GIS Carabinieri Cosa Fanno: Compiti dell’Unità Antiterrorismo

da | 22 Mar 2025 | Arruolamento, Forze dell'Ordine, Lavori da fare

Il GIS – Gruppo di Intervento Speciale rappresenta uno dei reparti più prestigiosi e temuti dell’intero panorama delle forze speciali italiane. Si tratta di un’unità altamente selettiva dei Carabinieri, creata per rispondere alle minacce più gravi alla sicurezza nazionale e internazionale, in particolare quelle legate al terrorismo e alla criminalità organizzata.

1. Introduzione al GIS: l’élite dell’Arma dei Carabinieri

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Gli operatori del GIS non sono semplici militari: sono professionisti addestrati a intervenire in situazioni estreme, spesso ad alto rischio e in tempi rapidissimi. Il loro operato è coperto da riservatezza, ma le operazioni concluse con successo parlano da sole e testimoniano l’altissimo livello di efficacia e preparazione.

a) Quando e perché è nato il GIS

Il GIS è stato istituito nel 1978, in un contesto storico in cui l’Italia era attraversata da forti tensioni interne legate agli anni di piombo. Il terrorismo interno – sia di matrice rossa che nera – rappresentava una minaccia crescente, e si rese necessaria la creazione di un reparto in grado di intervenire con precisione chirurgica in scenari ad alto rischio, come sequestri di persona, attentati e operazioni di liberazione ostaggi.

Da allora, il GIS ha evoluto le proprie capacità, adattandosi alle nuove minacce globali, come il terrorismo islamico, e ampliando il suo raggio d’azione anche alle missioni all’estero e alla cooperazione con forze speciali internazionali.

b) Ruolo strategico nell’antiterrorismo e nelle operazioni speciali

Il GIS ricopre oggi un ruolo centrale nel dispositivo antiterrorismo italiano. È parte integrante della struttura di pronto intervento in caso di attacco terroristico e viene attivato in situazioni critiche dove è richiesto un intervento rapido, preciso e altamente specializzato.

Oltre all’antiterrorismo, il GIS è chiamato a:

  • Operazioni di liberazione ostaggi
  • Interventi in supporto a reparti territoriali in azioni ad alto rischio
  • Sicurezza in eventi internazionali sensibili
  • Operazioni congiunte con reparti esteri in missioni di peacekeeping o antiterrorismo

Il loro ruolo strategico si basa su addestramento continuo, tecnologia all’avanguardia e una struttura operativa estremamente efficiente, capace di intervenire in ogni scenario, urbano o non convenzionale.

2. I compiti principali del GIS

Il GIS non è un reparto ordinario. La sua missione operativa si concentra su situazioni di eccezionale pericolosità, in cui è necessaria la massima professionalità, sangue freddo e competenza tattica. I suoi compiti spaziano dall’antiterrorismo alla sicurezza strategica, dalla protezione di personalità a operazioni complesse su segnalazione dei servizi di intelligence.

a) Interventi antiterrorismo in Italia e all’estero

Uno dei compiti principali del GIS è quello di intervenire in caso di minaccia terroristica. Che si tratti di attentati in atto, cellule da neutralizzare o prevenzione durante grandi eventi pubblici, il GIS è il reparto incaricato di agire in tempi brevissimi e con la massima precisione.

Non solo sul suolo italiano: il GIS viene impiegato anche in teatri internazionali, dove la sua presenza serve a tutelare gli interessi italiani, proteggere ambasciate o supportare forze alleate in missioni ad alto rischio.

b) Operazioni di liberazione ostaggi

Un altro ambito d’intervento del GIS è la liberazione di ostaggi, siano essi civili o membri delle forze armate. Le tecniche impiegate richiedono una preparazione altissima: si tratta di operazioni che non ammettono errori, in cui è fondamentale neutralizzare i sequestratori senza mettere in pericolo le vite degli ostaggi.

Le missioni vengono pianificate nei minimi dettagli e spesso prevedono l’impiego di droni, visori notturni, tecnologie per le intercettazioni e irruzioni simultanee.

c) Supporto ad altri reparti in azioni ad alto rischio

Il GIS può essere impiegato anche in supporto ai reparti territoriali dei Carabinieri, qualora si renda necessario affrontare operazioni particolarmente delicate: arresti di criminali armati, sgomberi con presenza di individui pericolosi, irruzioni in contesti ostili o aree degradate controllate dalla criminalità organizzata.

In questi casi, la presenza degli operatori GIS garantisce maggiore sicurezza, rapidità e professionalità, riducendo al minimo i margini di rischio.

d) Sorveglianza di obiettivi sensibili e VIP

Infine, tra i compiti del GIS rientra la protezione di obiettivi sensibili, come centrali energetiche, ambasciate, sedi istituzionali o infrastrutture strategiche, soprattutto in momenti di allerta elevata. Il GIS può anche occuparsi della scorta a personalità ad alto rischio, sia italiane che straniere, in situazioni straordinarie.

L’elevato addestramento e la discrezione degli operatori li rendono perfetti anche per missioni di protezione in contesti esteri dove la minaccia è concreta e imprevedibile.

3. Tipologie di missioni operative

Gli operatori del GIS sono preparati per affrontare una vasta gamma di scenari operativi, ciascuno dei quali richiede tattiche specifiche, sangue freddo e assoluta padronanza tecnica. Le loro missioni si svolgono sia in territorio nazionale sia all’estero, con un’ampia varietà di ambienti e minacce.

a) Ambienti urbani: irruzioni e neutralizzazione minacce

Il GIS è particolarmente addestrato per operare in ambienti urbani, dove i rischi per la popolazione civile sono elevati e la rapidità d’azione è cruciale. In questi contesti, gli operatori intervengono per:

  • Neutralizzare attentatori o soggetti armati barricati
  • Effettuare irruzioni in edifici dove si sospetta la presenza di ostaggi o di armi
  • Gestire situazioni ad alta tensione, come scontri armati in zone residenziali

La capacità di muoversi silenziosamente, coordinarsi in tempo reale e adattarsi all’imprevedibilità delle situazioni rende il GIS uno strumento formidabile per la gestione tattica delle crisi in città.

b) Scenari bellici e teatri internazionali

Il GIS non opera solo entro i confini italiani. I suoi uomini vengono spesso inviati in missioni all’estero, anche in zone di guerra o ad alta instabilità, dove è necessaria la presenza di operatori specializzati per:

  • Proteggere ambasciate e consolati italiani
  • Supportare le forze speciali alleate
  • Condurre operazioni di intelligence e infiltrazione

In questi scenari, il GIS agisce come forza di pronto impiego, rappresentando l’Italia in contesti dove diplomazia e forza operativa devono andare di pari passo.

c) Eventi pubblici ad alto rischio: vigilanza e sicurezza

In occasione di grandi eventi internazionali ospitati in Italia, come G7, vertici diplomatici o incontri istituzionali con capi di Stato, il GIS viene impiegato per garantire la sicurezza dei luoghi, il controllo delle aree sensibili e la prontezza in caso di attacco.

Gli operatori agiscono in abiti civili o in borghese, monitorano movimenti sospetti e assicurano un intervento immediato in caso di minaccia concreta. Questo ruolo è essenziale per la protezione di delegazioni, leader politici e popolazione presente.

4. Equipaggiamento e tecnologie all’avanguardia

Il successo delle operazioni GIS si basa anche sull’equipaggiamento tecnologico di ultima generazione e sull’accesso a strumenti tattici sofisticati, fondamentali per operare con precisione ed efficienza.

a) Armi e strumentazione specializzata

Gli operatori del GIS dispongono di un arsenale selezionato tra le migliori armi in dotazione ai reparti speciali europei e NATO. Tra le dotazioni troviamo:

  • Fucili d’assalto come l’HK416 e il Beretta ARX160
  • Pistole semiautomatiche Glock e Beretta
  • Armi da precisione per tiratori scelti
  • Esplosivi controllati per l’apertura tattica
  • Sistemi di comunicazione criptata
  • Visori notturni e termici
  • Droni per la sorveglianza aerea in tempo reale

Ogni operatore è addestrato non solo all’uso ma anche alla manutenzione delle proprie dotazioni, garantendo così massima efficienza anche in contesti ostili o prolungati.

b) Addestramento congiunto con forze estere

Il GIS mantiene relazioni operative e formative con i principali reparti speciali internazionali, come i SAS britannici, i GIGN francesi e i Navy SEAL statunitensi. Queste collaborazioni permettono un costante aggiornamento delle tattiche, lo scambio di competenze e l’addestramento su scenari internazionali.

Ogni anno, gli operatori partecipano a esercitazioni congiunte che simulano:

  • Situazioni reali di crisi
  • Attacchi multipli coordinati
  • Liberazioni ostaggi in teatri complessi

Queste esperienze rendono il GIS perfettamente integrato negli standard NATO e pronto a operare a fianco di qualunque altra forza speciale d’élite nel mondo.

5. Conclusione

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Il GIS dei Carabinieri non è soltanto un reparto operativo: è un simbolo di eccellenza, professionalità e dedizione assoluta. Ogni missione, ogni intervento, ogni operazione compiuta da questi uomini rappresenta una garanzia per la sicurezza nazionale.

a) Il GIS come simbolo di efficienza e professionalità

In un mondo sempre più instabile, dove le minacce sono spesso imprevedibili e asimmetriche, il GIS rappresenta una certezza. La sua capacità di intervenire in qualunque scenario, la preparazione psicofisica dei suoi uomini e la sofisticazione tecnologica lo rendono uno degli strumenti più efficaci nelle mani dello Stato italiano.

Chi entra nel GIS non solo accetta di mettere la propria vita al servizio del Paese, ma diventa parte di una fratellanza operativa unica, basata su valori come:

  • Onore
  • Silenzio operativo
  • Eccellenza tecnica
  • Spirito di sacrificio

b) Dove approfondire e come seguirne le attività

Data la natura riservata del reparto, non esistono canali pubblici ufficiali che raccontino nel dettaglio le attività del GIS. Tuttavia, è possibile seguire le comunicazioni dell’Arma dei Carabinieri attraverso:

  • Il sito ufficiale www.carabinieri.it
  • Comunicati stampa del Ministero dell’Interno e della Difesa
  • Documentari e pubblicazioni autorizzate su forze speciali italiane

Per chi desidera entrare nell’Arma e puntare al GIS, il primo passo è superare il concorso per diventare Carabiniere, e iniziare a costruire un percorso di eccellenza operativa.

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

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