Perché i Testimoni di Geova Non Mangiano Mortadella? La Bibbia dice Che Possono?

da | 27 Mar 2025 | Crescita Personale, Religione, Sette Religiose

Perché i Testimoni di Geova non mangiano mortadella? Una domanda che potrebbe sembrare curiosa o persino buffa, ma che nasconde una questione religiosa piuttosto seria. All’interno dell’organizzazione dei Testimoni di Geova, infatti, le regole alimentari non sono legate a principi etici o salutistici, bensì a un’interpretazione rigorosa di alcuni passi della Bibbia.

La mortadella, come molti insaccati industriali, può contenere tracce di sangue o sottoprodotti animali non conformi agli standard religiosi imposti dalla dottrina. Per questo motivo, alcuni Testimoni scelgono di evitarla del tutto, anche se tecnicamente non esiste un divieto esplicito su questo specifico alimento.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio le motivazioni di questa scelta, cosa dice la Bibbia sul consumo di sangue, e condividerò anche un’esperienza personale vissuta in prima persona durante gli anni in cui ero un Testimone di Geova. Se ti sei mai chiesto cosa ci sia dietro un semplice “no, grazie” a un panino con la mortadella, sei nel posto giusto.

1. Mortadella e religione: un binomio insospettabile

a) Cos’è la mortadella e perché crea dubbi religiosi

La mortadella è uno degli insaccati più iconici della tradizione gastronomica italiana. Prodotta con carne di maiale finemente macinata, arricchita da cubetti di grasso e talvolta da spezie, pistacchi o altri ingredienti, viene cotta lentamente in apposite stufe per diverse ore.

Ed è proprio il suo essere un alimento trasformato e industriale, spesso contenente ingredienti non del tutto trasparenti, a renderla problematica per alcune fedi religiose. In particolare, per i Testimoni di Geova, ciò che desta preoccupazione è la possibile presenza di sangue o derivati ematici, come addensanti, aromi naturali o coagulanti che non sempre vengono dichiarati chiaramente sull’etichetta.

b) I Testimoni di Geova possono mangiare la mortadella?

In teoria, : i Testimoni di Geova possono mangiare la mortadella, così come altri tipi di carne e salumi, a patto che non contengano sangue. Tuttavia, nella pratica, molti membri evitano completamente questi prodotti per non rischiare di trasgredire inconsapevolmente il comandamento biblico che vieta il consumo di sangue.

L’organizzazione non emette una lista ufficiale di alimenti proibiti, ma invita i fedeli a essere cauti e a valutare attentamente ogni ingrediente, specie in prodotti trasformati come gli insaccati. Per questo motivo, anche un semplice panino con la mortadella può diventare motivo di imbarazzo o di rifiuto, soprattutto in contesti pubblici o conviviali.

2. Il problema del sangue negli alimenti trasformati

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a) Perché i Testimoni di Geova evitano alcuni salumi

Il divieto biblico di consumare sangue è per i Testimoni di Geova assoluto e non negoziabile. Questo porta molti di loro a evitare del tutto alimenti che potrebbero contenere anche solo tracce di sangue, come sanguinacci, fegato, certi wurstel, salsicce crude e alcuni tipi di salumi industriali.

La mortadella, pur non essendo dichiaratamente prodotta con sangue, può contenere ingredienti non specificati con chiarezza (come emulsionanti o proteine animali idrolizzate) che destano sospetti. Di fronte a questo dubbio, molti preferiscono astenersi del tutto, per non correre il rischio di contravvenire alla volontà di Geova.

b) Il ruolo del dissanguamento e delle etichette alimentari

Uno dei principi fondamentali per i Testimoni di Geova è che la carne deve essere stata dissanguata correttamente prima del consumo. Questo implica che l’animale, al momento della macellazione, deve essere sottoposto a una procedura che elimini completamente il sangue dal corpo.

Negli alimenti trasformati, però, verificare questo processo diventa quasi impossibile. Le etichette spesso non specificano se il prodotto è stato ottenuto da carne dissanguata secondo criteri religiosi, né se contiene additivi di origine ematica. Questa mancanza di trasparenza rende molti prodotti “sospetti”, e di conseguenza esclusi a priori dalla dieta di chi segue scrupolosamente i precetti della propria fede.

3. Cosa dice la Bibbia sul consumo di sangue

a) Passaggi chiave che giustificano il divieto

Il divieto di consumare sangue è uno dei precetti più forti e chiari che i Testimoni di Geova seguono con rigore assoluto. La loro posizione non si basa su interpretazioni allegoriche o simboliche, ma su versetti precisi e letterali della Bibbia, ritenuti vincolanti per ogni vero cristiano.

i) Atti 15:28-29 e Genesi 9:4

Due sono i passaggi centrali utilizzati per giustificare l’astensione dal sangue:

  • Atti 15:28-29 «Infatti allo spirito santo e a noi è sembrato bene di non imporvi alcun altro peso all’infuori di queste cose necessarie: che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione. Farete bene a guardarvi da queste cose.»
  • Genesi 9:4 «Solo non dovete mangiare la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue.»

Secondo i Testimoni di Geova, questi versetti non lasciano spazio a compromessi: il sangue rappresenta la vita e appartiene a Dio, pertanto nessuno ha il diritto di ingerirlo, nemmeno in piccole quantità o per scopi terapeutici (motivo per cui rifiutano anche le trasfusioni).

ii) Come la Watch Tower interpreta questi versetti

La Watch Tower, l’organo centrale che guida la dottrina dei Testimoni di Geova, ha costruito intorno a questi versetti un’intera visione etica e spirituale. Secondo la loro interpretazione, il comando di “astenersi dal sangue” è eterno, universale e applicabile a ogni forma di assunzione: alimentare, medica, rituale o simbolica.

Per questo motivo:

  • Non consumano alimenti che contengano sangue (neppure in piccole quantità)
  • Non accettano trasfusioni di sangue
  • Rifiutano anche alimenti industriali di origine sospetta

La posizione della Watch Tower è quindi rigida e intransigente, basata sull’idea che l’obbedienza assoluta a questo comando sia una prova di fedeltà a Dio. Non si tratta di una questione di salute o igiene, ma di fedeltà spirituale: chi consuma sangue, anche inconsapevolmente, mette a rischio la propria approvazione divina.

Ed è proprio in questo contesto che un alimento come la mortadella diventa oggetto di sospetto e rifiuto, a prescindere dalla reale presenza o meno di sangue.

4. Esperienza personale: quando rifiutavo la mortadella

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a) Il disagio di dire “no” anche davanti a un panino

Durante i miei anni da Testimone di Geova – tra i 19 e i 22 – non rifiutavo mai un alimento per scelta etica, ma solo per ubbidienza cieca. Prima di entrare nell’organizzazione mangiavo di tutto, compresi carne, salumi, formaggi e mortadella, senza pormi grandi domande.
Una volta dentro, però, tutto cambiò: iniziai a controllare ogni ingrediente, non per rispetto della vita o della mia salute, ma per non violare i dettami dottrinali sul consumo di sangue.

Ricordo bene il disagio di trovarmi davanti a un panino con la mortadella, magari offerto con gentilezza, e dover rispondere con un “no, grazie”, senza poter davvero spiegare perché. Non sentivo che fosse sbagliato mangiarlo, ma lo evitavo perché “così vuole Geova”.
Nessuna consapevolezza, nessuna profondità. Solo una regola da rispettare per essere accettato.

b) Da regola dottrinale a scelta consapevole: la mia trasformazione

Dopo essere uscito da quell’ambiente, ho sentito il bisogno di dare un significato più alto alle mie scelte, anche alimentari. È iniziato così un percorso che mi ha portato ad avvicinarmi al rispetto per la natura e per gli animali, fino a diventare prima vegetariano, poi vegano.

Oggi non evito la mortadella perché lo impone una religione, ma perché ho scelto di non contribuire alla sofferenza degli animali. È una scelta consapevole, etica, coerente con i miei valori profondi.

E più mi avvicinavo a questo stile di vita, più capivo quanto la mia esperienza da Testimone fosse stata priva di vera spiritualità. Non era un cammino verso la luce, ma una gabbia fatta di controllo, colpa e repressione delle coscienze.

Come può dirsi “divina” una religione che vieta un alimento solo per un dettaglio tecnico (il sangue), ma non ha nulla da dire sulla morte degli animali, sullo sfruttamento industriale, sull’impatto ambientale, sulla sofferenza?

Il mio risveglio è cominciato proprio lì, davanti a un piatto.
Nel momento in cui ho smesso di ubbidire per paura e ho iniziato ad ascoltare la mia coscienza.

5. Falsi miti e domande frequenti

a) I Testimoni di Geova sono vegetariani?

No, i Testimoni di Geova non sono vegetariani. Anzi, la loro dieta include regolarmente carne, pesce e derivati animali. L’unico limite alimentare che seguono con rigore è il divieto di consumare sangue, basato su specifici passi biblici.
Questo significa che non rifiutano la carne per rispetto della vita animale o per motivi etici, ma solo per ubbidienza a una norma religiosa.

Spesso si crea confusione tra l’astensione dal sangue e il vegetarianismo, ma in realtà le motivazioni e l’approccio sono completamente diversi. Un Testimone può mangiare tranquillamente carne di maiale, pollo o manzo… purché sia dissanguata.

b) Possono mangiare altri tipi di salumi?

Sì, i Testimoni di Geova possono mangiare salumi, ma solo se sono certi che non contengano sangue o suoi derivati. Questo rende problematico il consumo di molti insaccati industriali, come:

  • Mortadella
  • Salsicce
  • Wurstel
  • Salami non specificati

In genere, per evitare rischi, molti Testimoni preferiscono evitare del tutto i salumi, a meno che non siano di produzione controllata o artigianale, con ingredienti trasparenti e privi di ogni dubbio.

6. Due letture consigliate per capire davvero il mondo dei Testimoni

a) Testicoli di Genova: ironia e verità sulla vita porta a porta

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Un libro che fa sorridere, riflettere e – per chi c’è passato – ritrovare sé stesso in ogni episodio.

b) Testimoni di Geova e Bibbia: Setta o Vera Religione?

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Basato su esperienze personali, analisi dottrinali e testimonianze inedite, questo libro smonta l’impalcatura ideologica della congregazione, portando alla luce le dinamiche di controllo mentale e le contraddizioni tra dottrina e realtà.

7. Conclusione: un affettato, mille implicazioni religiose

Chi avrebbe mai pensato che una semplice fetta di mortadella potesse racchiudere tante implicazioni religiose, morali e spirituali? Eppure, per i Testimoni di Geova, anche un alimento così comune può diventare un motivo di esitazione, giudizio e senso di colpa.

Il problema, come abbiamo visto, non è l’alimento in sé, ma ciò che rappresenta all’interno di un sistema fatto di regole ferree, interpretazioni letterali e controllo delle coscienze. La mortadella — come altri cibi “sospetti” — diventa il simbolo di una religione che impone comportamenti precisi senza preoccuparsi della reale consapevolezza o del significato profondo delle scelte.

Personalmente, ho vissuto quella tensione sulla mia pelle. Ho detto “no” a certi piatti non per convinzione, ma per paura. Ho seguito una dottrina che mi insegnava a obbedire, non a comprendere. E solo dopo aver lasciato quell’ambiente ho scoperto cosa significa fare scelte autentiche, guidate dalla coscienza, dalla compassione e dal rispetto per la vita.

Oggi, guardando una fetta di mortadella, non vedo più una “prova di lealtà” a Geova. Vedo un simbolo di un passato da cui mi sono liberato.
E se questo articolo ti ha aiutato a comprendere meglio quel mondo, allora forse anche tu hai fatto un piccolo passo verso una consapevolezza più profonda.

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

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