la segnalazione, il candidato accede alla fase successiva del percorso selettivo.
b) Fasi di valutazione: prove fisiche, test e colloqui
L’ammissione al corso GIS vero e proprio è subordinata al superamento di una serie di prove estremamente selettive, strutturate per identificare i profili più adatti a operare in scenari critici.
i) Test di resistenza e abilità operative
I test fisici sono estremamente impegnativi e vanno oltre le classiche prove da concorso militare. Comprendono:
- Percorsi ad ostacoli con equipaggiamento completo
- Prove di nuoto in acque fredde
- Corsa su lunghe distanze con zaino da combattimento
- Tiro operativo sotto stress
- Scalate e discesa in corda doppia
Queste prove non servono solo a testare la forza o la velocità, ma anche la capacità di mantenere lucidità e precisione in condizioni estreme.
ii) Valutazione psicologica e attitudinale
Superare le prove fisiche non è sufficiente: ogni candidato viene sottoposto a colloqui psicologici approfonditi, test di personalità, simulazioni comportamentali e interviste con ufficiali esperti. L’obiettivo è valutare:
- Capacità di autocontrollo
- Gestione dello stress
- Reazione in situazioni di pericolo
- Capacità di prendere decisioni rapide e coerenti
- Adattabilità in ambienti ostili
Il GIS cerca profili stabili, determinati, equilibrati e mentalmente preparati a qualunque tipo di missione. Ogni debolezza, anche minima, può compromettere l’intera selezione.
4. L’addestramento nel GIS
Una volta superata la selezione, inizia il vero percorso di trasformazione in operatore GIS. L’addestramento è lungo, rigoroso e strutturato per forgiare soldati d’élite capaci di operare in qualunque contesto operativo, dal teatro urbano al deserto, dalle missioni di liberazione ostaggi agli interventi antiterrorismo.
a) Durata e contenuti del corso
Il corso di addestramento per entrare nel GIS ha una durata variabile, ma generalmente si estende su diversi mesi, a seconda del ruolo operativo e del livello di specializzazione. È suddiviso in moduli teorici e pratici, ciascuno dei quali rappresenta un filtro selettivo.
I contenuti includono:
- Tiro avanzato con armi leggere e pesanti
- Tecniche di combattimento corpo a corpo
- Sopravvivenza in ambienti ostili
- Addestramento all’utilizzo di esplosivi
- Strategie di infiltrazione e irruzione
L’obiettivo è preparare l’operatore ad affrontare ogni possibile scenario reale, in autonomia o in squadra.
b) Tecniche di combattimento, tiro e antiterrorismo
Il cuore dell’addestramento GIS ruota intorno a tre pilastri:
- Combattimento ravvicinato (CQB): tecniche corpo a corpo, bloccaggio di soggetti armati, liberazione ostaggi
- Tiro dinamico: addestramento all’utilizzo delle armi in movimento, sotto stress e in ambienti chiusi
- Antiterrorismo: simulazioni di intervento in caso di attentato, gestione di crisi con ostaggi, neutralizzazione di minacce multiple
L’addestramento è costantemente aggiornato con l’evoluzione delle minacce globali e include collaborazioni con reparti esteri.
c) Simulazioni operative e missioni reali
Durante la formazione, gli allievi partecipano a simulazioni operative altamente realistiche, in cui vengono riprodotti scenari concreti: edifici ostili, ambienti urbani, sequestri di persona, liberazione di VIP.
In alcuni casi, è previsto il supporto a vere e proprie missioni sotto supervisione, per testare sul campo l’idoneità dell’operatore in condizioni operative reali.
L’addestramento termina solo per chi dimostra eccellenza assoluta, capacità tattica, prontezza mentale e un profilo fisico impeccabile.
5. Vita da operatore GIS
Diventare un operatore del GIS dei Carabinieri significa entrare in una realtà d’élite, dove ogni giorno rappresenta una nuova sfida. La vita in questo reparto è caratterizzata da un altissimo livello di disciplina, preparazione, riservatezza e spirito di corpo. Chi indossa il basco del GIS sa di rappresentare una delle punte di diamante delle forze armate italiane.
a) Missioni speciali e interventi ad alto rischio
Gli operatori GIS sono coinvolti in missioni ad alto rischio, spesso coperte da segreto militare. Intervengono in scenari dove è necessario neutralizzare minacce armate, salvare ostaggi o proteggere obiettivi strategici, sia in Italia che all’estero.
Le missioni possono includere:
- Azioni antiterrorismo in contesti urbani
- Scorte e protezione di personalità in zone di guerra
- Liberazione di ostaggi in ambienti ostili
- Supporto ad altre forze speciali in operazioni congiunte
- Interventi in situazioni critiche durante eventi internazionali
La natura di questi interventi impone una preparazione mentale e fisica continua, ma anche un altissimo grado di autocontrollo e responsabilità.
b) Crescita professionale e aggiornamenti costanti
Il percorso all’interno del GIS non si conclude con l’addestramento iniziale. Gli operatori sono sottoposti a un costante programma di aggiornamento, con corsi di perfezionamento, scambi con unità internazionali e simulazioni sempre più complesse.
In parallelo, esistono opportunità di avanzamento di grado, ruoli di comando e incarichi operativi specializzati. Un operatore GIS può diventare istruttore, comandante di team, responsabile dell’intelligence o referente per le missioni internazionali.
La crescita professionale è meritocratica e legata alle capacità individuali, all’affidabilità dimostrata sul campo e alla disponibilità a sacrificarsi per la missione.
6. Conclusione
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📖 Acquista su AmazonEntrare a far parte del GIS dei Carabinieri non è una semplice scelta professionale, ma un’autentica vocazione. È il traguardo di un percorso fatto di fatica, selezione e dedizione assoluta alla causa della sicurezza nazionale.
a) Perché scegliere il GIS: onore, sacrificio e competenza
Il GIS rappresenta l’eccellenza assoluta nel panorama delle forze speciali italiane. Chi decide di intraprendere questo cammino sceglie di servire lo Stato in modo totale, affrontando rischi elevati e rinunce personali. Ma sceglie anche l’onore di fare la differenza, di essere al centro delle operazioni che proteggono la vita di altri cittadini e la stabilità del Paese.
Scegliere il GIS significa credere in valori come:
- Onore
- Disciplina
- Competenza
- Spirito di squadra
- Coraggio
È un percorso riservato a pochi, ma chi riesce a conquistarlo entra a far parte di una fratellanza operativa senza eguali.
b) Dove trovare informazioni e come iniziare il percorso
Chi desidera intraprendere il percorso per diventare operatore GIS deve già appartenere all’Arma dei Carabinieri. Le informazioni ufficiali vengono comunicate internamente tramite i canali gerarchici, oppure in occasione dei bandi di selezione interna.
Per iniziare, è necessario superare il concorso per entrare nei Carabinieri, disponibile sul sito ufficiale dell’Arma:
👉 www.carabinieri.it
Una volta arruolati, sarà possibile esprimere il proprio interesse per i Reparti Speciali e prepararsi al duro cammino che porta verso il GIS.
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