Testimoni di Geova e 8 per mille: cosa c’è da sapere davvero

da | 2 Apr 2025 | Crescita Personale, Religione, Sette Religiose

Ogni anno, milioni di cittadini italiani compilano la dichiarazione dei redditi e scelgono — oppure lasciano scegliere allo Stato — a chi destinare l’8 per mille dell’IRPEF, una quota delle imposte che può essere assegnata a varie confessioni religiose o allo Stato stesso.
Questo sistema, regolato dalla legge n. 222 del 1985, permette a diverse religioni riconosciute di accedere a fondi pubblici per scopi di culto, assistenza e promozione sociale.

Le chiese che hanno firmato un’intesa con lo Stato — come la Chiesa Cattolica, le Chiese Valdesi, l’Unione Buddhista, quella Induista e altri gruppi religiosi — ricevono ogni anno milioni di euro tramite questo meccanismo. Ma i Testimoni di Geova, che pure sono molto attivi sul territorio nazionale, fanno parte di questo elenco?

1. Introduzione

a) Cos’è l’8 per mille e a chi va

Non tutte le religioni presenti in Italia hanno diritto all’8 per mille. Solo le confessioni che hanno firmato un’intesa con lo Stato italiano possono ricevere ufficialmente questi fondi.
L’intesa è un accordo giuridico che stabilisce diritti e doveri reciproci, riconoscendo ufficialmente la confessione come interlocutore religioso a livello istituzionale.

Per ottenere l’intesa, una confessione deve dimostrare una presenza significativa, stabilità organizzativa, rispetto delle leggi italiane e trasparenza. Alcune religioni non l’hanno mai chiesta, altre sono ancora in attesa, altre ancora l’hanno ottenuta dopo anni di trattative.

Ma i Testimoni di Geova — pur essendo tra le organizzazioni religiose più attive e strutturate in Italia — non figurano tra quelle che ricevono l’8 per mille. Una scelta? Una mancanza di requisiti? Una strategia? Scopriamolo insieme.

b) La differenza tra chiese riconosciute e altre confessioni

L’immagine che i Testimoni di Geova vogliono dare di sé è quella di una religione autonoma, separata dallo Stato e “neutrale” rispetto alla politica. Questo principio guida molte delle loro decisioni, comprese quelle economiche.

La posizione ufficiale è chiara: non partecipiamo all’8 per mille, perché non accettiamo fondi pubblici. Ma nella realtà dei fatti, le cose sono un po’ più sfumate. Esistono infatti donazioni private, agevolazioni fiscali, lasciti testamentari, e perfino rimborsi indiretti che alimentano comunque le casse della Watchtower.

In questo articolo analizzeremo con attenzione se e come i Testimoni di Geova interagiscono con il sistema dell’8 per mille, cosa dice la loro dottrina, quali sono i dati disponibili e — soprattutto — se dietro la scelta di non riceverlo c’è coerenza dottrinale o semplice strategia comunicativa.

2. I Testimoni di Geova ricevono l’8 per mille?

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a) Non sono tra le confessioni che hanno firmato l’intesa

La risposta breve è: no, i Testimoni di Geova non ricevono l’8 per mille. Ad oggi, infatti, non risultano tra le confessioni religiose che hanno sottoscritto un’intesa con lo Stato italiano, necessaria per accedere a questi fondi pubblici.

A differenza di molte altre religioni presenti sul territorio nazionale — come la Chiesa Cattolica, la Chiesa Evangelica Valdese, l’Unione Buddhista o quella Induista — i Testimoni di Geova non figurano tra i beneficiari ufficiali dell’otto per mille, e quindi non è possibile destinarlo a loro in fase di dichiarazione dei redditi.

Questa assenza, però, non è il frutto di un’esclusione imposta dallo Stato. È piuttosto una scelta voluta e dichiarata dalla stessa organizzazione, che ha sempre evitato qualsiasi tipo di collaborazione istituzionale in ambito politico o fiscale.

b) La posizione della congregazione sui fondi pubblici

La posizione ufficiale dell’organizzazione Watchtower è molto chiara: rifiutano qualsiasi tipo di finanziamento pubblico. Questo rientra nella loro dottrina della “neutralità cristiana”, secondo la quale i veri servitori di Geova non devono essere coinvolti in affari politici, statali o militari.

Nel contesto italiano, questo significa che non solo non partecipano all’8 per mille, ma non chiedono nemmeno il riconoscimento ufficiale come confessione con intesa, evitando qualsiasi forma di contributo o sovvenzione da parte dello Stato.

Le loro pubblicazioni sottolineano spesso con orgoglio che l’opera mondiale è sostenuta solo da “contribuzioni volontarie” dei fedeli e che nessun fondamento biblico giustificherebbe il ricorso a fondi governativi.

Tuttavia, questa immagine di autosufficienza assoluta merita un approfondimento: è davvero così “pura” e coerente come sembra?

3. Perché non partecipano all’8 per mille

a) La “neutralità politica” come motivazione ufficiale

Il motivo più spesso citato per giustificare il mancato accesso all’8 per mille è la cosiddetta neutralità politica. I Testimoni di Geova ritengono che ogni forma di interazione con lo Stato, soprattutto economica, implichi una contaminazione del loro “status spirituale”.

Questo principio si riflette anche in altri ambiti: non votano, non si candidano, non fanno parte di partiti politici e non accettano incarichi militari o governativi.
Per loro, il Regno di Dio è l’unico governo legittimo, e ogni sistema umano è destinato a essere sostituito da esso nel futuro giudizio divino.

In quest’ottica, accettare fondi pubblici significherebbe “mischiarsi con il mondo”, rinnegando in parte quella neutralità che li contraddistingue da altre religioni.

b) Dubbi e riflessioni sull’autonomia economica

Ma questa scelta è davvero così coerente come vogliono far credere? In teoria sì, in pratica… emergono molte zone grigie.

Sebbene non accettino l’8 per mille, non rifiutano donazioni private, lasciti testamentari, beni immobili e perfino agevolazioni fiscali previste dalla legge. In alcuni Paesi, hanno ricevuto anche rimborsi editoriali e fiscali tramite enti di facciata o associazioni collegate.

Inoltre, la totale assenza di trasparenza sui bilanci dell’organizzazione centrale (la Watchtower) rende difficile capire quanto effettivamente siano indipendenti economicamente.

In definitiva, non partecipano all’8 per mille per ragioni dottrinali e di immagine, ma ciò non significa che rinuncino davvero a tutti i vantaggi economici offerti dalla società in cui operano.

4. I finanziamenti indiretti e le agevolazioni

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a) Donazioni, lasciti e agevolazioni fiscali

Pur rifiutando formalmente i fondi pubblici, i Testimoni di Geova beneficiano di numerosi canali di sostentamento economico alternativi, che spesso sfuggono all’attenzione dell’opinione pubblica.
Uno dei più significativi è rappresentato dalle donazioni volontarie, che possono avvenire non solo in contanti o tramite bonifico, ma anche sotto forma di beni immobili, eredità, lasciti testamentari e polizze vita intestate all’organizzazione.

Tutte queste donazioni godono, in molti casi, di agevolazioni fiscali previste dalla normativa italiana, ad esempio esenzioni o detrazioni sull’imposta di successione, sull’IMU o sull’IVA per attività con finalità religiosa.
Sebbene non ricevano l’8 per mille, i vantaggi economici indiretti sono concreti e sfruttati.

Inoltre, l’intero patrimonio immobiliare della Watchtower in Italia (Sale del Regno, Sale per le Assemblee, centri di stampa, studi televisivi) è spesso registrato a nome di associazioni religiose no-profit, che usufruiscono di agevolazioni riservate agli enti ecclesiastici.

b) La questione dei rimborsi per l’editoria religiosa

Un altro punto controverso riguarda i contributi statali per l’editoria religiosa, un settore dove, in passato, alcuni enti legati alla congregazione hanno beneficiato di finanziamenti.
Sebbene non esistano prove ufficiali che la Watchtower in Italia abbia ricevuto direttamente rimborsi statali per le sue pubblicazioni, non è raro che riviste, libri e materiale audio-video vengano prodotti tramite associazioni parallele, che non sempre appaiono collegate all’organizzazione madre ma che ne condividono lo scopo e la struttura.

Inoltre, in alcuni Paesi europei e americani, la Watchtower ha venduto immobili a prezzi milionari, accumulando risorse ingenti senza che i fedeli abbiano mai ricevuto un resoconto dettagliato.

In pratica, anche se non accetta l’8 per mille, l’organizzazione ha sviluppato un sistema economico potente e sofisticato, capace di crescere nel tempo sfruttando donazioni private e strumenti legali perfettamente leciti, ma tutt’altro che trasparenti.

5. Esperienza personale dell’autore

a) Quando capii che si condannava l’aiuto pubblico ma si accettava quello privato

Ricordo benissimo quando, durante una delle tante adunanze, l’oratore disse: “Il popolo di Geova non ha bisogno di sovvenzioni statali, perché è Geova a sostenerlo.”
In quel momento mi sentii orgoglioso. Pensavo davvero che stessimo facendo qualcosa di puro, incorrotto, superiore.

Poi cominciai a notare certe contraddizioni.
Case donate da anziani soli, auto intestate all’organizzazione, assegni consegnati da vedove, e perfino l’invito a valutare testamenti a favore dell’opera mondiale. Tutto legittimo, certo, ma era davvero diverso dall’incassare l’8 per mille?

Quando iniziai a pormi queste domande, capii che l’aiuto pubblico veniva condannato solo perché visibile. Quello privato, invece, era benvenuto.
E chi osava far notare la contraddizione, veniva subito etichettato come “critico”, “poco spirituale”, “debole nella fede”.

Fu uno dei primi momenti in cui iniziai a vedere le crepe in quella facciata di assoluta coerenza.

6. Libri consigliati per approfondire

a) Testicoli di Genova: Cronache tragicomiche dal mondo delle visite a domicilio

In questo libro, l’autore mette in scena la realtà quotidiana dei Testimoni di Geova attraverso un’ironia pungente e uno stile narrativo fresco, a tratti surreale. Le visite di predicazione porta a porta diventano lo sfondo tragicomico per esplorare i paradossi, le rigidità e le dinamiche assurde che si celano dietro il volto “gentile” dell’organizzazione.

Più che una semplice satira, si tratta di un viaggio nella mente e nei meccanismi di chi ha vissuto dentro il sistema, riuscendo a uscirne con uno sguardo lucido e disincantato. Un libro utile per ridere, sì, ma anche per riflettere.

b) Testimoni di Geova e Bibbia: Setta o Vera Religione?

Per chi vuole approfondire in modo più analitico, questo saggio è una guida fondamentale. L’autore affronta temi dottrinali, pratiche interne e strategie di controllo imposte dalla Watchtower, confrontandole con i testi biblici e con la logica.

Il libro è ricco di testimonianze, esperienze personali e riflessioni critiche, ed è ideale per chi cerca risposte oltre la propaganda ufficiale. Vengono trattati anche aspetti come il rifiuto delle trasfusioni, la gestione delle donazioni, la disassociazione e l’impatto psicologico sulla vita dei fedeli.

È uno strumento prezioso per chi sta cercando di capire cosa c’è davvero dietro la facciata dell’organizzazione.

7. Conclusione

a) Coerenza dottrinale o strategia di immagine?

Non ricevere l’8 per mille può sembrare una scelta virtuosa, coerente, persino “pulita”. Ma se guardiamo oltre la superficie, ci accorgiamo che non è il rifiuto del denaro a motivare questa posizione, bensì la volontà di mantenere un’immagine “distaccata” dal sistema politico, utile sia per motivi interni che per fini propagandistici.

La realtà è che l’organizzazione accetta e sfrutta numerose forme di sostegno economico, da donazioni a immobili, da lasciti a benefici fiscali.
Il vero punto, dunque, non è se i Testimoni ricevono soldi pubblici, ma come riescono a costruire un impero economico rimanendo formalmente “neutrali”.

b) Anche senza l’8 per mille, i soldi arrivano comunque

Il rifiuto dell’8 per mille è, in fondo, un’operazione di marketing religioso. Permette all’organizzazione di dire: “Noi non prendiamo nulla dallo Stato”, mentre nel frattempo gestisce capitali, immobili, tipografie e strutture con un’organizzazione che nulla ha da invidiare a un’impresa multinazionale.

I soldi arrivano comunque. In abbondanza. Solo che arrivano per canali meno visibili, meno controllabili, meno criticabili.
E così, il fedele comune continua a donare, convinto che la sua offerta “volontaria” sia l’unico motore dell’opera… mentre dietro le quinte la macchina organizzativa continua a macinare milioni.

Ora non mi resta che augurarti buona permanenza su Soldionline.biz!

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

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