I Testimoni di Geova fanno la cresima? No. E nemmeno ne riconoscono il significato.
Nel cristianesimo tradizionale, la cresima è uno dei sette sacramenti: un rito solenne che, attraverso il dono dello Spirito Santo, “conferma” la fede del battezzato e lo rende adulto nella Chiesa. Per i cattolici e per molti cristiani ortodossi, è un passaggio fondamentale nella vita spirituale.
Ma i Testimoni di Geova non fanno la cresima. E non si tratta solo di una scelta organizzativa: è una posizione dottrinale netta.
Secondo la loro teologia, i sacramenti istituiti dalla cristianità — battesimo, eucaristia, cresima, confessione — non hanno alcun valore. Sono considerati tradizioni umane prive di fondamento biblico, spesso associate alla “falsa religione”.
E allora cosa fanno al posto della cresima? La risposta è semplice, ma inquietante: niente.
Nessun rito, nessuna unzione, nessuna apertura spirituale. L’unico passo ammesso è il battesimo, che non rappresenta un dono di grazia, ma un atto pubblico di sottomissione all’organizzazione.
In questo articolo ti spiegherò perché i Testimoni di Geova non fanno la cresima, cosa ne pensano, cosa sostituisce quel momento di confermazione della fede, e cosa ho vissuto personalmente quando mi sono trovato davanti a un battesimo che non mi ha lasciato nulla, se non un senso profondo di vuoto spirituale.
Perché non sempre quello che sembra una “scelta teologica”… lo è davvero.
1. Cos’è la cresima nel cristianesimo tradizionale
a) Il significato della cresima per cattolici e ortodossi
Nella tradizione cristiana — cattolica e ortodossa in particolare — la cresima rappresenta un momento fondamentale del percorso di fede. È il rito della confermazione, che completa l’iniziazione cristiana dopo il battesimo, e rende il credente adulto nella Chiesa.
Non è solo un gesto simbolico: è un sacramento, cioè un atto sacro che trasmette la grazia divina.
Durante la cresima, il fedele riceve l’unzione con il crisma (olio consacrato), viene segnato sulla fronte e riceve lo Spirito Santo attraverso l’imposizione delle mani.
È un momento profondamente spirituale, intimo, che rafforza il legame personale con Dio e con la comunità ecclesiale.
b) Il ruolo dello Spirito Santo e del sacramento
Il cuore della cresima è proprio la discesa dello Spirito Santo. Secondo la teologia cristiana tradizionale, è lo Spirito a confermare la fede del credente, a dargli forza, discernimento, e un’identità spirituale adulta.
Per questo, la cresima non è un rituale secondario, ma un sacramento potente, carico di significato teologico ed emotivo.
Chi riceve la cresima, simbolicamente, accetta pienamente la propria fede, e si impegna a testimoniarla con maturità e libertà.
Un concetto che, come vedremo, è completamente assente nella visione dei Testimoni di Geova.
2. I Testimoni di Geova fanno la cresima?
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a) Perché rifiutano i sacramenti cristiani
No, i Testimoni di Geova non fanno la cresima. E non solo: non riconoscono alcun sacramento nel senso cristiano del termine.
Per loro, cresima, eucaristia, confessione, matrimonio “sacramento”, e qualsiasi altro rito liturgico sono tradizioni umane nate da una religione corrotta — quella che chiamano “Babilonia la Grande”, cioè la cristianità apostata.
Il motivo del rifiuto è dottrinale: i Testimoni considerano la cresima come una pratica priva di base biblica. Non accettano l’idea di una trasmissione dello Spirito tramite un vescovo, né quella di un sacramento che “conferma” la fede.
Nella loro visione, lo Spirito Santo opera solo in modo invisibile e impersonale.
b) Il battesimo geovista come atto pubblico di appartenenza
Al posto della cresima, i Testimoni propongono un’unica cerimonia: il battesimo per immersione. Ma attenzione: non è un sacramento.
Non è nemmeno un gesto intimo tra il credente e Dio. È una dichiarazione pubblica di appartenenza all’organizzazione.
Durante il battesimo, il candidato risponde a due domande standard, una delle quali riguarda la sua disponibilità a “riconoscere l’autorità dell’organizzazione di Geova” come canale di verità.
Solo dopo questa dichiarazione viene immerso in acqua.
Non c’è unzione, non c’è Spirito Santo, non c’è intimità spirituale. C’è solo l’impegno a obbedire.
È un rito di iniziazione, sì — ma più simile a un contratto che a un dono.
3. Le differenze tra cresima e battesimo geovista
a) Nessuna confermazione spirituale, solo impegno organizzativo
La differenza tra la cresima cristiana e il battesimo dei Testimoni di Geova è enorme, non solo nel rito, ma nella sostanza.
Nel cristianesimo, la cresima è un incontro con lo Spirito Santo, una conferma personale della propria fede e un’apertura a una dimensione spirituale più profonda.
Nel mondo geovista, invece, non esiste alcuna “confermazione” spirituale. Non ci sono gesti sacri, simboli, o momenti di interiorità.
Il battesimo è una dichiarazione pubblica di fedeltà all’organizzazione. Non ricevi nulla, non vieni benedetto. Sei solo ufficialmente incluso nel sistema.
b) La responsabilità davanti all’organizzazione, non a Dio
Dopo il battesimo, non rispondi più a Dio, ma alla congregazione.
Ogni azione, ogni pensiero, ogni scelta viene valutata in base all’obbedienza alla “verità”, che non è una verità interiore o spirituale, ma quella definita dalle pubblicazioni e dal Corpo Direttivo.
Mentre la cresima ti spinge a maturare spiritualmente e liberamente nella fede, il battesimo geovista ti lega a una struttura verticale, dove la tua spiritualità è misurata in base a criteri organizzativi: ore di predicazione, frequenza alle adunanze, condotta “teocratica”.
È un’adesione formale. Non una trasformazione interiore.
E non ti si chiede di sentire Dio. Ti si chiede di obbedire a chi lo rappresenta.
4. Esperienza personale: quando mi resi conto che non c’era spazio per lo Spirito
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a) L’assenza totale di simbolismo e sacralità
Quando partecipai alla mia prima assemblea con battesimo, rimasi colpito da un dettaglio che all’epoca non riuscivo a spiegare: non c’era spiritualità.
Niente preghiera silenziosa. Nessun momento personale. Nessun riferimento al cuore, alla coscienza, al mistero della fede.
C’erano solo vasche gonfiabili, asciugamani in fila, candidati che rispondevano “sì” a due domande preparate, e poi venivano immersi in acqua.
Sembrava più una cerimonia aziendale che un rito spirituale.
E non capivo perché — se davvero era un passo così importante — non si sentisse nulla. Nessuna presenza, nessuna emozione vera. Solo meccanica.
b) Il giorno in cui capii che stavo firmando un contratto, non ricevendo una benedizione
Quando fu il mio turno di prepararmi al battesimo, ebbi un momento di lucidità: non mi stavano chiedendo di avvicinarmi a Dio.
Mi stavano chiedendo di sottoscrivere un impegno. Un’adesione pubblica. Una disponibilità a essere sorvegliato, corretto, indirizzato.
Non c’era lo Spirito. C’era solo il regolamento.
E io, in quel momento, capii che non stavo vivendo una scelta di fede, ma l’ingresso in un sistema di controllo.
Era tutto legale, tutto rispettoso, tutto apparentemente spirituale.
Ma non era mio.
5. I miei libri: tra battesimo e controllo spirituale
a) Testicoli di Genova: il rito svuotato del senso
Nel mio romanzo Testicoli di Genova, ho raccontato — anche con ironia — quanto sia paradossale vivere un rito di iniziazione senza anima.
Il battesimo che descrivo è freddo, ripetitivo, standardizzato. Tutti applaudono, ma nessuno piange.
Non c’è spirito. Solo procedura.
E in quella scena ho voluto rappresentare ciò che ho visto troppe volte: ragazzi sinceri, ma manipolati a credere che quel bagno fosse l’inizio della vera libertà, quando in realtà era solo l’ingresso in una struttura che non lascia spazio alla coscienza individuale.
b) Testimoni di Geova e Bibbia: la negazione dei sacramenti
Nel mio saggio Testimoni di Geova e Bibbia, analizzo in modo più sistematico la totale negazione della dimensione sacramentale nella teologia geovista.
Non solo i Testimoni di Geova non fanno la cresima, ma rifiutano qualsiasi mediazione tra Dio e il credente che non passi attraverso la loro organizzazione.
Tutto ciò che altrove è spiritualità, per loro è idolatria.
E in questa ottica, il battesimo non è più un simbolo di rinascita, ma uno strumento di controllo.
Non ricevi lo Spirito. Ricevi un’etichetta.
6. Conclusione: scelta di fede o rinuncia alla spiritualità?
Quando ci si chiede se i Testimoni di Geova fanno la cresima, la risposta è semplice: no. Ma la riflessione che si apre è molto più complessa.
Perché la cresima non è solo un rito. È un simbolo di libertà spirituale, di crescita personale, di consapevolezza nella fede.
Nel mondo geovista, al contrario, l’adesione religiosa non passa dal cuore, ma dalla dichiarazione di obbedienza.
Non c’è spazio per i simboli, per i gesti sacri, per la connessione diretta con Dio. C’è solo una struttura che decide per te quando sei “pronto”, cosa devi dire, e cosa devi credere.
Il battesimo prende il posto della cresima. Ma al posto dell’olio c’è un regolamento. Al posto dello Spirito, un sistema.
E allora la domanda finale diventa:
è davvero una scelta di fede… o è solo una rinuncia alla spiritualità, mascherata da convinzione?
Ora non mi resta che augurarti buona permanenza su Soldionline.biz.
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