I Testimoni di Geova Festeggiano Halloween? Cosa Pensano?

da | 26 Mar 2025 | Crescita Personale, Religione, Sette Religiose

I Testimoni di Geova festeggiano Halloween? La risposta è no, ma dietro questa negazione c’è molto più di un semplice rifiuto. Per chi appartiene a questa organizzazione religiosa, Halloween non è una festa innocente fatta di dolcetti, travestimenti e zucche illuminate, ma viene considerata una celebrazione pericolosa, legata al mondo degli spiriti, all’occulto e a pratiche contrarie alla volontà di Geova.

Nel mondo esterno, Halloween è spesso vissuto come un momento di divertimento, soprattutto per i bambini. Ma per i Testimoni di Geova questa festa rappresenta un’influenza negativa del “mondo” che li circonda, un momento in cui Satana e le sue opere vengono normalizzate e perfino celebrate.

In questo articolo vedremo:

  • perché Halloween è vietato ai Testimoni di Geova;
  • come reagiscono nelle scuole, nei quartieri e in famiglia durante il 31 ottobre;
  • qual è la logica dottrinale che trasforma una festa popolare in un evento da evitare con fermezza.

E, come sempre, ti racconterò la mia esperienza personale, quella di chi per anni ha osservato Halloween dalla finestra, luci spente e porta chiusa, temendo di essere “contaminato” da qualcosa che oggi, da fuori, ha un significato molto diverso.

1. I Testimoni di Geova festeggiano Halloween?

a) La risposta ufficiale

No, i Testimoni di Geova non festeggiano Halloween.
La posizione è chiara, netta e motivata dalla loro dottrina: Halloween è una festa considerata incompatibile con la fede cristiana pura che l’organizzazione dichiara di seguire.

Per loro, ogni ricorrenza che abbia legami con credenze pagane, spiritismo o occultismo è da evitare in modo assoluto, anche se la società l’ha trasformata in un evento commerciale o in un’occasione ludica per bambini.

Nel sito ufficiale e in molte pubblicazioni della Torre di Guardia, Halloween viene descritto come una festa che “glorifica il mondo degli spiriti”, “banalizza il male” e “rende accettabile ciò che è condannato da Dio”.

b) Una festa apparentemente innocua… ma non per loro

Agli occhi di chi non fa parte dell’organizzazione, Halloween è solo un giorno di travestimenti, dolcetti, zucche e risate.
Ma per i Testimoni di Geova, il significato nascosto è ciò che conta.
Non importa se un bambino si traveste da fatina o da supereroe: partecipare a una festa le cui origini risalgono a culti dedicati ai morti o a forze occulte è considerato un atto spiritualmente pericoloso.

Anche la semplice esposizione di decorazioni a tema, la visione di film horror o l’accettazione di dolcetti può essere vista come una forma di compromesso con il “mondo di Satana”, secondo la loro terminologia.
Per questo motivo, durante Halloween molti Testimoni spengono le luci di casa e fingono di non essere presenti, per non dover spiegare o giustificare il proprio rifiuto.

2. Perché Halloween è vietato

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a) Origini pagane e significati occulti

Halloween, secondo la loro visione, non nasce come festa innocente, ma come una ricorrenza pagana legata ai riti celtici di Samhain, in cui si credeva che gli spiriti dei morti tornassero nel mondo dei vivi.

La commistione tra il mondo dei vivi e quello dei morti, tra magia e superstizione, rende questa festa spiritualmente impura agli occhi dei Testimoni di Geova, che considerano ogni forma di pratiche occulte (anche solo simulate) una violazione della legge divina.

La presenza di elementi come streghe, scheletri, demoni, incantesimi o zucche intagliate non è vista come folklore, ma come legittimazione di influenze spirituali pericolose, che allontanano dalla purezza richiesta da Geova.

b) La simbologia legata alla morte e agli spiriti

Uno dei motivi principali per cui Halloween viene condannato riguarda la sua associazione con la morte, gli spiriti e il mondo dell’aldilà.
I Testimoni di Geova non credono nell’anima immortale né nella comunicazione con i defunti. Anzi, considerano tutto ciò come inganno satanico.

Per loro, i morti sono “inconsapevoli” e non hanno alcuna attività nel mondo spirituale, come indicato nella loro interpretazione di Ecclesiaste 9:5.
Pertanto, qualsiasi festa che evochi o glorifichi il contatto con i morti è vista come una pericolosa deviazione dottrinale.

c) L’influenza del “mondo” e la purezza spirituale

I Testimoni di Geova parlano spesso della necessità di “mantenersi separati dal mondo”, inteso come l’insieme delle attività umane che non seguono le leggi divine.
Halloween, in quanto festa mondana, commerciale e spiritualmente contaminata, è l’esempio perfetto di ciò da cui bisogna tenersi lontani.

Partecipare anche solo per gioco, secondo la loro dottrina, significa abbassare la guardia spirituale, compromettere la propria neutralità e aprirsi alle influenze di Satana.
Per questo, la posizione non ammette sfumature o interpretazioni personali: Halloween è da evitare in blocco, senza eccezioni.

3. Come si comportano i Testimoni durante Halloween

a) Bambini che non partecipano a scuola

Per i figli dei Testimoni di Geova, Halloween è uno dei momenti più complicati dell’anno scolastico. Mentre i compagni si divertono con lavoretti a tema, costumi, sfilate e giochi, i bambini Testimoni vengono spesso esonerati dalle attività, anche con il supporto preventivo dei genitori.

Questa scelta, però, li isola inevitabilmente, facendoli sentire diversi e, in molti casi, esclusi.
Alcuni insegnanti cercano di compensare con attività alternative, ma non sempre è facile: un bambino che non può nemmeno dire “dolcetto o scherzetto” viene percepito come “quello strano”, e spesso non riesce a spiegare il perché.

b) Famiglie che spengono le luci e chiudono la porta

La sera del 31 ottobre, molte famiglie di Testimoni adottano una strategia ben collaudata: spegnere le luci, chiudere finestre e tende, e fingere di non essere in casa.

Non si tratta solo di evitare i bambini in cerca di dolcetti, ma di evitare l’intera atmosfera della festa, che viene considerata contaminante.
Alcuni arrivano perfino a lasciare l’abitazione per la sera, pur di non essere coinvolti.
Anche una semplice decorazione, un sorriso alla porta o l’acquisto di caramelle da distribuire vengono evitati con cura, per non dare “un messaggio sbagliato” alla congregazione o ai propri figli.

c) Disagio nei rapporti con vicini e colleghi

Rifiutare Halloween può generare situazioni imbarazzanti o conflittuali.
Un collega che organizza una festa, un vicino che bussa con i figli in costume, un capo ufficio che propone una giornata a tema… tutto può trasformarsi in una scelta scomoda.

I Testimoni di Geova tendono a giustificarsi con frasi vaghe come “non è una festa per noi” o “abbiamo altri valori”, evitando però di entrare nel merito per non dover citare il vero motivo: la convinzione che Halloween sia opera di Satana.

Questa distanza sociale, che si ripete anno dopo anno, contribuisce a rafforzare l’isolamento rispetto alla comunità circostante.

4. È solo una festa o c’è di più?

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a) Il confine tra gioco e superstizione

Per molti, Halloween è una festa folkloristica, commerciale, disincantata.
Ma per l’organizzazione dei Testimoni di Geova, ogni simbolo – che sia uno scheletro, una strega o una zucca – ha un significato spirituale occulto.

Non esiste un Halloween “solo per gioco”. Tutto viene letto in chiave religiosa, e quindi respinto in blocco.
La Bibbia viene usata per dimostrare che Dio condanna ogni pratica connessa al mondo degli spiriti, anche se dissimulata dietro a una maschera.

Questo approccio cancella qualsiasi possibilità di distinzione tra cultura pop e ritualità religiosa, trattando ogni espressione festosa come un “inganno diabolico”.

b) Le paure instillate e l’idea di Satana

Dietro il rifiuto di Halloween c’è una visione del mondo dominata dal pericolo spirituale costante.
I Testimoni di Geova crescono con la convinzione che Satana operi tramite usanze popolari, festività e tradizioni umane, infiltrandosi in modo subdolo nella vita quotidiana.

Halloween, con la sua estetica cupa e la simbologia della morte, viene presentato come una celebrazione delle forze del male, anche quando vissuta in chiave infantile o ironica.
Il messaggio è chiaro: partecipare significa esporsi a influenze spirituali dannose.

Questo tipo di educazione, fondata sulla paura, plasma il modo in cui i membri vivono il mondo esterno, rendendo ogni festa una minaccia e ogni diversità culturale un pericolo da evitare.

5. La mia esperienza personale

a) Il mio primo Halloween da “osservatore esterno”

Ricordo perfettamente il mio primo Halloween da ex Testimone di Geova. Non ero ancora pronto a partecipare, ma qualcosa dentro di me era già cambiato.
Non c’erano più le solite ansie, né quella sensazione che “qualcosa di malvagio” stesse per invadere le strade.
Ero lì, fermo al margine, a guardare bambini che ridevano, famiglie che si divertivano, zucche illuminate e porte aperte con dolcetti pronti da offrire.

Mi sentivo un estraneo, ma anche libero.
Libero di osservare senza giudicare.
Libero di rendermi conto che non c’era nessuna presenza demoniaca in agguato, nessuna influenza spirituale in atto.
Solo persone che volevano sorridere, travestirsi e rompere la routine di tutti i giorni con un pizzico di fantasia.

E in quel momento ho capito quanto il mio passato mi avesse tolto anche la possibilità di meravigliarmi per le cose più semplici.

b) Quando ho smesso di avere paura delle zucche

La zucca intagliata è uno dei simboli più demonizzati dalla dottrina geovista. Per anni l’ho associata a stregoneria, a influenze occulte, a tutto ciò che “Geova odia”.
Ma la verità è che quella zucca non era altro che un oggetto decorativo, un modo creativo per illuminare la notte e per divertirsi in modo innocente.

Quando ho smesso di averne paura, ho smesso di aver paura anche del mondo esterno.
Perché la zucca era solo il simbolo, ma dietro c’era qualcosa di più: la libertà di scegliere, di discernere, di non vivere più sotto minacce spirituali.

Oggi Halloween non è una festa che celebro in modo particolare. Ma è diventato il simbolo di qualcosa che ho recuperato: il diritto di guardare, capire, e decidere da me.

6. I miei libri sull’argomento

Se questo tema ti ha colpito, se anche tu hai vissuto o stai vivendo dentro una realtà dove ogni festa, ogni gioia, ogni manifestazione esterna viene filtrata dal controllo religioso…
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b) Testimoni di Geova e Bibbia – Le verità nascoste

Un saggio serio, documentato, che affronta le dottrine geoviste con spirito critico e mente aperta.
Dalla questione del sangue alle festività, dal controllo mentale alle profezie fallite, questo libro è una guida per chi vuole capire cosa c’è davvero dietro l’organizzazione.

È pensato per chi è dentro, per chi ne è uscito, ma anche per chi sta semplicemente cercando risposte.

7. Conclusione

a) Halloween non è il nemico

Alla fine, Halloween non è il nemico.
Non è una festa malvagia, non è un portale verso il mondo degli spiriti, e soprattutto non è una minaccia per chi ha una fede matura e consapevole.
È una ricorrenza culturale, folkloristica, a volte consumistica, certo… ma anche un’occasione di creatività, leggerezza e socialità.

Vederla solo come un’infiltrazione satanica significa rinunciare a distinguere tra superstizione e simbolismo, tra gioco e credo.
E significa soprattutto leggere la realtà con occhi troppo condizionati dal timore e dall’obbedienza cieca.

b) Paura e controllo: il vero mostro da cui liberarsi

Il vero mostro, quello che infesta davvero la vita di molti Testimoni di Geova (e non solo), è la paura mascherata da fedeltà, il controllo spacciato per purezza.
Quando una festa diventa un peccato, quando una zucca fa paura, quando un sorriso a un bambino in maschera viene percepito come un cedimento spirituale…
allora non siamo più di fronte a una religione, ma a una prigione mentale.

Liberarsi non significa per forza festeggiare Halloween.
Significa smettere di temere ciò che non si conosce.
E imparare a guardare il mondo con occhi propri, non con quelli di un’organizzazione che, spesso, ha più paura della libertà che del male.

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

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