Incursori della Marina Militare Italiana: Il GOI, il COMSUBIN e le Operazioni Subacquee

da | 11 Mar 2025 | Arruolamento, Esercito Italiano, Lavori da fare

Gli incursori della Marina Militare Italiana rappresentano l’élite delle forze operative navali. Formati per condurre missioni ad altissimo rischio, questi operatori speciali sono esperti in infiltrazioni subacquee, operazioni clandestine, sabotaggi marittimi e terrestri, recuperi ostili e missioni di antiterrorismo. Agiscono in piccoli nuclei, con estrema autonomia, e sono addestrati per colpire con precisione chirurgica in qualunque scenario operativo, sia in Italia che all’estero.

Indice

1. Introduzione

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a) Chi sono gli incursori della Marina Militare Italiana?

Appartenenti al GOI (Gruppo Operativo Incursori), corpo d’élite del COMSUBIN, questi militari si distinguono per le loro capacità tecniche, la preparazione fisica e mentale, e la versatilità tattica. La loro missione è semplice solo in apparenza: entrare, colpire e scomparire, lasciando dietro di sé solo il risultato dell’azione.

b) Il ruolo strategico del GOI e del COMSUBIN

Il COMSUBIN (Comando Subacquei ed Incursori) è il cuore operativo della Marina Militare in ambito di operazioni speciali. Al suo interno, il GOI rappresenta la componente d’assalto, mentre altre sezioni del comando si occupano di attività subacquee, come la bonifica ordigni o gli interventi di salvataggio in profondità.

Il ruolo del GOI all’interno della difesa nazionale è altamente strategico. Non solo opera in contesti di conflitto e guerra non convenzionale, ma interviene anche in azioni preventive contro il terrorismo, liberazioni ostaggi, sabotaggi mirati e raccolta di intelligence. La possibilità di operare dal mare e sott’acqua fornisce al reparto un vantaggio operativo fondamentale: l’invisibilità fino al momento dell’azione.

In ambito NATO e in cooperazione con altre forze alleate, il GOI svolge un ruolo determinante come reparto d’avanguardia per l’ingresso silenzioso in territori ostili e per la neutralizzazione di minacce strategiche in ambienti marittimi.

c) Differenze tra incursori, subacquei e altre forze speciali

Sebbene spesso vengano associati, gli incursori e i subacquei del COMSUBIN hanno ruoli distinti:

  • Gli incursori del GOI sono addestrati per infiltrazioni tattiche, azioni d’assalto, sabotaggi e combattimenti in ambiente ostile, sia via mare che a terra. Sono militari da impiego offensivo, capaci di agire in scenari di guerra e anti-terrorismo.
  • I subacquei del GOS (Gruppo Operativo Subacquei), invece, sono specializzati in attività tecniche subacquee, come il recupero di relitti, la manutenzione navale in immersione, e la bonifica di ordigni esplosivi sottomarini (EOD). Operano soprattutto in scenari di difesa e protezione, piuttosto che d’assalto.

Infine, rispetto ad altre forze speciali italiane come il 9º Reggimento Col Moschin o il GIS dei Carabinieri, gli incursori del GOI si distinguono per la capacità di agire in ambiente marittimo e subacqueo, rappresentando un punto di forza unico nel panorama della difesa nazionale. La loro triplice proiezione – navale, terrestre e subacquea – li rende una risorsa insostituibile in ogni contesto operativo complesso.

2. Storia del GOI e del COMSUBIN

a) Le origini delle forze speciali navali italiane

i) La Xª Flottiglia MAS e gli assalitori subacquei

Le forze speciali navali italiane affondano le loro radici nella Xª Flottiglia MAS, una delle unità più temute e leggendarie della Seconda Guerra Mondiale. Nata nei primi anni ’40, la “Decima” fu pioniera nel campo della guerra non convenzionale subacquea, sviluppando tecniche innovative e impiegando uomini rana, mezzi d’assalto subacquei come i “maiali” (siluri a lenta corsa), e piccole imbarcazioni rapide per missioni clandestine.

Gli operatori di questa unità si distinsero per il coraggio e l’efficacia in numerose operazioni contro le navi britanniche nel Mediterraneo, in particolare nella baia di Alessandria nel 1941, dove riuscirono a danneggiare gravemente due corazzate nemiche. Queste imprese sancirono la nascita di una vera e propria tradizione italiana nella guerra speciale subacquea, che avrebbe ispirato la creazione delle future forze speciali della Marina.

ii) Le prime operazioni anfibie e subacquee nella Seconda Guerra Mondiale

Oltre alle azioni subacquee, la Xª MAS fu attivamente impiegata anche in operazioni anfibie e sabotaggi a riva, operando in teatri strategici come la Grecia, il Nord Africa e il Mar Egeo. In questi contesti, le squadre d’assalto italiane dimostrarono la potenza operativa delle unità speciali marittime, capaci di infiltrarsi in profondità e colpire obiettivi vitali con estrema precisione e sorpresa tattica.

Il know-how accumulato durante questi anni di guerra costituì la base su cui, nel dopoguerra, si sarebbe costruita una nuova struttura dedicata alle operazioni speciali in ambito marittimo.

b) La nascita del COMSUBIN e del GOI

i) La riorganizzazione postbellica della Marina Militare

Dopo la fine della guerra, l’Italia intraprese un importante processo di ricostruzione delle sue forze armate, sotto la supervisione delle potenze alleate e nel contesto della Guerra Fredda. La Marina Militare, pur depotenziata rispetto al periodo bellico, decise di preservare e riorganizzare l’esperienza accumulata dagli operatori della Xª MAS, con l’obiettivo di creare un reparto moderno e integrato, adatto alle nuove minacce globali.

Nel 1952 nacque ufficialmente il COMSUBIN – Comando Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”, con sede a Le Grazie di Porto Venere, in Liguria. Questo comando avrebbe riunito le competenze sia degli incursori che dei subacquei, mantenendo una distinzione operativa ma sotto un’unica struttura di comando e addestramento.

ii) La formazione del Gruppo Operativo Incursori (GOI)

All’interno del COMSUBIN fu creato il GOI (Gruppo Operativo Incursori), destinato a raccogliere l’eredità diretta delle azioni d’assalto subacquee. Il GOI fu concepito come unità d’élite per operazioni speciali offensive, con un profilo multidimensionale: sabotaggio, infiltrazione, guerra non convenzionale e azioni di intelligence.

Sin dalla sua istituzione, il GOI si è distinto per l’elevatissima selettività del personale, la severità dell’addestramento e la capacità di operare in scenari altamente complessi. Grazie anche agli insegnamenti dei veterani della Xª MAS, il reparto ha consolidato una reputazione d’eccellenza a livello internazionale.

c) Evoluzione delle missioni e operazioni moderne

i) Dalla Guerra Fredda alle operazioni anti-terrorismo

Durante la Guerra Fredda, il GOI fu preparato per operazioni clandestine nei contesti di conflitto potenziale con l’Unione Sovietica, soprattutto nell’area del Mediterraneo. Le esercitazioni si focalizzarono su infiltrazioni navali, demolizioni portuali, recupero ostaggi e sabotaggio di strutture critiche.

Con la fine del bipolarismo mondiale, il focus del reparto si è progressivamente spostato verso operazioni anti-terrorismo, peacekeeping, e operazioni asimmetriche in contesti urbani e ostili. L’attacco alle Torri Gemelle del 2001 e l’escalation delle minacce jihadiste hanno ulteriormente ampliato il raggio d’azione del GOI, portandolo ad agire in teatri come l’Afghanistan, l’Iraq, il Corno d’Africa e il Mediterraneo orientale.

ii) L’integrazione nelle missioni NATO e internazionali

Negli ultimi decenni, il COMSUBIN e il GOI sono stati integrati pienamente nelle missioni NATO e nei comandi interforze, collaborando con unità d’élite come i Navy SEALs americani, il SAS britannico e il GIGN francese. Queste collaborazioni hanno reso il reparto altamente interoperabile, in grado di inserirsi in missioni complesse sotto comando congiunto.

L’inserimento costante in operazioni multinazionali ha elevato ulteriormente il livello operativo del GOI, che oggi si distingue come una delle migliori forze speciali marittime d’Europa e del mondo, pronta a intervenire in qualsiasi scenario, dal mare aperto ai centri urbani, dalle coste ostili ai teatri subacquei.

3. Addestramento degli Incursori della Marina

a) Selezione e requisiti per diventare un incursore

i) Prove fisiche e test psicologici

Diventare incursore della Marina non è un traguardo accessibile a tutti: la selezione è tra le più dure e selettive delle Forze Armate italiane. I candidati devono innanzitutto possedere requisiti fisici e attitudinali fuori dal comune. L’iter selettivo prevede test fisici intensi, che valutano resistenza cardiovascolare, forza muscolare, capacità natatorie e controllo motorio.

Le prove non si limitano alle capacità atletiche. Ogni candidato viene sottoposto a colloqui psicologici approfonditi e valutazioni del profilo psicoattitudinale per determinare la resilienza mentale, la capacità di operare sotto stress, l’adattabilità e l’idoneità a vivere in team ristretti e ad alta coesione.

ii) La dura selezione iniziale: solo i migliori passano

Il primo grande ostacolo per aspiranti incursori è il corso basico propedeutico, noto anche come “fase di selezione iniziale”. Si tratta di un periodo intensivo durante il quale i candidati vengono portati ai limiti fisici e mentali, con un solo obiettivo: testare chi è davvero pronto ad affrontare la formazione avanzata.

Durante questa fase, che può durare diverse settimane, le giornate iniziano all’alba e comprendono addestramenti continui in acqua e a terra, lunghe marce con zaini carichi, sessioni notturne, prove di sopravvivenza e compiti tattici in condizioni estreme. Il tasso di abbandono è altissimo: solo una piccola percentuale riesce ad accedere al corso incursori vero e proprio.

b) Addestramento operativo e specializzazioni

i) Combattimento anfibio e terrestre

Chi supera la selezione entra nel cuore del percorso formativo, dove apprende le tecniche di combattimento in ambiente marino e terrestre. L’incursore è prima di tutto un soldato d’assalto capace di colpire da mare, da terra e sott’acqua. Gli allievi imparano a muoversi silenziosamente lungo le coste, ad affrontare scontri a fuoco in ambienti ostili, a eseguire azioni di sabotaggio sotto copertura e ad affrontare scontri ravvicinati.

L’addestramento comprende anche tecniche di sopravvivenza e mimetizzazione, fondamentali per agire inosservati e portare a termine la missione senza lasciare tracce.

ii) Tecniche di immersione e operazioni subacquee

Una parte essenziale della formazione è l’addestramento subacqueo. Gli incursori del GOI vengono formati a operare a profondità variabili, sia con autorespiratori ad aria compressa che con sistemi a circuito chiuso (ARO), che non producono bolle e permettono infiltrazioni invisibili.

Gli allievi imparano a effettuare infiltrazioni subacquee notturne, attaccare imbarcazioni nemiche, collocare cariche esplosive sotto lo scafo e raggiungere silenziosamente obiettivi costieri partendo dal mare.

iii) Paracadutismo e infiltrazione dietro le linee nemiche

Parte integrante del percorso è anche la formazione aviolancistica. Gli incursori conseguono il brevetto di paracadutismo militare e successivamente affrontano corsi avanzati per effettuare lanci operativi HALO (High Altitude Low Opening) e HAHO (High Altitude High Opening).

Queste tecniche permettono di infiltrarsi dietro le linee nemiche da altezze elevate, con lunghi tragitti in volo planato, evitando i radar e riducendo il rischio di intercettazione.

iv) Uso di esplosivi e sabotaggio

Gli operatori imparano anche a maneggiare e impiegare esplosivi, sia per scopi demolitori che per sabotaggi mirati. Vengono addestrati a preparare trappole, mine, ordigni temporizzati, e a neutralizzare ostacoli o infrastrutture strategiche, con la massima precisione e controllo.

Queste competenze li rendono in grado di bloccare convogli nemici, distruggere ponti o piste aeree, danneggiare imbarcazioni nemiche e operare con rapidità in ambienti complessi e ostili.

c) Le fasi finali e la certificazione come incursore

i) Il brevetto da incursore: una sfida per pochi

Il percorso formativo degli incursori si conclude con una serie di prove finali pensate per mettere alla prova tutte le abilità acquisite: combattimento, orientamento, sopravvivenza, infiltrazione, resistenza allo stress e lavoro di squadra. Solo chi riesce a superare queste prove con successo ottiene il prestigioso brevetto da Incursore della Marina Militare.

Il conferimento del brevetto non rappresenta solo la fine di un addestramento, ma l’ingresso in un’élite militare, riconosciuta e rispettata in tutto il mondo per la sua capacità di operare in silenzio ed efficacemente in ogni contesto.

ii) L’assegnazione alle squadre operative

Dopo la certificazione, i neo-incursori vengono assegnati alle squadre operative del GOI, dove continuano ad addestrarsi quotidianamente e iniziano a partecipare a missioni reali. Ogni squadra ha al suo interno specialisti con ruoli precisi: esperti in esplosivi, sniper, operatori subacquei, tecnici delle comunicazioni, JTAC (controllori aerei), e medici da combattimento.

L’addestramento, in realtà, non si ferma mai: per un incursore, formarsi è un processo continuo, perché ogni operazione può richiedere una nuova capacità, una nuova tecnica, una nuova strategia.

4. Compiti e missioni del GOI

Il GOI rappresenta il braccio armato operativo del COMSUBIN, e le sue competenze spaziano da infiltrazioni subacquee a operazioni terrestri ad alto rischio. I suoi compiti coprono un ampio spettro di scenari tattici, sia in contesti navali che terrestri, ed è spesso impiegato anche in teatri internazionali sotto il comando diretto della Marina o in collaborazione con alleati NATO.

a) Operazioni marittime

i) Boarding e abbordaggi navali

Uno dei compiti principali degli incursori del GOI è l’abbordaggio navale di imbarcazioni sospette, spesso in scenari critici come operazioni anti-pirateria o antiterrorismo in mare. Il personale è altamente addestrato a salire a bordo di navi in movimento, anche in condizioni meteo avverse o durante la notte, utilizzando gommoni RHIB, elicotteri o scalette abbattibili da sommergibili.

Durante queste operazioni, gli incursori devono assicurare rapidamente il controllo della nave, neutralizzare eventuali minacce ostili, verificare l’identità dell’equipaggio e ispezionare il carico. Si tratta di missioni complesse che richiedono rapidità, coordinazione e una preparazione tattica avanzata.

ii) Controllo e sicurezza dei porti

Il GOI è inoltre responsabile di compiti legati alla sicurezza marittima, tra cui la protezione di infrastrutture portuali e strategiche. In caso di minaccia terroristica, sabotaggi o rischi di infiltrazione, gli incursori sono chiamati a intervenire con operazioni preventive o reattive per garantire la sicurezza delle aree portuali e delle rotte navali cruciali per la difesa nazionale e per il traffico commerciale internazionale.

In questi contesti, gli operatori si muovono sia in superficie che sott’acqua, sfruttando la loro capacità di immersione e impiego subacqueo per identificare e disinnescare ordigni esplosivi, rilevare attività anomale o proteggere navi sensibili.

b) Operazioni terrestri e anti-terrorismo

i) Sabotaggio e infiltrazione dietro le linee nemiche

Il GOI non è limitato alle operazioni marittime: è perfettamente addestrato anche per operazioni terrestri, soprattutto quando esse richiedono capacità di infiltrazione silenziosa e sabotaggio di obiettivi strategici. In contesti di guerra o durante missioni speciali, gli incursori possono essere infiltrati in profondità dietro le linee nemiche per colpire installazioni militari, centri di comunicazione, depositi di armi o infrastrutture logistiche.

Queste operazioni richiedono autonomia operativa, mimetismo, raccolta di intelligence in tempo reale e capacità di evacuazione rapida, spesso in ambienti ostili e isolati.

ii) Eliminazione di obiettivi strategici

Tra le missioni più sensibili e riservate affidate al GOI, ci sono quelle che prevedono l’eliminazione fisica di bersagli strategici, ritenuti minacce prioritarie per la sicurezza nazionale o internazionale. Si tratta di operazioni pianificate nei minimi dettagli, dove la precisione, la rapidità e la segretezza sono fondamentali.

In questi casi, l’incursore deve essere capace di infiltrarsi, colpire e sparire, spesso con mezzi non convenzionali e in territori ostili, evitando il coinvolgimento di civili e operando con la massima efficacia.

c) Operazioni speciali internazionali

i) Missioni segrete in collaborazione con la NATO

Il GOI è perfettamente integrato nel sistema delle forze speciali della NATO e partecipa regolarmente a missioni classificate all’estero, spesso in coordinamento con forze speciali di altri paesi. Il personale del GOI è abilitato a operare secondo gli standard internazionali e prende parte a esercitazioni congiunte, che rafforzano la cooperazione e l’interoperabilità tra alleati.

In questi contesti, il GOI agisce come forza di punta per compiti di intelligence, sabotaggio, eliminazione di bersagli ad alto valore, liberazione ostaggi o supporto a operazioni convenzionali.

ii) Supporto a operazioni anti-pirateria

Negli ultimi decenni, il GOI ha svolto un ruolo chiave nel contrasto alla pirateria marittima, soprattutto nell’Oceano Indiano e nel Golfo di Aden, dove il traffico commerciale è spesso minacciato da attacchi di gruppi armati.

Le unità GOI, imbarcate su fregate della Marina Militare, vengono impiegate in interventi rapidi contro pirati, utilizzando tecniche di abbordaggio, irruzione e neutralizzazione, in piena sinergia con altre forze navali europee e statunitensi. Questo tipo di missioni richiede una perfetta conoscenza delle regole di ingaggio, un equilibrio tra uso della forza e protezione delle vite umane, oltre a una flessibilità operativa totale.

5. Il COMSUBIN e le sue funzioni

Il COMSUBIN, acronimo di Comando Subacquei e Incursori, rappresenta una delle eccellenze assolute della Marina Militare Italiana e una delle unità più selettive e segrete dell’intero panorama militare europeo. Non si tratta soltanto di un reparto operativo d’élite, ma di una vera e propria struttura complessa e articolata, dotata di sottounità specializzate e di un sistema di formazione interno che lo rende unico nel suo genere.

a) Struttura e organizzazione del COMSUBIN

Il COMSUBIN si divide in diverse componenti operative, formative e di supporto, ognuna con compiti ben precisi ma strettamente interconnessi. La sua struttura consente di coprire un’ampia gamma di missioni, dalle operazioni subacquee più complesse agli interventi d’assalto ad alto rischio in teatri internazionali.

i) Il ruolo del GOI nel COMSUBIN

Il GOI (Gruppo Operativo Incursori) è il cuore operativo del COMSUBIN. Questa unità è composta da incursori altamente addestrati, in grado di svolgere missioni terrestri, navali e subacquee, sia in ambito nazionale che internazionale. Il GOI è l’equivalente navale dei reparti incursori delle altre Forze Armate italiane, come il 9º Col Moschin dell’Esercito e il 17º Stormo dell’Aeronautica.

Gli operatori del GOI vengono impiegati per compiti di sabotaggio, infiltrazione, neutralizzazione di bersagli strategici, boarding navali e supporto a operazioni speciali della NATO. L’alto livello di addestramento li rende tra i militari più preparati del mondo.

ii) Le altre unità del COMSUBIN: GOS e scuole di addestramento

Oltre al GOI, il COMSUBIN comprende il GOS (Gruppo Operativo Subacquei), reparto dedicato alle attività subacquee non di combattimento, e diverse scuole e centri di addestramento per formare nuovi incursori, sommozzatori militari ed esploratori subacquei.

Le scuole COMSUBIN sono note per l’estrema durezza dei loro corsi, finalizzati a selezionare solo candidati con eccezionali capacità fisiche e mentali. I programmi formativi includono immersioni profonde, sopravvivenza in ambienti ostili, sabotaggio navale e uso di esplosivi subacquei.

b) Il GOS e le missioni subacquee

Il Gruppo Operativo Subacquei (GOS) è specializzato nelle operazioni di immersione non combattenti e ricopre un ruolo fondamentale nella sicurezza dei fondali, nella bonifica esplosivi e nel recupero di materiali sensibili o di valore storico.

i) Operazioni di bonifica ordigni esplosivi (EOD)

Uno dei compiti principali del GOS è la bonifica di ordigni esplosivi (conosciuta come EOD – Explosive Ordnance Disposal), spesso presenti nei fondali marini in prossimità di porti, basi militari o luoghi storici. Questi operatori agiscono con estrema cautela e precisione per neutralizzare bombe, mine e altri ordigni potenzialmente letali.

Il GOS viene anche attivato per emergenze civili, in collaborazione con la Protezione Civile, soprattutto in casi di ritrovamenti bellici in porti, fiumi o laghi italiani.

ii) Recupero relitti e missioni di soccorso

Il GOS partecipa anche a operazioni di recupero relitti, incluse navi affondate e aerei precipitati in mare, sia per motivi di sicurezza che per indagini. In alcune occasioni, questi operatori sono stati chiamati a intervenire in missioni di soccorso sottomarino, ad esempio per localizzare sommergibili dispersi o per supportare operazioni di salvataggio civile.

Le loro competenze tecniche e la capacità di operare a grandi profondità rendono il GOS un reparto insostituibile in tutte le attività legate alla sicurezza sottomarina.

c) Il supporto logistico e tecnologico del COMSUBIN

Oltre all’eccellenza operativa dei suoi reparti, il COMSUBIN dispone di risorse logistiche e tecnologie all’avanguardia che lo pongono ai vertici delle forze speciali internazionali. Questo potenziale tecnico è essenziale per garantire la riuscita delle missioni più complesse, sia in ambito militare che in supporto a operazioni civili.

i) Tecnologie avanzate per immersioni profonde

Il COMSUBIN è dotato di sistemi di immersione a circuito chiuso, campane iperbariche, sonar ad alta definizione e sottomarini teleguidati (ROV), capaci di esplorare fondali marini a grande profondità in totale sicurezza. Tali strumenti sono fondamentali per missioni in ambienti estremamente ostili o non accessibili con mezzi convenzionali.

Le immersioni profonde permettono agli operatori di effettuare azioni di sabotaggio invisibili, installare sensori subacquei o posizionare esplosivi con precisione chirurgica.

ii) Collaborazione con industrie belliche per nuovi equipaggiamenti

Il COMSUBIN collabora regolarmente con le principali aziende italiane del settore difesa, come Leonardo, Beretta, Drass e Fincantieri, per testare e sviluppare nuovi equipaggiamenti, armi e tecnologie operative. Grazie a questa sinergia, gli operatori COMSUBIN sono spesso i primi a utilizzare strumentazioni prototipali, destinate a cambiare il modo di operare delle forze speciali italiane.

L’integrazione di tecnologie come l’intelligenza artificiale per la sorveglianza subacquea, nuovi sistemi di navigazione tattica e dispositivi a basso profilo radar sono solo alcune delle innovazioni che stanno potenziando il reparto.

6. Le missioni internazionali degli Incursori della Marina

Il COMSUBIN, e in particolare il GOI, è tra le poche unità italiane costantemente impegnate in missioni internazionali ad alto rischio, dove l’elemento della sorpresa, della precisione e dell’invisibilità è decisivo. Gli Incursori della Marina Militare rappresentano un asset strategico per la sicurezza globale, la proiezione della forza italiana nei contesti internazionali più delicati e la collaborazione con le Forze Speciali alleate.

a) Operazioni NATO e coalizioni internazionali

Il COMSUBIN partecipa attivamente a operazioni multinazionali sotto l’egida della NATO, dell’ONU e dell’Unione Europea, con l’obiettivo di garantire stabilità in aree di conflitto e contribuire alla sicurezza marittima internazionale.

i) Missioni in Medio Oriente e Nord Africa

Gli incursori sono stati impiegati in teatri critici come l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e il Libano, dove hanno svolto missioni di supporto alle truppe alleate, ricognizione, infiltrazione e sorveglianza in aree ostili. In questi contesti, il COMSUBIN ha agito spesso in modo discreto ma determinante, assumendo compiti come l’individuazione di obiettivi strategici, la messa in sicurezza di infrastrutture sensibili e la protezione di assetti navali.

ii) Lotta alla pirateria nel Corno d’Africa

Una delle missioni di maggior rilievo internazionale è stata la partecipazione alle operazioni anti-pirateria nel Golfo di Aden e nel Corno d’Africa, nell’ambito della missione Atalanta dell’Unione Europea. Gli operatori del GOI hanno garantito la protezione di navi mercantili italiane e internazionali, effettuando boarding ad alto rischio su imbarcazioni sospette e neutralizzando minacce prima che potessero colpire.

b) Operazioni sotto copertura e antiterrorismo

Una delle specialità del GOI è la capacità di operare sotto copertura, senza lasciare tracce e portando a termine missioni delicate in territori ostili. Queste operazioni, spesso classificate, richiedono un livello di preparazione e coordinamento con altri reparti dello Stato e con le forze alleate estremamente elevato.

i) Attività di intelligence in scenari ostili

Gli incursori vengono addestrati a raccogliere informazioni sul campo, identificare obiettivi, effettuare rilievi e comunicazioni criptate, e trasmettere dati essenziali alle centrali operative. In teatri di guerra o in territori dominati da milizie o gruppi terroristici, gli operatori del COMSUBIN sono spesso i primi a muoversi, ponendo le basi per interventi militari mirati.

ii) Supporto alle forze speciali alleate

Il COMSUBIN collabora regolarmente con forze speciali di altri Paesi, come i Navy SEAL statunitensi, il SAS britannico o il Kommando Spezialkräfte tedesco. Questo consente di operare in sinergia durante operazioni complesse, dove ogni unità porta il proprio know-how e le proprie capacità specifiche. Il supporto fornito può includere l’infiltrazione via mare, l’estrazione di operatori feriti, l’individuazione di bersagli o l’intervento diretto in situazioni critiche.

c) Missioni di recupero ostaggi

Uno dei compiti più delicati e ad alto rischio per qualsiasi unità speciale è il recupero di ostaggi in territorio nemico, una specialità in cui il COMSUBIN eccelle grazie alla sua preparazione tecnica e psicologica.

i) Operazioni congiunte con il GIS e il Col Moschin

Il COMSUBIN ha condotto operazioni congiunte con altre forze speciali italiane, in particolare con il GIS dei Carabinieri e con il 9º Reggimento Col Moschin dell’Esercito. In questi casi, ogni reparto agisce in coordinamento per svolgere compiti specifici: il COMSUBIN spesso cura la parte subacquea o anfibia, mentre gli altri reparti agiscono da terra o tramite infiltrazione aerea.

La sinergia tra queste unità è fondamentale per la riuscita delle missioni di estrazione in zone ostili, in cui l’efficacia dell’azione è strettamente legata al fattore sorpresa e alla rapidità di intervento.

ii) Strategie di estrazione e infiltrazione in territorio nemico

Le strategie di infiltrazione impiegate dal COMSUBIN comprendono l’uso di veicoli subacquei, mini-sommergibili, gommoni a bassa visibilità e, in alcuni casi, incursioni notturne a nuoto. Una volta localizzati gli ostaggi, gli operatori entrano in azione in modo sincronizzato, utilizzando tattiche di CQB (Close Quarters Battle) per neutralizzare i sequestratori e portare in salvo gli ostaggi.

Le missioni di recupero vengono pianificate nei minimi dettagli e spesso sono precedute da giorni di sorveglianza e raccolta dati, eseguite in condizioni estreme e con un rischio operativo elevatissimo.

7. Differenze tra GOI, COMSUBIN e altre forze speciali italiane

Nel panorama delle Forze Speciali italiane, ogni unità ha compiti, modalità operative e competenze peculiari. Il COMSUBIN, e in particolare il suo braccio operativo GOI, rappresenta l’eccellenza nel campo delle operazioni marittime e subacquee. Tuttavia, è fondamentale comprendere come si colloca rispetto ad altre forze speciali, come il 9º Reggimento Col Moschin dell’Esercito o il GIS dei Carabinieri, per comprendere appieno il ruolo integrato delle nostre unità d’élite.

a) Differenze tra GOI e 9º Col Moschin

i) Competenze marittime vs. competenze terrestri

Il GOI (Gruppo Operativo Incursori) si specializza in operazioni anfibie e marittime, con capacità uniche legate all’infiltrazione via mare, immersioni operative, sabotaggio navale e abbordaggio di imbarcazioni. La formazione degli incursori del COMSUBIN si fonda sul dominio dell’ambiente acquatico, dall’uso di veicoli subacquei al nuoto operativo, fino alle operazioni in acque profonde e sotto la superficie.

Il 9º Reggimento Col Moschin, al contrario, è il principale reparto incursori dell’Esercito Italiano, specializzato in operazioni terrestri non convenzionali. Le sue competenze coprono un ampio spettro di attività, dalla ricognizione a lungo raggio fino alla guerra non lineare, con tecniche di infiltrazione aerea (HALO/HAHO), sabotaggio, cecchinaggio e intelligence da campo.

ii) Specializzazioni e addestramento specifico

L’addestramento del GOI è calibrato sull’ambiente marittimo e costiero, con un’intensiva formazione subacquea, uso di minisommergibili, immersioni notturne, e tecniche stealth in acqua. I suoi incursori devono essere esperti in ambienti umidi, instabili e dinamici, con un forte focus sulla respirazione controllata, la resistenza al freddo e la gestione di missioni ad alta intensità a bordo di navi o sottomarini.

Il Col Moschin, invece, si forma per combattere in ambienti ostili terrestri, con percorsi di sopravvivenza estrema, capacità di resistere alla fatica e all’isolamento, tecniche di guerriglia, e un approccio spiccatamente offensivo nella guerra irregolare.

b) Il confronto con il GIS dei Carabinieri

i) Antiterrorismo urbano vs. operazioni anfibie

Il GIS (Gruppo di Intervento Speciale) dei Carabinieri è la punta di diamante dell’antiterrorismo nazionale, altamente specializzato in interventi in ambienti urbani, liberazione ostaggi e gestione di crisi con ostili armati. Le sue operazioni si concentrano sulla rapidità d’azione, la precisione chirurgica negli spazi chiusi e il coordinamento con le autorità di polizia.

Il GOI, sebbene possa intervenire in contesti urbani, è principalmente orientato ad agire via mare e da mare, con approcci anfibi e subacquei. Le sue operazioni sono spesso precedute da lunghi periodi di osservazione, sorveglianza marittima e infiltrazione invisibile.

ii) Differenze nelle strategie di intervento

Il GIS opera secondo schemi di intervento immediato, con incursioni rapide, team di sniper, assalti in simultanea da più punti e l’utilizzo di armi non letali quando necessario. Il GOI, al contrario, imposta le missioni secondo una logica di penetrazione e neutralizzazione in ambienti ad alta densità di ostacoli marittimi o costieri, con una propensione alla segretezza e alla discrezione tattica.

Le strategie del GIS sono progettate per contenere e neutralizzare una minaccia nel minor tempo possibile. Quelle del GOI, invece, puntano a colpire il nemico dove meno se lo aspetta, sfruttando l’elemento sorpresa e l’invisibilità operativa.

c) Il ruolo delle Forze Speciali italiane nel panorama internazionale

i) L’importanza dell’interoperabilità tra unità

Negli ultimi decenni, le Forze Speciali italiane hanno incrementato il proprio livello di interoperabilità, partecipando a esercitazioni congiunte e missioni multilaterali con reparti stranieri. Il COMSUBIN, il Col Moschin e il GIS collaborano regolarmente con forze speciali di Paesi alleati, come i Navy SEAL americani, il SAS britannico o il GIGN francese.

L’interoperabilità non è solo un’esigenza operativa, ma anche uno standard NATO, volto a rendere le missioni multinazionali più fluide e coordinate, permettendo l’uso di dotazioni comuni, linguaggi operativi standardizzati e procedure condivise.

ii) Collaborazioni con le forze speciali di altre nazioni

Il COMSUBIN, in particolare, è spesso invitato a missioni di altissimo profilo all’estero, proprio per la sua capacità unica di operare sott’acqua, in ambienti che pochi altri reparti nel mondo riescono a dominare. Anche il GIS e il Col Moschin prendono parte a joint operations con le controparti europee e statunitensi, consolidando la reputazione delle Forze Speciali italiane come tra le più competenti e versatili in Europa.

8. Conclusione

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Negli ultimi decenni, l’evoluzione delle minacce globali e dei teatri operativi ha richiesto una trasformazione radicale delle unità d’élite. Tra queste, gli incursori della Marina Militare Italiana – in particolare il GOI e il COMSUBIN – continuano a rappresentare un pilastro insostituibile nella difesa strategica del nostro Paese. Il futuro di queste unità si gioca su tre fronti: il rafforzamento operativo, l’innovazione tecnologica e la preparazione costante.

a) Il futuro del GOI e delle operazioni subacquee

Le operazioni subacquee sono tra le più complesse e pericolose nel panorama delle missioni militari moderne. Il GOI continuerà a essere impiegato in missioni ad altissimo rischio, che richiedono non solo un’elevata preparazione fisica, ma anche una resilienza mentale e un livello di coordinamento fuori dal comune. Il futuro vedrà un aumento delle missioni clandestine in ambiente marittimo, dell’impiego in scenari ibridi (dove le minacce non sono sempre convenzionali) e dell’intervento in zone sensibili come strettoie navali, piattaforme offshore e infrastrutture critiche.

Il ruolo del GOI sarà sempre più centrale anche nelle operazioni preventive, in cui l’infiltrazione silenziosa e l’intelligence acquisita attraverso immersioni tattiche o sorveglianza costiera saranno determinanti per evitare conflitti su larga scala.

b) Il continuo sviluppo delle tecnologie militari subacquee

Il successo delle operazioni future dipenderà in gran parte dalla capacità di integrare le più recenti innovazioni tecnologiche. Il COMSUBIN è già protagonista di collaborazioni con le principali industrie della difesa per lo sviluppo di veicoli subacquei a guida autonoma (UUV), sistemi di comunicazione subacquea criptata, dispositivi per la navigazione in ambienti GPS-denied e minisommergibili stealth capaci di trasportare operatori direttamente in prossimità dell’obiettivo.

Anche le tute da immersione, i sistemi respiratori e i sensori biometrici sono oggetto di innovazioni continue, con l’obiettivo di prolungare la permanenza in immersione, migliorare la gestione dell’equipaggiamento tattico subacqueo e garantire una maggiore sicurezza all’operatore in ambienti ostili.

c) L’importanza della preparazione delle forze speciali italiane

Il vero punto di forza delle forze speciali italiane resta però la qualità dell’addestramento e la selezione rigorosa. Il GOI, come gli altri reparti speciali, investe enormi risorse nel mantenere uno standard d’eccellenza che non ammette compromessi. Solo pochi candidati riescono a completare il durissimo percorso che li porta a diventare incursori: un processo che garantisce l’élite assoluta nelle missioni più complesse.

La preparazione psicofisica, la capacità decisionale in situazioni limite, il coordinamento con le altre forze speciali e l’adattabilità in qualsiasi ambiente – da una stiva allagata al deserto – fanno degli incursori della Marina una risorsa strategica fondamentale non solo per la sicurezza nazionale, ma anche per l’affermazione dell’Italia nei contesti internazionali.

In un mondo in cui i conflitti si fanno sempre più sofisticati e le minacce più sfuggenti, il COMSUBIN e il GOI rimangono una garanzia operativa, silenziosa ma determinante, capaci di colpire con precisione là dove nessun altro reparto può arrivare.

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

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