Per chi ha vissuto dentro l’organizzazione dei Testimoni di Geova, la Grande Tribolazione non è solo una dottrina. È una certezza.
Un evento imminente, devastante, inevitabile.
Non “forse”, non “un giorno”. Ma “presto”, “molto presto”, “a momenti”.
Fin da piccoli si viene educati all’idea che il mondo così come lo conosciamo sta per finire sotto la mano potente di Geova, che darà inizio alla fase finale della sua giustizia con uno scenario di caos globale, seguito dall’Armageddon e poi dal Regno millenario.
Le pubblicazioni parlano spesso della “grande tribolazione” come qualcosa di già alle porte, con illustrazioni forti, toni drammatici e messaggi di allerta costante.
Ma quanto manca davvero?
Cosa dicono oggi i Testimoni di Geova sull’inizio di questa fase profetica?
1. Introduzione: la Grande Tribolazione nella dottrina JW
La domanda “quanto manca allo scoppio della Grande Tribolazione?” torna ciclicamente tra i membri dell’organizzazione, e non solo.
È una domanda che attraversa forum, conversazioni tra pionieri, discorsi pubblici, commenti durante lo studio della Torre di Guardia.
Una domanda che non ha mai una risposta chiara, ma che è sempre accompagnata da un senso di allerta:
“Le profezie si stanno adempiendo sotto i nostri occhi.”
“Siamo agli ultimi respiri di questo sistema di cose.”
“Non c’è mai stato un tempo come questo.”
Eppure, questa narrazione è ricorrente da decenni.
Già nel 1914, nel 1925, nel 1975, alla fine del XX secolo… i segni sembravano maturi.
Ma la Grande Tribolazione non è mai arrivata.
In questo articolo cercheremo di rispondere con lucidità a una domanda che inquieta molti:
- Cosa intendono davvero i Testimoni quando parlano della Grande Tribolazione?
- Quali segni aspettano?
- E perché questo continuo “quasi” tiene milioni di persone in uno stato costante di allerta spirituale e psicologica?
Ti racconterò anche la mia esperienza diretta con questa aspettativa, che mi ha accompagnato per anni… fino alla liberazione interiore.
2. Che cos’è la Grande Tribolazione secondo i Testimoni di Geova
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a) Origine del concetto e riferimenti biblici
Il concetto di Grande Tribolazione è centrale nella teologia dei Testimoni di Geova e trae origine da passi specifici della Bibbia, in particolare da Matteo 24:21-22, Apocalisse 7:14 e Daniele 12:1.
Secondo l’interpretazione geovista, questo periodo rappresenta la fase iniziale della fine del sistema di cose di Satana, un evento drammatico che precede immediatamente Armageddon.
La Grande Tribolazione non è vista come una metafora, ma come una realtà profetica molto concreta, che coinvolgerà:
- Crisi globali senza precedenti
- Distruzione delle religioni false (Babilonia la Grande)
- Attacco diretto contro il popolo di Geova
I Testimoni credono che solo chi è in piena comunione con l’organizzazione di Geova sopravvivrà a questi eventi.
b) Differenza tra “fine del mondo” e “Grande Tribolazione”
È importante chiarire che la Grande Tribolazione non coincide con l’Armageddon, né con la “fine del mondo” nel senso comune.
Per i Testimoni di Geova, il processo escatologico avviene in tre fasi principali:
- Scoppio della Grande Tribolazione – crisi globale improvvisa
- Attacco a Babilonia la Grande – distruzione di tutte le false religioni
- Armageddon – intervento diretto di Geova e distruzione dei governi umani
In questo schema, la Grande Tribolazione è solo l’inizio, ma è l’elemento chiave che annuncia l’imminente giudizio definitivo.
c) Il ruolo di Geova e di Gesù Cristo
Nel racconto profetico dell’organizzazione, Geova è colui che “trattiene” finché il momento non è giusto.
Il ruolo di Gesù, invece, è quello di Comandante dell’esercito celeste, incaricato di guidare le operazioni di giudizio.
Gesù osserva gli sviluppi, supervisiona gli angeli e interviene nel momento stabilito da Geova, con precisione millimetrica secondo la profezia.
I Testimoni credono che l’intero processo sia già in fase avanzata, e che il ritardo sia solo apparente.
3. I segni che annunciano l’inizio
a) La proclamazione della “pace e sicurezza”
Uno dei segni più citati nelle pubblicazioni JW è la profezia contenuta in 1 Tessalonicesi 5:3, che dice:
“Quando diranno: ‘Pace e sicurezza!’, allora una distruzione improvvisa sarà loro addosso…”
Secondo i Testimoni, questa proclamazione potrebbe manifestarsi in accordi politici, dichiarazioni internazionali o intese religiose che danno l’impressione di una stabilità mondiale.
Ma in realtà, secondo la loro interpretazione, sarà il preludio alla catastrofe.
b) La distruzione di Babilonia la Grande
Babilonia la Grande, nella dottrina JW, rappresenta l’intero sistema delle religioni false.
I Testimoni credono che, al culmine della tribolazione, i governi del mondo si rivolteranno contro di essa, distruggendola.
Questo evento sarà visto come un segno inequivocabile:
“Ora inizia la fase finale.”
Secondo loro, solo l’organizzazione di Geova sarà risparmiata, essendo l’unica “vera religione” sulla Terra.
c) L’attacco finale contro il popolo di Geova
L’ultimo segnale sarà, secondo le fonti JW, l’attacco diretto contro i Testimoni di Geova, da parte di governi o coalizioni globali.
In questo scenario:
- Le Sale del Regno verranno chiuse o vietate
- Le pubblicazioni saranno censurate
- I Testimoni saranno perseguitati apertamente
Sarà in quel momento che, secondo la profezia, Geova interverrà direttamente con l’Armageddon, mettendo fine al sistema di Satana e dando inizio al Regno millenario.
4. Cosa dicono oggi i Testimoni sul “quanto manca”
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a) Il linguaggio attuale delle pubblicazioni JW
Negli ultimi anni, le pubblicazioni ufficiali dei Testimoni di Geova hanno mantenuto un linguaggio molto simile a quello delle generazioni passate, pur evitando riferimenti a date precise.
Frasi come:
- “Viviamo nei momenti finali degli ultimi giorni”
- “Gli eventi indicano che la Grande Tribolazione è vicina”
- “Il tempo a disposizione per scegliere Geova sta per scadere”
sono ricorrenti nelle riviste La Torre di Guardia, nei video della JW Broadcasting e negli articoli di jw.org.
La vaghezza è calcolata, utile per mantenere lo stato di allerta senza incorrere in errori cronologici come quelli del 1914, 1925 o 1975.
b) Discorsi recenti e aspettative interne
Durante i congressi regionali e le adunanze speciali, anziani e sorveglianti fanno spesso riferimenti a “tempi critici”, incoraggiando i fedeli a:
- Predicare di più
- Ridurre gli impegni secolari
- Aumentare la frequenza alle adunanze
Molti fedeli, soprattutto quelli cresciuti all’interno dell’organizzazione, vivono in un’attesa perenne, osservando attentamente ogni guerra, epidemia, crisi economica o dichiarazione geopolitica, come possibile inizio della profezia.
La narrazione si rinnova costantemente, ma l’obiettivo rimane invariato: tenere il gregge sveglio, unito e sottomesso.
c) La retorica del “molto, molto vicino”
Una delle espressioni più usate negli ultimi anni è “molto, molto vicino”.
La ripetizione serve a rafforzare l’idea che siamo a un passo dalla fine, anche se nessuno può sapere “il giorno e l’ora”.
Questa retorica ha un doppio effetto:
- Motiva i più devoti a intensificare le attività teocratiche
- Impedisce ai dubbiosi di rilassarsi o fare progetti a lungo termine
Ma, come vedremo nel prossimo punto, questo stato di tensione continua ha un costo psicologico altissimo.
5. L’impatto psicologico dell’attesa
a) Ansia spirituale e urgenza esistenziale
Vivere nell’attesa costante di una catastrofe globale non è spiritualmente neutro.
Molti Testimoni sviluppano forme di ansia esistenziale, alimentata dall’idea che ogni giorno possa essere “quello decisivo” e che ogni errore potrebbe costare la vita eterna.
Ogni piccolo dubbio, svago, sogno personale o relazione con “il mondo” può essere visto come un rischio.
E così, la vita diventa una corsa contro il tempo, senza mai concedersi pause reali.
b) Rinunce, senso di colpa e controllo sociale
L’attesa della Grande Tribolazione comporta scelte drastiche, spesso irreversibili:
- Rinuncia a studi e carriere
- Scoraggiamento verso il matrimonio o la genitorialità
- Scelte di povertà “volontaria” per dedicarsi alla predicazione
Quando queste scelte non portano ai risultati promessi, il senso di colpa diventa schiacciante.
Il fedele non mette mai in dubbio l’organizzazione, ma sé stesso.
“Non sono abbastanza spirituale.”
“Geova ritarda per colpa mia.”
In questo modo, il controllo diventa interno, autoalimentato, e la comunità diventa un luogo in cui il pensiero critico viene represso in nome della fedeltà.
c) La ciclicità delle aspettative apocalittiche
Il 1975, il 2000, la pandemia, la guerra in Ucraina… ogni evento mondiale diventa un possibile inizio della fine.
E puntualmente, quando nulla accade, la narrazione si ricalibra, ma non si ferma mai.
Questa ciclicità crea un effetto psicologico chiamato “apocalisse rinviata”:
il fedele vive un’altalena di eccitazione e frustrazione, speranza e delusione, senza mai uscire dal ciclo.
È un meccanismo potente.
Non si rompe con un singolo dubbio, ma solo con una presa di coscienza radicale.
6. La mia esperienza personale
a) Quando aspettavo la Grande Tribolazione
Ricordo perfettamente quel periodo.
Ogni conversazione, ogni discorso, ogni studio si chiudeva con lo stesso ritornello: “Sta per arrivare. È questione di poco.”
Vivevo nell’attesa. Ma non era una speranza serena: era una tensione costante, come se un temporale dovesse scoppiare da un momento all’altro.
Ogni scelta personale — dal lavoro agli amici, dalle passioni alla scuola — doveva essere filtrata attraverso quella previsione.
E così, giorno dopo giorno, rinunciavo a vivere pienamente, per prepararmi a qualcosa che, però, non arrivava mai.
b) I segnali che osservavamo ogni giorno
Cercavamo segnali ovunque:
- Un nuovo conflitto internazionale
- Un terremoto
- Una dichiarazione ONU
- Una legge contro le religioni
Tutto diventava un “indizio” che la Grande Tribolazione era vicina.
E noi dovevamo “restare svegli”, non lasciarci distrarre, non abbassare la guardia.
Questo sguardo costante verso il “giorno dell’ira” creava una mentalità da assedio, dove il mondo esterno era sempre più corrotto, e noi sempre più isolati.
c) Quando ho capito che era una narrativa ripetitiva
Un giorno ho smesso di contare i segni.
Ho cominciato a studiare la storia del movimento, a leggere le vecchie pubblicazioni, a confrontare le aspettative del passato.
E ho capito: era tutto già successo. Tante volte.
1914, 1925, 1975, il Duemila… ogni generazione aveva il suo “molto vicino”.
Ogni volta con toni drammatici, e ogni volta con la stessa rimozione silenziosa del fallimento.
Lì ho realizzato che non stavo aspettando Geova: stavo subendo un sistema narrativo ciclico.
E in quel momento, ho iniziato a liberarmi.
7. Libri consigliati per approfondire
a) Testimoni di Geova e Bibbia: analisi critica
Questo saggio approfondisce con rigore e documentazione le contraddizioni dottrinali, le profezie fallite e i meccanismi comunicativi dell’organizzazione.
Testimoni di Geova e Bibbia: Setta o Vera Religione? è un’analisi lucida, perfetta per chi cerca risposte fuori dalla narrazione ufficiale.
b) Testicoli di Genova: satira e memoria
Una lettura più leggera ma non meno potente.
Testicoli di Genova è una raccolta di episodi satirici e autobiografici, che racconta l’assurdità del mondo geovista con intelligenza e ironia.
Ideale per chi ha vissuto “da dentro” e ha bisogno di sdrammatizzare per guarire.
c) Dove trovarli e perché leggerli oggi
Entrambi i libri sono disponibili su Amazon, sia in formato ebook che cartaceo.
Sono strumenti indispensabili per:
- Ex membri in cerca di elaborazione
- Familiari che vogliono comprendere
- Studenti di religione e psicologia del controllo
Leggere è il primo passo per riconnettersi con la realtà.
8. Conclusione
a) Perché è importante riflettere su queste attese
Credere nell’imminenza di un evento drammatico può sembrare spirituale.
Ma se quell’attesa non si realizza mai, cosa resta?
Resta il vuoto.
Resta la vita non vissuta.
Resta una verità costruita sulla paura, non sulla libertà.
Capire come funziona questa dinamica è un atto di consapevolezza.
E forse anche di salvezza, quella vera.
b) La fede come scelta consapevole, non imposta
La fede non dovrebbe mai essere una corsa per sfuggire a un castigo.
Dovrebbe essere un atto libero, scelto, maturato.
Quando una religione ti dice come pensare, come parlare, come temere… sta abusando del tuo spirito.
E la paura della Grande Tribolazione, così com’è usata dai Testimoni di Geova, non libera: intrappola.
c) Invito alla libertà interiore e alla lettura
Se hai sentito dentro di te qualcosa che vibra mentre leggevi questo articolo, non ignorarlo.
Forse è la tua coscienza che vuole respirare.
Forse è la tua mente che chiede verità, non più slogan.
Leggi, informati, rifletti.
E se vuoi, inizia proprio da uno di quei libri.
Perché ogni risveglio comincia con una domanda che non puoi più soffocare.
Ora non mi resta che augurarti buona permanenza su Soldionline.biz!
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