Scandalo Herbalife. Ragazza muore dopo assunzione

da | 12 Giu 2019 | Scelta di un'azienda di network marketing

L’ ennesimo scandalo Herbalife è quello di una ragazza che muore dopo due mesi di assunzione regolare degli integratori dimagranti. Si tratta di una donna giovanissima di soli 24 anni. I fatti risalgono al maggio del 2019.

Una ragazza indiana affetta da ipotiroidismo intraprende una dieta dimagrante consumando con regolarità tre prodotti a base di Tiroxina. Dopo 2 mesi di assunzione regolare la giovane sventurata inizia ad accusare alcuni effetti collaterali tra cui una forte perdita di appetito.

Non ha mangiato nulla per una settimana dopodichè ha cominciato anche a manifestare evidenti squilibri fisiologici con conseguente ittero. La sua pelle di colore fortemente giallastro ha provocato un forte allarme spingendola ad un ricovero urgente.

Viene quindi portata nel centro medico dove si rileva una grave encefalopatia epatica di livello 3.

Il team medico conviene che data la gravità delle lesioni sia necessario procedere subito con un trapianto di fegato. Viene quindi portata immediatamente nel centro trapianti ma oramai è troppo tardi. La ragazza muore dopo giorni di agonia.


Scandalo Herbalife ragazza muore

Questo è l’ ennesimo scandalo Herbalife che vede vittima una giovane ragazza che muore dopo una dieta dimagrante.

Lo staff medico del istituto indiano “The Cochin Gastroenterology Group Ernakulam Medical Centre” inizia ad indagare.

Riescono quindi a prendere contatto col distributore che ha procurato a i prodotti alla giovane sventurato. Dopodichè prelevano alcuni campioni per sottoporli ad analisi approfondite.

Dalle analisi emerge che tali prodotti contengono altissime concentrazioni di metalli pesanti nonchè altri composti tossici non ancora identificati. Inoltre il 75% dei campioni analizzati contengono addirittura tracce di sostanze psicotrope.

Infine il team altamente specializzato che ha condotto le analisi rileva che nel 63% dei campioni analizzati sono stati trovati batteri patogeni estremamente pericolosi. Proteobacteria, Cyanobattería Escherichia, Klebsiella, Acinetobacter e Streptococcus sono solamente alcuni dei batteri rilevati nei campioni analizzati.

Si tratta di batteri estremamente dannosi per il fegato. Non è un caso che la ragazza sia morta proprio per le gravissime lesioni al fegato. Tali lesioni erano talmente gravi da aver compromesso in modo irreversibile il corretto funzionamento di questo organo vitale. I medici si sono quindi mobilitati per procedere ad un trapianto immediato ma oramai era troppo tardi.

Successivamente gli stessi medici hanno contestato che la presenza di tali sostanze all’ interno di prodotti per la salute è inaccettabile. Infatti l’ utilizzo prolungato di tali veleni porta inevitabilmente a danni irreversibili a carico del fegato dei consumatori.


Herbalife si difende

Lo scandalo Herbalife che vede coinvolta la ragazza che muore dopo 2 mesi di dieta dimagrante suscita tantissimo clamore. Infatti anche in passato l’ azienda è finita sotto accusa per altri gravi episodi.

La stessa azienda oggi si difende sostenendo che milioni di persone ogni giorno consumano i prodotti Herbalife con la massima sicurezza. Infatti il colosso statunitense produce e commercia i suoi numerosi prodotti seguendo scrupolosamente tutte le direttive volte a tutelare i consumatori.

Più precisamente l’ azienda distribuisce da diversi decenni i suoi prodotti in ben 94 paesi di tutto il mondo. A seguito delle varie analisi condotte presso i diversi stati mai nessuno ha riscontrato irregolarità. Infatti i valori presenti nei composti sono in linea coi limiti stabiliti dalle varie direttive comunitarie.

Inoltre nel caso specifico dell’ India tali prodotti sono stati analizzati e certificati dalla “Federazione delle Indie Camera di Commercio e Industria (FICCI) Research and Analysis Centre (FRAC)“. Si tratta di un organo indipendente specializzato nella ricerca e nelle analisi dei prodotti. Tale organo certifica che i prodotti Herbalife rispettano gli standard comunitari.


Non è la prima volta

In questo scandalo Herbalife in cui una ragazza muore a seguito di un’ assuzione prolungata di fantomatici prodotti sulla salute troviamo alcune analogie con altri episodi capitati anni addietro.

Questo triste episodio giunge dopo solo due anni dal più grande scandalo legato al mondo del Network Marketing. Infatti nel 2017 l’ azienda finisce sotto i riflettori della critica nonchè dei vari organi statali.

Più precisamente l’ Herbalife finisce sotto accusa a seguito di una documentario cinematografico dal grandissimo impatto emotivo. Inoltre anche l’ ente americano per la tutela dei consumatori prende di mira il colosso statunitense degli integratori.

Vediamo quindi cosa succede.


Betting On Zero

Lo scandalo Herbalife non conosce limiti.

Infatti nel 2017 l’ azienda finisce sotto i riflettori dell’ opinioni pubblica a seguito della pubblicazione di un documentario conosciuto col nome di “Betting On Zero“.

Praticamente questo documentario vede tra i massimi promotori Bill Ackman. Si tratta di un milionario Statunitense classe 1966.

Ackman è un investitore che scommette 1 milardo di dollari sul titolo Herbalife in discesa. Infatti secondo il milardario statunitense Herbalife è il più clamoroso esempio di schema piramidale. Pertanto il colosso americano è un modello di business insostenibile che in quanto tale è destinato a collassare.

Il documentario su Herbalife ha un forte impatto emotivo e racconta la storia di numerose persone che hanno subito gravi danni finanziari diventando incaricati alle vendite.

Inoltre nel documentario si mette sotto accusa la scarsa qualità dei prodotti a fronte del loro prezzo veramente alto.


Multa della FTC

Nel 2017 si verifica il più grande scandalo Herbalife. Praticamente nel 2015 l’ azienda viene indagata dalla FTC. Si tratta dell’ ente americano per la tutela dei consumatori. Le indagini partono grazie alle numerose denunce depositate da numerosi ex distributori.

Dopo 2 anni di indagini la FTC emana il suo verdetto. Herbalife viene condannata ad una multa di ben 200 milioni di dollari. Con questa sanzione l’ azienda deve risarcire oltre 350.000 distributori che hanno esercitato l’ attività di addetto alle vendite tra il 2009 ed il 2015.

Questa pesantissima sanzione è la punizione per le pratiche commerciali scorrette attuate dall’ azienda. Più precisamente Herbalife presentava in modo distorto la propria opportunità di business. I distributori venivano quindi incentivati ad intraprendere l’ attività illudendosi con Herbalife si può guadagnare davvero.

In molti casi diventare distributore di Herbalife voleva dire acquistare enormi quantitativi di prodotti da rivendere. Tra i numerosi distributori risarciti troviamo casi di persone che hanno investito dai 1000 ai 20.000$ in prodotti da rivendere.

Solamente dopo aver fatto questo investimento si sono accorti che vendere questi prodotti non è affatto semplice. Pertanto costoro hanno subito un grave danno economico acquistando prodotti invendibili.


Scandalo Herbalife – Conclusione

Lo scandalo Herbalife vede coinvolta una ragazza che muore dopo un’ assunzione prolungata di prodotti dimagranti.

La giovane donna di 24 anni viene ricoverata d’ urgenza presso un’ istituto medico indiano. I medici riscontrano gravissimi danni al fegato. Tale organo danneggiato irrimediabilmente richiede un trapianto immediato. Purtroppo però è troppo tardi e la ragazza muore.

Le indagini mediche rilevano che nei prodotti Herbalife ci sono grandi quantitativi di metalli pesanti nonchè altre sostanze estremamente pericolose.

Herbalife si difende sostenendo che i suoi prodotti sono certificati e rispettano i più alti standard comunitari.

Questo è solamente uno dei numerosi scandali che hanno colpito l’ azienda negli ultimi anni. Infatti nel 2017 il colosso statunitense ha subito due potenti attacchi. Il primo riguarda la pubblicazione del documentario “Betting On Zero“. Nel documentario si raccolgono le testimonianze di numerosi distributori americani rovinati. La seconda riguarda la sentenza della FTC che condanna l’ azienda a risarcire oltre 350.000 distributori statunitensi che hanno svolto l’ incarico di addetto alle vendite tra il 2009 ed il 2015.

Se invece tu pensi che il Network Marketing sia una valida possibilità per guadagnare è evidente che sei male informata. Di conseguenza t’invito ad informarti meglio poichè questa tua mancanza di conoscenza può seriamente farti prendere decisioni stolte. E’ proprio per questa motivazione che desidero invitarti di leggere con grande attenzione il mio PDF sul Network Marketing.

Ora non mi resta che augurarti buona permanenza su Soldionline.BIZ!

Luca Catanoso
Luca Catanoso

Blogger Vegano

Luca si avvicina al mondo del business online nel 2016 facendo Network Marketing. Per sua sfortuna entra a far parte di un’azienda piramidale subendo inevitabilmente dei gravi danni morali e patrimoniali.

Dopodichè cerca di rimediare al danno cambiando azienda. Anche se la nuova azienda con cui  collabora è seria le cose non migliorano di molto. Capisce quindi che per risolvere il problema bisogna cambiare business.

Nel 2018 sceglie di diventare un blogger professionista. Dopo soli tre anni di attività riesce a raggiungere la libertà finanziaria portando al successo il suo blog Soldionline.BIZ.

La sua storia è partita molto male ma alla fine si è conclusa con un bellissimo lieto fine. Col suo corso per diventare blogger sta aiutando numerose persone a riscattarsi da questa tristissima illusione di guadagno.

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