I Testimoni di Geova credono davvero in Gesù? È una domanda che molti si pongono, soprattutto chi osserva da fuori un movimento religioso che parla spesso di Dio, della Bibbia e della fine del mondo, ma che sembra avere una visione molto particolare di Cristo.
A differenza di cattolici, ortodossi ed evangelici, i Testimoni non considerano Gesù come Dio, ma come una creatura spirituale superiore, il Figlio di Geova, subordinato al Padre e separato da Lui. Eppure, nelle loro pubblicazioni e nei loro discorsi pubblici, Gesù viene spesso menzionato, pregato e presentato come esempio da seguire.
Ma chi è davvero Gesù per un Testimone di Geova? Lo riconoscono come Messia? Lo adorano o no? E soprattutto: in che cosa questa visione si discosta dalla fede cristiana tradizionale?
In questo articolo analizzeremo in modo chiaro e documentato cosa credono davvero i Testimoni di Geova su Gesù, quali sono le differenze con il cristianesimo storico, e ti racconterò anche la mia esperienza personale da ex Testimone, per offrirti uno sguardo dall’interno su un tema tanto centrale quanto frainteso.
1. I Testimoni di Geova riconoscono Gesù?
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a) Il ruolo centrale di Gesù nella loro fede
Sì, i Testimoni di Geova riconoscono Gesù Cristo come una figura centrale nella loro fede. Lo considerano il Figlio di Dio, il Messia promesso, e il mediatore tra Dio e l’umanità.
Credono che sia morto in sacrificio per i peccati dell’uomo e che sia risorto come essere spirituale, non corporeo.
Per loro, Gesù ha già iniziato a regnare dal 1914, anno in cui avrebbe iniziato a governare il Regno di Dio in cielo. È considerato il modello perfetto da imitare, e viene spesso citato nei discorsi, negli studi biblici e nella predicazione.
Tuttavia, non gli attribuiscono una divinità come fa il cristianesimo trinitario: per loro è una creatura spirituale molto superiore, ma non parte di un Dio trino.
b) In che modo lo adorano (o non lo adorano)
I Testimoni di Geova non adorano Gesù. E questo rappresenta una netta rottura con la tradizione cristiana.
Nelle loro pubblicazioni è spesso specificato che l’adorazione è dovuta solo a Geova Dio, e che onorare Gesù è lecito solo in quanto servo fedele e delegato di Geova, non come essere divino. Gesù casomai lo ricordano ogni anno tramite la commemorazione dei Testimoni di Geova.
Pregano solo Geova, mai Gesù. Le loro preghiere terminano “nel nome di Gesù Cristo”, ma non si rivolgono mai direttamente a Lui, né lo invocano come Dio.
Questo approccio è una delle maggiori differenze dottrinali rispetto alla fede cattolica, ortodossa o evangelica, che riconosce pienamente la divinità di Cristo e gli attribuisce culto e preghiera.
2. Gesù è Dio per i Testimoni di Geova?
a) Differenza tra il Gesù dei cristiani e quello dei Testimoni
Nel cristianesimo tradizionale (cattolico, protestante, ortodosso), Gesù è Dio fatto uomo, la seconda Persona della Trinità, eterno, coeguale al Padre e allo Spirito Santo. Viene adorato, pregato, riconosciuto come il Signore.
Per i Testimoni di Geova, invece:
- Gesù è il Figlio di Dio, ma non Dio.
- È la prima creatura creata da Geova, identificata con l’arcangelo Michele prima della nascita terrena.
- È stato un uomo perfetto, morto su un palo di tortura (non una croce) e risorto come creatura spirituale.
Secondo loro, la dottrina della Trinità è un’invenzione umana, di origine pagana e non supportata dalla Bibbia.
Per approfondimenti leggi “Chi è Gesù per i Testimoni di Geova“.
b) Lo Spirito Santo è una persona divina?
Anche qui c’è una netta differenza:
- Nel cristianesimo tradizionale, lo Spirito Santo è la terza Persona della Trinità, Dio a pieno titolo, con volontà, emozioni e potere divino.
- Per i Testimoni di Geova, lo Spirito Santo non è una persona, ma la forza attiva di Dio, un’energia impersonale che Geova usa per compiere la Sua volontà.
Non si prega lo Spirito Santo, non lo si considera un soggetto a sé, e non viene mai rappresentato come parte di un Dio trino. Anche questo punto li separa radicalmente dalla visione cristiana classica.
3. I Testimoni di Geova aspettano ancora il Messia?
a) Gesù come Messia promesso
I Testimoni di Geova riconoscono Gesù come il Messia, l’Unto di Dio promesso nelle profezie ebraiche. Per loro, Gesù ha già adempiuto alla sua funzione messianica durante il suo ministero terreno: ha predicato il Regno, ha dato la sua vita come riscatto per l’umanità, ed è stato risuscitato da Geova.
Non aspettano quindi un altro Messia futuro, ma attendono il compimento delle promesse messianiche sotto la guida di Gesù in qualità di Re celeste. Secondo la loro cronologia, Gesù ha cominciato a regnare invisibilmente dal cielo nel 1914, data in cui sarebbe iniziata la “fine dei tempi”.
Per approfondimenti leggi “Com’è morto Gesù per i Testimoni di Geova“.
b) Cosa aspettano oggi: il Regno millenario e Armageddon
Ciò che i Testimoni aspettano oggi non è il Messia, ma:
- l’imminente battaglia di Armageddon, in cui Geova distruggerà tutti i governi e le religioni false;
- l’instaurazione di un Regno millenario sulla terra, governato da Gesù e dai 144.000 “unti” che regneranno con lui dal cielo;
- la trasformazione della terra in un paradiso terrestre, abitato da coloro che sopravvivranno alla distruzione e da risuscitati fedeli.
Questo scenario è al centro della loro predicazione, e viene considerato una speranza reale e concreta, non simbolica o spirituale.
4. Esperienza personale: cosa mi dicevano su Gesù quando ero dentro
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a) Il Gesù “servitore fedele”, non Dio
Durante i miei anni da Testimone di Geova, Gesù veniva presentato come un modello da seguire, il perfetto esecutore della volontà di Geova, mai come Dio in senso pieno.
Lo vedevamo come un capo, un fratello maggiore, un maestro, ma non lo pregavamo, e non ci rivolgevamo a lui con intimità o devozione personale.
Gesù non era qualcuno da adorare, ma da imitare con ubbidienza, perché il suo esempio era quello del “servitore fedele e sottomesso”. Tutto doveva passare attraverso l’organizzazione, anche la nostra relazione con lui.
E se mai qualcuno esprimeva un attaccamento particolare a Gesù, veniva subito corretto: “Attenzione a non spiritualizzare troppo… dobbiamo adorare solo Geova”.
b) Come ho riscoperto il vero volto di Cristo dopo l’uscita
Quando sono uscito, ho iniziato a pormi domande che prima non potevo nemmeno pensare.
Una di queste era: Chi è davvero Gesù per me, adesso che non ho più paura di pensare?
Leggendo i Vangeli senza le lenti della Torre di Guardia, ho riscoperto un Gesù vivo, compassionevole, divino, non solo un intermediario tra me e Dio, ma Dio stesso che si è fatto uomo per cercarmi.
È stato uno dei passaggi più profondi del mio risveglio spirituale.
Ho capito che non ero chiamato a servire un’organizzazione, ma a vivere una relazione personale e autentica con Cristo, basata non sulla paura di dispiacere a Geova, ma sull’amore, la grazia e la libertà.
Quel Gesù che mi era stato nascosto dietro mille regole, oggi è il centro della mia spiritualità, senza mediazioni, senza più barriere.
5. Due letture consigliate per capire davvero il loro punto di vista
a) Testicoli di Genova: ironia e spiritualità manipolata
Un romanzo autobiografico che unisce satira e introspezione spirituale, raccontando in chiave tragicomica la vita da Testimone di Geova durante la predicazione porta a porta.
Attraverso episodi reali e surreali, il libro mostra come la figura di Gesù venga spesso svuotata di ogni potere spirituale e ridotta a esempio funzionale all’obbedienza.
Una lettura pungente, dissacrante, ma profondamente autentica.
b) Testimoni di Geova e Bibbia: Setta o Vera Religione?
Un saggio critico e documentato che mette a confronto diretto ciò che insegnano i Testimoni di Geova con le Scritture, con lo scopo di aiutare il lettore a distinguere tra fede autentica e dottrina manipolata.
Contiene approfondimenti sul ruolo di Gesù, lo Spirito Santo, il concetto di salvezza e il funzionamento interno dell’organizzazione.
Un libro adatto sia a chi cerca risposte spirituali, sia a chi ha vissuto o sta vivendo un percorso di uscita.
6. Conclusione: Gesù sì, ma non come lo conosce il cristianesimo
I Testimoni di Geova credono in Gesù, sì, ma non nel Gesù del cristianesimo storico.
Per loro non è Dio, non è da adorare, non è il centro della fede, ma il principale esecutore dei piani di Geova, da onorare e imitare, ma sempre subordinato.
La differenza è sottile per chi guarda da fuori, ma profonda per chi l’ha vissuta: una fede che nomina Gesù, ma nega la sua divinità, e con essa la relazione personale, l’intimità spirituale, la libertà di cuore.
Il Gesù dei Testimoni è preciso, funzionale, obbediente.
Il Gesù che ho riscoperto fuori, invece, è libero, amorevole, divino, compassionevole.
E questa differenza cambia tutto.
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