Incursori Marina addestramento: Il duro percorso di addestramento degli incursori

da | 13 Mar 2025 | Arruolarsi nell'Esercito, Lavori da fare

Diventare incursore della Marina Militare significa affrontare uno dei percorsi di addestramento più duri e selettivi delle forze armate italiane. Il COMSUBIN (Comando Subacquei e Incursori) è il reparto d’élite della Marina, responsabile della formazione di questi operatori altamente specializzati, addestrati per operazioni di guerra non convenzionale, sabotaggio, infiltrazione e missioni ad alto rischio.

L’addestramento degli incursori è un percorso estremo, che mette alla prova resistenza fisica, stabilità mentale e capacità operative. La selezione iniziale è già un ostacolo insormontabile per la maggior parte dei candidati, con prove di corsa, nuoto, combattimento e sopravvivenza che richiedono uno stato di forma eccezionale. Chi supera questa fase accede a un lungo e faticoso percorso formativo, che include addestramenti subacquei, tecniche di sabotaggio, paracadutismo e missioni simulate in scenari di guerra.

In questo articolo analizzeremo in dettaglio tutte le fasi dell’addestramento, dalla selezione fino al conseguimento del brevetto da incursore, scoprendo le difficoltà e le sfide che ogni aspirante incursore deve affrontare per entrare in questa élite militare.

1. La selezione degli incursori

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a) Requisiti di accesso

Diventare incursore della Marina Militare non è un’impresa semplice: il percorso è estremamente selettivo e solo una minima percentuale dei candidati riesce a ottenere il brevetto. Prima di accedere alla selezione, i candidati devono soddisfare alcuni requisiti fondamentali, stabiliti dalla Marina Militare italiana.

Requisiti principali:

  • Cittadinanza italiana: il candidato deve essere cittadino italiano senza condanne penali.
  • Età compresa tra 18 e 25 anni: il primo passo per diventare incursore è l’arruolamento come VFP1 (Volontario in Ferma Prefissata di 1 anno).
  • Diploma di scuola superiore: requisito minimo per l’accesso al concorso.
  • Idoneità fisica e psicologica: certificata dai medici militari attraverso una serie di test approfonditi.
  • Disponibilità a missioni operative: gli incursori possono essere impiegati in operazioni in qualsiasi parte del mondo.

Superati questi primi requisiti, i candidati possono accedere alla fase di selezione vera e propria, un percorso che metterà alla prova la loro resistenza fisica, psicologica e mentale.

b) Le prove fisiche iniziali

Le prove fisiche rappresentano il primo grande ostacolo per i candidati. L’obiettivo è valutare la capacità di affrontare le condizioni estreme che caratterizzano la vita di un incursore. I test sono estremamente severi e solo chi dimostra di possedere una resistenza fuori dal comune può accedere alla fase successiva.

Le principali prove fisiche includono:

  • Corsa di 3 km in meno di 12 minuti.
  • Minimo 10 trazioni alla sbarra eseguite senza pause.
  • Minimo 40 piegamenti sulle braccia in un minuto.
  • Minimo 50 addominali in un minuto.
  • Nuoto a stile libero per 100 metri in meno di 2 minuti e 20 secondi.
  • Nuoto subacqueo per almeno 25 metri senza riemergere.
  • Apnea statica per almeno 60 secondi.

Oltre a questi test standard, i candidati affrontano prove di resistenza estreme, tra cui:

  • Marce forzate con zaino da 20 kg su terreni difficili.
  • Simulazioni di combattimento corpo a corpo.
  • Trasporto di un compagno ferito per lunghe distanze.
  • Immersioni in acqua fredda per periodi prolungati.

Questi test servono a scremare i candidati e selezionare solo quelli con una preparazione fisica eccellente. La resistenza alla fatica e allo stress è un elemento fondamentale, poiché gli incursori devono essere in grado di operare per giorni senza riposo e in condizioni ambientali estreme.

c) I test psicologici e attitudinali

Oltre alla preparazione fisica, per diventare incursore della Marina Militare è necessario possedere una forte stabilità mentale e una predisposizione al lavoro di squadra. Per questo motivo, i candidati vengono sottoposti a una serie di test psicologici e attitudinali.

I test psicologici principali includono:

  • Test di resistenza allo stress: simulazioni di situazioni di emergenza per valutare la reazione emotiva del candidato.
  • Esami attitudinali: valutazione della capacità di lavorare in squadra, di leadership e di adattamento alle situazioni critiche.
  • Gestione della paura e della pressione: i candidati devono dimostrare di poter operare con lucidità anche in condizioni di rischio estremo.
  • Colloquio con psicologi militari: per valutare il carattere e l’idoneità alla vita da incursore.

Le attitudini richieste per diventare incursore includono:

  • Alta resilienza mentale: capacità di resistere a pressioni fisiche e psicologiche prolungate.
  • Capacità decisionale rapida: gli incursori devono essere in grado di prendere decisioni cruciali in pochi secondi.
  • Disciplina e autodisciplina: ogni errore può compromettere una missione, quindi la disciplina è fondamentale.
  • Spirito di sacrificio: la carriera di incursore comporta privazioni e rinunce, oltre alla disponibilità a operare in contesti di guerra.

Questa fase è cruciale per selezionare i candidati che non solo possiedono capacità fisiche eccellenti, ma che hanno anche la mentalità giusta per diventare incursori della Marina Militare.

Superati i test psicologici, i candidati che risultano idonei accedono alla fase successiva: il corso di formazione basica, il primo vero passo per diventare un incursore d’élite.

2. Il corso di formazione basica

a) Addestramento fisico intensivo

Il corso di formazione basica rappresenta il primo vero ostacolo per i candidati selezionati. Durante questa fase, gli aspiranti incursori vengono sottoposti a un addestramento fisico estremamente intensivo, progettato per migliorare forza, resistenza e capacità operative in condizioni di stress.

Gli elementi chiave dell’addestramento fisico includono:

  • Corsa quotidiana su terreni accidentati con zaini di 20-30 kg.
  • Nuoto avanzato in acque libere con equipaggiamento completo.
  • Esercizi di potenziamento muscolare (piegamenti, trazioni, squat, sollevamento pesi).
  • Marce forzate di decine di chilometri con equipaggiamento.
  • Addestramento in acqua fredda per abituarsi alle immersioni operative.

L’obiettivo è sviluppare un corpo resistente alla fatica e capace di operare per giorni senza riposo. Questa fase è essenziale per garantire che solo i candidati con una preparazione fisica eccellente possano proseguire.

b) Tecniche di combattimento e sopravvivenza

Oltre alla preparazione atletica, il corso basico prevede un intenso addestramento alle tecniche di combattimento e sopravvivenza. Gli incursori devono essere in grado di affrontare scenari di combattimento in diversi ambienti: terra, mare e aria.

Le tecniche di combattimento includono:

  • Combattimento corpo a corpo (CQB): tecniche di difesa personale, prese e neutralizzazione dell’avversario.
  • Tiro avanzato con armi leggere e pesanti: addestramento con pistole, fucili d’assalto e armi di precisione.
  • Uso di esplosivi e demolizioni: tecniche di sabotaggio e distruzione di obiettivi strategici.
  • Tecniche di infiltrazione e mimetizzazione: movimento silenzioso e occultamento in territorio ostile.

Le prove di sopravvivenza comprendono:

  • Sopravvivenza in ambiente ostile: trovare cibo e acqua, costruire rifugi, accendere fuochi.
  • Addestramento in isolamento: operare per giorni senza contatto con la squadra.
  • Resistenza alla privazione del sonno e del cibo: i candidati devono dimostrare di poter funzionare al massimo delle capacità anche sotto estremo affaticamento.

Questa fase è cruciale per formare incursori in grado di adattarsi a qualsiasi situazione e di neutralizzare il nemico con efficienza.

c) Prove di resistenza estrema

Il corso di formazione basica culmina con prove di resistenza estrema, progettate per testare la capacità dei candidati di operare in condizioni al limite della sopportazione umana.

Alcune delle prove più impegnative includono:

  • Settimana infernale: cinque giorni consecutivi di addestramento continuo con meno di 4 ore di sonno totali.
  • Marcia della morte: 50 km con zaino da 30 kg attraverso foreste, montagne e zone paludose.
  • Immersioni prolungate: resistenza a temperature gelide e utilizzo di sistemi di respirazione subacquea.
  • Simulazioni di cattura e interrogatorio: test psicologici che valutano la capacità di resistere a condizioni di prigionia.

Questa fase serve a eliminare chiunque non sia pronto mentalmente e fisicamente per affrontare le difficoltà operative degli incursori della Marina Militare.

Superato il corso di formazione basica, i candidati più forti accedono alla fase successiva: la specializzazione avanzata, che li porterà un passo più vicini al brevetto da incursore.

3. La specializzazione degli incursori

a) Addestramento subacqueo

Una delle principali competenze degli incursori della Marina Militare è la capacità di operare in ambienti subacquei. L’addestramento subacqueo è una fase cruciale della specializzazione e prevede l’apprendimento di tecniche avanzate di immersione, navigazione e sabotaggio subacqueo.

Le principali attività di addestramento includono:

  • Immersioni in circuito chiuso: utilizzo di autorespiratori a ossigeno puro per operazioni stealth senza rilascio di bolle d’aria.
  • Operazioni con mezzi subacquei: addestramento all’uso di veicoli subacquei per l’infiltrazione e l’esfiltrazione.
  • Sopravvivenza in ambiente acquatico: tecniche di resistenza al freddo e gestione di emergenze subacquee.
  • Sabotaggio marittimo: installazione di cariche esplosive su imbarcazioni nemiche e strutture portuali.
  • Orientamento e navigazione subacquea: movimento silenzioso in immersione con l’ausilio di bussole tattiche e sistemi GPS militari.

Il superamento di questa fase certifica la capacità degli incursori di operare in missioni subacquee clandestine, un aspetto distintivo del COMSUBIN.

b) Tecniche di infiltrazione e sabotaggio

Gli incursori devono essere esperti nell’infiltrarsi dietro le linee nemiche e nel condurre operazioni di sabotaggio senza essere rilevati. Questa fase dell’addestramento si concentra sulle tecniche di guerra non convenzionale.

Le principali competenze sviluppate includono:

  • Infiltrazione silenziosa: movimento tattico in territorio nemico evitando il rilevamento.
  • Camuffamento e mimetizzazione: utilizzo di tecniche avanzate per nascondersi in ambienti boschivi, desertici e urbani.
  • Uso di esplosivi e demolizioni: addestramento alla posa di cariche esplosive su obiettivi strategici.
  • Tecniche di guerriglia: attacchi mordi e fuggi, sabotaggio di infrastrutture critiche e imboscate.
  • Evasione e fuga: metodi per sfuggire alla cattura e sopravvivere in territorio ostile.

Questa fase dell’addestramento è particolarmente dura e prevede scenari realistici in cui i candidati devono dimostrare la loro capacità di pensare e reagire rapidamente sotto pressione.

c) Paracadutismo e operazioni aeree

Oltre alle capacità subacquee e di infiltrazione terrestre, gli incursori vengono addestrati per l’infiltrazione aerea tramite lanci con il paracadute da alta quota.

Le principali competenze sviluppate includono:

  • Lanci da alta quota (HALO/HAHO): tecnica utilizzata per infiltrazioni silenziose senza essere rilevati dai radar.
  • Precisione nell’atterraggio: utilizzo di paracadute steerable per atterrare su obiettivi specifici.
  • Recupero e salvataggio: tecniche di estrazione di ostaggi e operatori in difficoltà.
  • Coordinazione con elicotteri: inserimenti rapidi via fune e operazioni aeree tattiche.
  • Addestramento all’aviotrasporto: gestione dell’equipaggiamento e preparazione per missioni con trasporto aereo.

Il completamento di questa fase rende gli incursori capaci di condurre operazioni speciali in qualsiasi ambiente, dall’acqua al cielo, garantendo un’elevata flessibilità operativa.

Conclusa la specializzazione, gli incursori affrontano le ultime prove per ottenere il prestigioso brevetto da incursore, che segna l’ingresso ufficiale nelle forze speciali della Marina Militare.

4. Le fasi finali dell’addestramento

a) Simulazioni di missioni reali

Dopo aver completato le fasi di specializzazione, gli aspiranti incursori devono affrontare un’intensa serie di simulazioni di missioni reali. Questa fase è progettata per testare le capacità operative acquisite durante l’addestramento in scenari estremamente realistici.

Le principali simulazioni includono:

  • Assalto a obiettivi strategici: attacchi simulati a strutture nemiche, basi militari e navi ostili.
  • Operazioni di liberazione ostaggi: scenari in cui gli incursori devono infiltrarsi e neutralizzare minacce per liberare prigionieri.
  • Missioni di sabotaggio: distruzione di infrastrutture critiche con esplosivi e tecniche di demolizione avanzate.
  • Guerra non convenzionale: operazioni di guerriglia, imboscate e combattimento in ambienti urbani, boschivi e marittimi.
  • Operazioni subacquee segrete: infiltrazioni notturne via mare con il supporto di veicoli subacquei.
  • Missioni con inserimento aereo: lanci HALO/HAHO con atterraggio di precisione in zone ostili.

Questa fase è particolarmente impegnativa perché gli aspiranti incursori devono dimostrare di lavorare sotto stress, prendere decisioni rapide e collaborare efficacemente con la squadra.

b) Test finale e valutazione

Superate le simulazioni, i candidati devono affrontare il test finale, una prova decisiva che determinerà la loro idoneità a diventare incursori a tutti gli effetti.

Gli elementi chiave del test finale includono:

  • Missione operativa completa: un’esercitazione che simula una vera operazione militare, con inserimento, esecuzione dell’obiettivo ed estrazione.
  • Resistenza fisica e mentale: valutazione della capacità di operare senza sonno, cibo e in condizioni climatiche estreme.
  • Leadership e lavoro di squadra: gli istruttori valutano la capacità dei candidati di guidare e collaborare con il team.
  • Autonomia decisionale: gli incursori devono essere in grado di risolvere problemi in tempo reale senza supporto esterno.
  • Test su armi ed esplosivi: verifica della competenza nell’uso di armamenti e tecniche di demolizione.

Questa fase rappresenta il culmine dell’addestramento e solo chi supera il test finale può accedere all’ultima fase: il brevetto da incursore.

c) Il brevetto da incursore

Una volta completato il percorso di addestramento e superato il test finale, gli incursori ricevono il prestigioso brevetto da incursore, che segna ufficialmente la loro entrata nel COMSUBIN (Comando Subacquei e Incursori).

Il brevetto certifica che l’incursore è pronto a:

  • Eseguire missioni speciali in scenari di guerra e operazioni segrete.
  • Operare in tutti gli ambienti: marittimo, terrestre e aereo.
  • Utilizzare tecniche avanzate di sabotaggio, infiltrazione e combattimento.
  • Gestire situazioni di crisi e agire sotto pressione in contesti ad alto rischio.

Ricevere il brevetto non significa la fine della formazione, ma l’inizio della carriera operativa come incursore della Marina Militare. Gli operatori continueranno a sottoporsi a addestramenti continui e aggiornamenti per mantenere le loro capacità sempre al massimo livello.

Diventare incursore è un traguardo riservato a pochi, e chi riesce a ottenere il brevetto entra a far parte di una delle unità più prestigiose delle forze speciali italiane.

5. Il ruolo degli incursori dopo l’addestramento

a) Impieghi operativi e missioni speciali

Una volta ottenuto il brevetto da incursore, gli operatori del COMSUBIN sono pronti a essere impiegati in missioni altamente riservate e di fondamentale importanza per la sicurezza nazionale e internazionale. Gli incursori operano in ambienti estremi e ad alto rischio, spesso dietro le linee nemiche o in situazioni di emergenza.

Le principali missioni affidate agli incursori includono:

  • Operazioni di sabotaggio: distruzione di infrastrutture strategiche nemiche, come ponti, porti o installazioni militari.
  • Infiltrazioni e azioni clandestine: missioni segrete in cui gli incursori si muovono senza essere rilevati.
  • Guerra non convenzionale: supporto a unità alleate in conflitti irregolari.
  • Operazioni di controterrorismo: interventi per neutralizzare cellule terroristiche e proteggere obiettivi sensibili.
  • Protezione di navi e installazioni marittime: sicurezza su imbarcazioni e basi strategiche della Marina Militare.
  • Recupero ostaggi: missioni di salvataggio in scenari ad alto rischio.
  • Guerra elettronica e operazioni di intelligence: raccolta di informazioni sensibili e supporto a operazioni segrete.

Queste missioni richiedono un livello di preparazione eccezionale e la capacità di prendere decisioni rapide in situazioni critiche.

b) Formazione continua e aggiornamenti

Essere un incursore della Marina Militare significa mantenere costantemente le proprie capacità operative. Per questo motivo, anche dopo l’addestramento iniziale, gli incursori continuano a sottoporsi a programmi di formazione avanzata e aggiornamenti.

Le principali attività di aggiornamento includono:

  • Addestramenti con altre forze speciali: collaborazioni con unità come il 9º Col Moschin, i GIS dei Carabinieri e reparti d’élite di altri paesi.
  • Simulazioni di nuovi scenari operativi: addestramenti realistici basati su conflitti attuali e minacce emergenti.
  • Utilizzo di nuove tecnologie: aggiornamenti su armi, droni, guerra elettronica e sistemi di comunicazione avanzati.
  • Corsi di specializzazione: in demolizioni, guerra psicologica, combattimento urbano e infiltrazione ad alta quota.
  • Prove di resistenza periodiche: per garantire che gli incursori siano sempre al massimo della loro forma fisica e mentale.

La formazione continua è essenziale per mantenere un livello di eccellenza e garantire che ogni incursore sia pronto a operare in qualsiasi contesto.

c) Le prospettive di carriera

Una volta entrati nel COMSUBIN, gli incursori possono intraprendere diverse strade di carriera, sia all’interno delle forze speciali che in altri reparti della Marina Militare.

Possibili sviluppi di carriera per un incursore includono:

  • Ruoli di comando: avanzamento nei gradi militari fino a diventare ufficiale o istruttore di nuove reclute.
  • Specializzazione in unità specifiche: come le squadre di demolizione, operazioni subacquee o combattimento urbano.
  • Operazioni internazionali: missioni congiunte con forze speciali NATO e alleate.
  • Incarichi di sicurezza e intelligence: lavoro in ambito di controspionaggio e protezione strategica.
  • Ruolo di istruttore: possibilità di entrare nello staff addestrativo del COMSUBIN.
  • Opportunità nel settore privato: dopo il servizio attivo, molti incursori trovano impiego in aziende di sicurezza private o come consulenti per operazioni speciali.

Essere un incursore non è solo una carriera, ma una vocazione che richiede disciplina, determinazione e spirito di sacrificio. Dopo anni di servizio operativo, gli incursori possono decidere di restare nel corpo per formare nuove generazioni o intraprendere ruoli di maggiore responsabilità all’interno della Marina Militare.

Indipendentemente dalla strada scelta, gli incursori della Marina rappresentano l’élite delle forze speciali italiane, con una preparazione e un livello di competenza che li rendono tra i migliori operatori al mondo.

6. Conclusione

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Diventare un incursore della Marina Militare è un percorso estremamente selettivo e impegnativo, riservato a chi possiede capacità fisiche e mentali fuori dal comune. L’addestramento, tra i più duri al mondo, prepara gli incursori a operare in ambienti ostili e in missioni ad alto rischio, mettendoli alla prova con sfide fisiche, psicologiche e tattiche.

Dalla selezione iniziale fino al brevetto, ogni fase dell’addestramento è progettata per forgiare soldati d’élite, capaci di intervenire in scenari di guerra non convenzionale, sabotaggio e operazioni segrete. Gli incursori del COMSUBIN non solo devono dimostrare eccellenti capacità operative, ma devono anche essere in grado di prendere decisioni critiche sotto pressione e lavorare in totale sinergia con la squadra.

Dopo l’addestramento, il loro ruolo si estende a missioni strategiche di fondamentale importanza per la sicurezza nazionale e internazionale, con operazioni che spaziano dal recupero ostaggi al controterrorismo, fino alla protezione di navi e infrastrutture marittime.

Essere un incursore non è solo una carriera, ma una scelta di vita che richiede sacrificio, dedizione e una preparazione costante. Coloro che riescono a ottenere il brevetto entrano a far parte di un’unità d’élite, riconosciuta a livello mondiale per la sua eccellenza e capacità operativa.

Se il tuo obiettivo è diventare un incursore della Marina Militare, sappi che il percorso è lungo e difficile, ma anche incredibilmente gratificante. Solo i migliori riescono a superare tutte le prove e a ottenere un posto tra i ranghi di questa prestigiosa unità.

Luca Catanoso
Luca Catanoso

Blogger Vegano

Luca si avvicina al mondo del business online nel 2016 facendo Network Marketing. Per sua sfortuna entra a far parte di un’azienda piramidale subendo inevitabilmente dei gravi danni morali e patrimoniali.

Dopodichè cerca di rimediare al danno cambiando azienda. Anche se la nuova azienda con cui  collabora è seria le cose non migliorano di molto. Capisce quindi che per risolvere il problema bisogna cambiare business.

Nel 2018 sceglie di diventare un blogger professionista. Dopo soli tre anni di attività riesce a raggiungere la libertà finanziaria portando al successo il suo blog Soldionline.BIZ.

La sua storia è partita molto male ma alla fine si è conclusa con un bellissimo lieto fine. Col suo corso per diventare blogger sta aiutando numerose persone a riscattarsi da questa tristissima illusione di guadagno.

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