I Testimoni di Geova sono Cristiani o No? Analisi Teologica e Opinioni a Confronto per Capite se Sono o Non Sono

da | 20 Apr 2025 | Crescita Personale, Religione, Sette Religiose

I Testimoni di Geova sono cristiani? Se ci si ferma alle apparenze, la risposta sembrerebbe ovvia: leggono la Bibbia, parlano di Gesù, predicano il Regno di Dio, vivono secondo valori morali rigorosi. Molti di loro si considerano non solo cristiani, ma i soli veri cristiani rimasti.
Eppure, la questione è molto più complessa. A livello dottrinale, teologico e storico, numerose Chiese cristiane – cattoliche, ortodosse e protestanti – non li riconoscono come tali, sostenendo che le loro credenze si discostano profondamente dai fondamenti del cristianesimo tradizionale.

Questa divergenza ha alimentato un dibattito acceso: sono cristiani per autodefinizione, ma non per riconoscimento esterno?
Oppure è proprio il concetto stesso di “cristiano” a dover essere rivisto in base alle differenze di fede e dottrina?

1. Introduzione: una domanda che divide credenti e osservatori

Copertina Testicoli di Genova

Testicoli di Genova: Cronache tragicomiche dal mondo delle visite a domicilio

Un’esilarante satira religiosa che ti farà ridere, riflettere e non rispondere mai più al campanello. Il libro sui Testimoni di Geova come non l’hai mai letto prima!

Amazon Acquista il Libro su Amazon Acquista il Libro

Capire se i Testimoni di Geova sono cristiani non è solo una questione terminologica, ma riguarda il cuore dell’identità religiosa.
Molti credenti si chiedono: “Se non credono nella Trinità, nella divinità di Cristo e nei sacramenti, possono davvero definirsi cristiani?”
Allo stesso tempo, i Testimoni di Geova rivendicano con forza la loro appartenenza al cristianesimo, accusando le altre confessioni di aver deviato dalla verità e di aver abbracciato dottrine pagane.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza, analizzando cosa credono i Testimoni di Geova, quali sono le differenze rispetto alle Chiese cristiane storiche, e perché molti sostengono che non siano veri cristiani, pur proclamandosi tali.
Scopriremo che, in fondo, il termine “cristiano” non è così universale come sembra, e che dietro una semplice etichetta si nasconde un mondo di significati profondi, spesso in conflitto tra loro.

2. I Testimoni di Geova sono cristiani?

a) La loro autodefinizione

Dal loro punto di vista, i Testimoni di Geova sono a tutti gli effetti cristiani. Anzi, secondo la loro visione, sono gli unici ad aver mantenuto la purezza del cristianesimo originario, depurato da secoli di compromessi dottrinali e influenze pagane.
Credono che Gesù Cristo sia il Figlio di Dio, inviato sulla Terra per redimere l’umanità dal peccato, e che seguire i suoi insegnamenti sia fondamentale per ottenere la salvezza. Predicano regolarmente, si basano su una propria traduzione della Bibbia, e organizzano riunioni settimanali per studiare le Scritture e mettere in pratica la “vera adorazione”.

Nel loro linguaggio interno, i Testimoni non si considerano una nuova religione, ma il recupero della “vera fede cristiana” che, a loro dire, sarebbe stata corrotta fin dai primi secoli dopo la morte degli apostoli. Questo li porta a rigettare qualsiasi legame con la cristianità organizzata (cattolica, ortodossa, protestante), che ritengono parte di “Babilonia la Grande”, cioè di un sistema religioso apostata e condannato da Dio.

b) L’opinione delle Chiese storiche

Diversa è la posizione delle Chiese cristiane storiche. La Chiesa Cattolica, l’Ortodossia e la maggior parte delle confessioni protestanti non riconoscono i Testimoni di Geova come parte del cristianesimo, almeno non nel senso teologico e sacramentale del termine.

Per queste Chiese, essere cristiani significa aderire a una serie di verità fondamentali, tra cui:

  • la fede nella Trinità (un solo Dio in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo),
  • la divinità piena di Gesù Cristo,
  • la validità dei sacramenti come segni della grazia di Dio.

Poiché i Testimoni di Geova rigettano tutti e tre questi punti, vengono considerati fuori dai confini del cristianesimo ortodosso, e più vicini a un movimento religioso indipendente con radici bibliche, ma privo dell’essenza cristiana riconosciuta universalmente.

c) Le differenze con il cristianesimo tradizionale

A un’analisi più dettagliata, emergono differenze sostanziali che separano i Testimoni di Geova dal cristianesimo tradizionale:

  • Non celebrano la Pasqua o il Natale, né credono che Gesù sia risorto in corpo fisico, ma solo in forma spirituale.
  • Non pregano Gesù, né lo adorano, poiché lo considerano una creatura subordinata a Dio, non co-eterno e co-eguale.
  • Non riconoscono alcun sacramento, nemmeno il battesimo cristiano, che per loro ha significato solo simbolico.
  • Non usano simboli religiosi come la croce, considerata un emblema pagano.
  • Rifiutano ogni forma di ecumenismo, non partecipando a incontri interreligiosi e ritenendo ogni altra forma di cristianesimo falsa e contaminata.

Tutto questo li colloca, dal punto di vista dottrinale, al di fuori del cristianesimo storico così come è stato riconosciuto e definito nei secoli da concili, teologi e confessioni cristiane di ogni ramo.

i) Sono cattolici

No, i Testimoni di Geova non sono cattolici. Nonostante si identifichino come cristiani, la loro dottrina differisce in modo sostanziale e irreconciliabile da quella della Chiesa cattolica. I Testimoni non riconoscono l’autorità del Papa, non credono nei sacramenti, non accettano la dottrina della Trinità, e considerano la Chiesa cattolica parte di “Babilonia la Grande”, ovvero l’insieme delle false religioni destinate alla distruzione divina.

Dal loro punto di vista, la Chiesa cattolica ha abbandonato le vere radici del cristianesimo per abbracciare pratiche idolatriche, dogmi umani e potere terreno. Di conseguenza, si pongono in netta contrapposizione con essa, sia sul piano teologico che culturale.

Anche i riti cattolici — come la messa, l’eucaristia, la venerazione dei santi e della Madonna — vengono rifiutati e considerati non biblici o addirittura fuorvianti. Per questo motivo, chi si converte ai Testimoni di Geova abbandona totalmente ogni legame con il cattolicesimo, compresi battesimo infantile, cresima, comunione e altre forme di culto.

– I Testimoni di Geova hanno la croce

No, i Testimoni di Geova non usano la croce, né come simbolo religioso né come oggetto decorativo. Al contrario, la croce viene rifiutata e respinta come simbolo pagano. Secondo il loro insegnamento, Gesù non è morto su una croce, ma su un palo di tortura verticale (in greco, staurós), senza traversa.

Considerano la croce un emblema idolatrico adottato dai cristiani apostati nei secoli successivi alla morte di Cristo. Di conseguenza, le Sale del Regno (i loro luoghi di culto) non espongono croci, né immagini sacre, né statue.

I Testimoni di Geova credono che l’adorazione debba essere diretta esclusivamente a Geova in modo spirituale, senza uso di simboli materiali. Anche per questo, non portano ciondoli a forma di croce, non si segnano e non partecipano a cerimonie religiose che prevedano l’uso di questo simbolo.

– I Testimoni di Geova hanno il prete

No, i Testimoni di Geova non hanno preti, né un clero professionale. L’organizzazione non riconosce l’idea di un “sacerdozio” distinto dal resto dei credenti. Al contrario, insegnano che ogni Testimone battezzato è un ministro di Dio, incaricato di predicare e di servire Geova.

Le funzioni che in altre religioni vengono svolte da sacerdoti, parroci o pastori, sono affidate a “anziani” (uomini battezzati scelti dalla congregazione) e “servitori di ministero”, che hanno ruoli di guida, insegnamento e organizzazione. Tuttavia, non percepiscono uno stipendio e non hanno uno status speciale: svolgono queste attività come volontari, spesso accanto a un lavoro secolare.

Inoltre, non esiste alcun tipo di veste liturgica, cerimonia di ordinazione sacerdotale o funzione sacrale. Anche il battesimo, le cerimonie funebri e i matrimoni sono officiati da anziani, non da preti. Questo approccio riflette la convinzione che il vero culto non abbia bisogno di un intermediario umano tra Dio e l’uomo, ma si basi sull’accesso diretto alla Bibbia e alla preghiera.

• Anziani Testimoni di Geova

Gli anziani nei Testimoni di Geova sono uomini battezzati, scelti per la loro condotta morale, la loro conoscenza biblica e la loro esperienza spirituale. Non sono sacerdoti, ma hanno un ruolo di guida e sorveglianza spirituale all’interno delle congregazioni.

Ogni congregazione ne ha diversi (di solito da 3 a 7), e le loro responsabilità includono:

  • Presiedere le adunanze settimanali;
  • Visitare e consigliare i membri;
  • Officiare battesimi, matrimoni e funerali;
  • Dirigere i comitati giudiziari in caso di gravi peccati;
  • Coordinare l’attività di predicazione.

Gli anziani non vengono pagati e non hanno una formazione teologica accademica. Vengono nominati dalla filiale centrale dell’organizzazione (in Italia, con sede a Roma), tramite una procedura interna che coinvolge raccomandazioni e valutazioni da parte di altri anziani. Il loro modello di riferimento è il “pastore” del I secolo, ma senza funzioni sacrali o liturgiche.

• Sorveglianti viaggianti Testimoni di Geova

I sorveglianti viaggianti sono anziani con un incarico speciale: visitano periodicamente le congregazioni locali all’interno di una determinata area geografica. Ogni sorvegliante viaggiante è un missionario itinerante incaricato di rafforzare la fede dei membri e verificare che le congregazioni seguano correttamente le direttive del Corpo Direttivo.

Durante la “visita del sorvegliante”, che dura solitamente una settimana, tiene discorsi pubblici, incontra gli anziani e i servitori di ministero, e fornisce rapporti e raccomandazioni. È un evento atteso, e spesso percepito come una sorta di “ispezione spirituale”.

A differenza degli anziani locali, i sorveglianti viaggianti ricevono un sostegno economico minimo per vivere (viene coperto vitto, alloggio e spese essenziali) e non hanno una casa fissa: spesso vivono presso membri della congregazione o in alloggi messi a disposizione.

– I Testimoni di Geova hanno la chiesa

No, i Testimoni di Geova non hanno la “chiesa” nel senso tradizionale. Innanzitutto, non usano mai la parola “chiesa” per riferirsi ai propri luoghi di culto, preferendo il termine “congregazione” per indicare la comunità dei credenti, e “Sala del Regno” per il luogo fisico in cui si riuniscono.

Rifiutano l’idea di un edificio “sacro”, affermando che l’edificio non ha valore religioso in sé. Inoltre, non vi sono:

  • Altari;
  • Croci;
  • Statue;
  • Icone;
  • Vetrate artistiche.

Tutto è essenziale, semplice, sobrio. Nessun simbolo religioso viene tollerato, perché secondo la loro dottrina il vero culto deve essere spirituale, non rituale né iconico.

• Adunanze Testimoni di Geova

Le adunanze dei Testimoni di Geova sono le riunioni ufficiali che si tengono nelle Sale del Regno, di solito due volte a settimana: una serale infrasettimanale e una nel weekend. Ogni adunanza dura circa un’ora o un’ora e mezza, ed è composta da:

  • Discorsi pubblici;
  • Studio guidato delle pubblicazioni;
  • Lettura della Bibbia;
  • Simulazioni di predicazione;
  • Canti collettivi;
  • Preghiere di apertura e chiusura.

Tutti i presenti sono incoraggiati a partecipare attivamente, alzando la mano per commentare durante gli studi. Non esiste una divisione tra “clero” e “laici”: ogni Testimone può prendere la parola (purché uomo e battezzato) e contribuire alla discussione.

Le adunanze sono aperte al pubblico, anche ai “non credenti”, e rappresentano il cuore della vita comunitaria dei Testimoni di Geova.

• Sala del Regno dei Testimoni di Geova Recensioni

Le Sale del Regno dei Testimoni di Geova sono le sedi locali dove si tengono le adunanze. Si tratta di edifici semplici, funzionali, senza segni religiosi esterni o interni. Ogni congregazione ha la sua, oppure la condivide con altre.

Online è possibile trovare recensioni pubbliche di alcune di queste Sale su Google Maps o portali simili. In genere, le recensioni positive lodano:

  • L’ordine e la pulizia;
  • L’ospitalità dei membri;
  • L’atmosfera pacata e rispettosa;
  • La chiarezza delle esposizioni bibliche.

Al contrario, le recensioni critiche provengono spesso da ex membri o visitatori esterni, e sottolineano:

  • Un ambiente percepito come freddo o meccanico;
  • La mancanza di spontaneità;
  • La sensazione di controllo e pressione sociale;
  • L’assenza di spirito comunitario paragonabile ad altre realtà religiose.

Va detto che la percezione è molto soggettiva e dipende spesso dal vissuto personale di chi scrive. Quel che è certo è che la Sala del Regno rappresenta il centro della vita spirituale del Testimone di Geova, più della famiglia o del quartiere.

– I Testimoni di Geova hanno i sacramenti

No, i Testimoni di Geova non riconoscono i sacramenti, né nella forma cattolica, né in quella ortodossa o protestante. Per loro, non esistono riti “sacri” istituiti da Dio che conferiscono grazia o siano necessari per la salvezza. L’unico atto simbolico richiesto è il battesimo per immersione, ma non viene considerato un sacramento in senso tradizionale, bensì un segno pubblico di dedicazione personale a Geova.

Non praticano né la cresima, né la confessione, né l’unzione degli infermi, né l’ordine sacro. Anche il matrimonio, pur ritenuto sacro, non è visto come un sacramento, ma come un’istituzione creata da Dio, regolata da princìpi biblici piuttosto che da riti religiosi.

In sintesi, la loro fede non è rituale, ma comportamentale: ciò che conta è l’obbedienza pratica alle norme morali e dottrinali dell’organizzazione, non l’osservanza di cerimonie religiose.

• I Testimoni di Geova fanno la comunione

La risposta è sì, i Testimoni di Geova fanno la comunione ma solo una volta all’anno, e in modo radicalmente diverso rispetto alla comunione cristiana tradizionale. La loro “comunione” avviene durante la Commemorazione della morte di Cristo, una cerimonia che si tiene il 14 nisan del calendario ebraico (tra marzo e aprile).

Durante questa occasione vengono passati pane e vino non consacrati (senza lievito e senza fermentazione), ma solo i membri “unti” (cioè coloro che credono di appartenere ai 144.000) li prendono. Gli altri presenti — la grande maggioranza — non partecipano fisicamente alla comunione, ma assistono in segno di rispetto.

Questa pratica sottolinea una delle principali differenze dottrinali: per i Testimoni, la cena del Signore non è un rito da ripetere regolarmente, ma una commemorazione annuale, e solo pochi possono parteciparvi in modo diretto.

• Eucaristia Testimoni di Geova

I Testimoni di Geova non credono nell’eucaristia. Rifiutano categoricamente il concetto di transustanziazione (cioè che il pane e il vino si trasformino nel corpo e sangue di Cristo) e non accettano che Cristo sia presente realmente nell’ostia. Per loro, queste idee sono eretiche e di origine pagana.

Credono invece che Gesù, durante l’ultima cena, abbia istituito un semplice gesto simbolico, da ripetere solo annualmente per ricordare il suo sacrificio. Non esiste altare, consacrazione, prete o ostia. Il pane è azzimo e il vino è normale vino rosso, passato tra i presenti, ma quasi nessuno lo prende.

Il culto dei Testimoni è quindi completamente privo di eucaristia, di messe o di adorazione del Santissimo. Questo li separa in modo netto sia dai cattolici che dagli ortodossi e da molti protestanti.

• Testimoni di Geova Matrimonio

Il matrimonio tra Testimoni di Geova è una cerimonia religiosa, ma non ha nulla a che fare con un sacramento. È considerato un’unione permanente tra un uomo e una donna, da rispettare per tutta la vita, tranne in caso di adulterio (l’unico motivo per cui è ammessa la separazione).

Il matrimonio si svolge generalmente in una Sala del Regno, durante una cerimonia semplice, con un discorso biblico tenuto da un anziano. Non esistono messe nuziali, benedizioni sacramentali, né rituali liturgici. La cerimonia civile deve essere completata separatamente per la validità legale.

I Testimoni possono sposarsi solo con altri Testimoni attivi: il matrimonio con persone “del mondo” è scoraggiato e può avere conseguenze spirituali, come la perdita di privilegi congregazionali. La scelta del coniuge, per quanto personale, è strettamente legata all’obbedienza e alla coerenza dottrinale.

In sintesi, per i Testimoni di Geova il matrimonio è una decisione importante e definitiva, ma non è un sacramento e non implica alcun intervento mistico o sacrale da parte di Dio.

– Dove si sposano?

I Testimoni di Geova si sposano generalmente nelle Sale del Regno, cioè i luoghi di culto della congregazione. La cerimonia è sobria, priva di decorazioni sfarzose, simboli religiosi o riti liturgici. Non si svolgono in chiese tradizionali, né in municipi, se non per adempiere agli obblighi civili richiesti dallo Stato.

L’intera funzione religiosa è centrata su un discorso biblico tenuto da un anziano, che spiega il significato del matrimonio dal punto di vista scritturale. Dopo il discorso, si tiene la dichiarazione dei voti e lo scambio degli anelli (non obbligatorio), seguiti dalla firma del registro congregazionale.

In alcuni casi, specialmente se la Sala del Regno non è disponibile o se ci sono molti ospiti, i matrimoni possono tenersi in altri locali adatti, purché approvati e non legati a cerimonie religiose di altre fedi. Per approfondimenti leggi “Dove si sposano i Testimoni di Geova“.

– Perché si sposano presto?

Molti Testimoni di Geova si sposano presto in giovane età, spesso intorno ai 20-25 anni. Questo è dovuto a diversi fattori culturali e religiosi:

  1. Valore della castità: secondo la loro dottrina, le relazioni intime sono ammesse solo nel matrimonio. Per questo, chi desidera vivere una relazione sentimentale completa viene incoraggiato a sposarsi piuttosto che “ardere di desiderio” (1 Corinti 7:9).
  2. Modello di vita stabile: il matrimonio viene visto come un modo per consolidare la fede, costruire una famiglia spiritualmente unita e vivere una vita ordinata e rispettabile.
  3. Pressione implicita: nelle congregazioni è comune che i giovani seguano l’esempio degli altri membri. Le coppie che convivono senza sposarsi sono mal viste e soggette a provvedimenti disciplinari.

Anche se il matrimonio non è obbligatorio, viene altamente raccomandato a chi desidera avere una relazione sentimentale, purché entrambi i partner siano Testimoni battezzati e spiritualmente maturi.

– Come si sposano?

La cerimonia di matrimonio tra Testimoni di Geova è molto semplice e priva di formalismi religiosi tradizionali. Non esiste una liturgia prestabilita, né rituali sacri. La funzione include:

  • Un discorso biblico, tenuto da un anziano, sul significato del matrimonio secondo Geova;
  • La dichiarazione reciproca di impegno davanti a Dio e alla congregazione;
  • Una preghiera conclusiva.

L’abbigliamento deve essere modesto ed elegante, senza eccessi né abiti provocanti. Le spose non portano veli religiosi, e nessuno si fa il segno della croce. Non c’è musica liturgica, né processione, né lancio del riso all’uscita dalla Sala del Regno.

I festeggiamenti dopo la cerimonia sono facoltativi e devono comunque mantenere un tono sobrio e rispettoso. Gli eccessi, l’alcol in quantità o comportamenti fuori luogo potrebbero essere motivo di disapprovazione. Per saperne di più leggi la mia guida “Come si sposano i Testimoni di Geova“.

• Fanno la Cresima

No, i Testimoni di Geova non fanno la cresima, né alcuna forma equivalente. Non esiste un rito di confermazione dopo il battesimo, perché secondo la loro interpretazione della Bibbia, ogni battezzato ha già ricevuto la piena approvazione di Geova.

La cresima, per loro, è una tradizione umana non fondata sulle Scritture, introdotta dalle religioni apostate. Non prevedono nemmeno cerimonie in cui i bambini “confermano” la propria fede in età adolescenziale. Al contrario, credono che solo chi è in grado di capire profondamente le Scritture possa battezzarsi.

• Fanno il battesimo

Sì, i Testimoni di Geova fanno il battesimo, ma solo per immersione e solo per adulti o adolescenti in grado di comprendere appieno ciò che stanno facendo. Il battesimo è una tappa fondamentale nella vita del Testimone e rappresenta una dedicazione personale e consapevole a Geova Dio.

Chi desidera battezzarsi deve:

  1. Studiare la Bibbia con l’aiuto di un Testimone esperto;
  2. Superare un ciclo di domande dottrinali con anziani della congregazione;
  3. Avere una condotta morale irreprensibile;
  4. Partecipare attivamente alla predicazione e alla vita congregazionale.

Il battesimo avviene solitamente durante le assemblee di distretto o i congressi annuali, davanti a centinaia o migliaia di presenti.

– Battezzano i figli?

No, i Testimoni di Geova non battezzano i figli piccoli o i neonati. Il battesimo infantile è considerato privo di valore biblico, perché non può essere il frutto di una decisione consapevole.

Un ragazzo può battezzarsi solo dopo aver dimostrato maturità spirituale e conoscenza dottrinale. In alcuni casi, ciò può avvenire anche a 11-12 anni, ma solo se il giovane è già attivo nella predicazione e mostra una forte convinzione personale.

Il battesimo è irreversibile: chi viene battezzato e poi si allontana dalla fede o commette gravi peccati può essere disassociato (cioè espulso dalla congregazione) e soggetto a ostracismo, anche da parte della propria famiglia.

– Sono riconosciuti dalla Chiesa

No, i Testimoni di Geova non sono riconosciuti dalla Chiesa cattolica come una confessione cristiana autentica. Al contrario, la Chiesa cattolica considera la dottrina dei Testimoni gravemente errata e fuorviante, in quanto nega dogmi fondamentali del cristianesimo, come:

  • La divinità di Gesù Cristo;
  • La Trinità;
  • L’anima immortale;
  • L’esistenza dell’inferno eterno;
  • L’autorità papale.

Nel Catechismo cattolico, i Testimoni di Geova non vengono menzionati esplicitamente, ma sono inclusi tra i gruppi che si separano dall’insegnamento della Chiesa e non riconoscono i sacramenti. Anche dal punto di vista ecumenico, non esistono dialoghi ufficiali tra il Vaticano e i rappresentanti della Watch Tower Society.

Inoltre, i Testimoni di Geova non considerano la Chiesa cattolica come parte del vero cristianesimo, ma come espressione della “Babilonia la Grande”, l’insieme delle religioni che saranno distrutte da Dio ad Armageddon. Questo rifiuto reciproco rende impossibile qualsiasi forma di riconoscimento o collaborazione.

– Pregano?

Sì, i Testimoni di Geova pregano regolarmente, sia in forma individuale che durante le adunanze collettive. La preghiera è considerata un canale diretto di comunicazione con Geova Dio, e viene praticata esclusivamente in forma spontanea e personale.

Non esistono preghiere scritte, liturgiche o rituali da recitare a memoria, fatta eccezione per la lettura del “Padre Nostro” a scopo didattico. Ogni preghiera deve provenire dal cuore, con parole proprie, in modo rispettoso, umile e devoto.

Le preghiere vengono rivolte solo a Geova, nel nome di Gesù Cristo, ma mai a Maria, ai santi o allo Spirito Santo, che non viene considerato una persona ma una forza attiva di Dio.

• Recitano il Padre Nostro

I Testimoni di Geova recitano il Padre Nostro, perché lo considerano un modello perfetto di preghiera, insegnato da Gesù stesso. Tuttavia, non lo recitano meccanicamente né lo includono nelle loro funzioni come formula fissa.

Al contrario di molte religioni che ripetono il Padre Nostro come preghiera comunitaria (es. nella messa), i Testimoni di Geova preferiscono usarlo come guida per le preghiere personali, riflettendo sul suo significato versetto per versetto.

La ripetizione a memoria viene scoraggiata, in quanto associata alla “ripetizione vana” condannata da Gesù in Matteo 6:7. L’obiettivo è la sincerità dell’intento e del contenuto, più che la forma.

• Come pregano

Le preghiere dei Testimoni di Geova sono semplici, spontanee e dirette a Geova, sempre nel nome di Gesù Cristo. Non vi sono gesti rituali, inginocchiamenti obbligatori, né segni della croce. Si può pregare:

  • In silenzio o a voce alta;
  • A casa o in congregazione;
  • Da soli o con altri membri;
  • In qualsiasi momento della giornata.

Durante le adunanze, le preghiere vengono pronunciate da un anziano o da un fratello battezzato, e servono a concludere o aprire i vari momenti (discorso, studio biblico, riunione ministeriale).

Ogni preghiera contiene elementi ricorrenti: ringraziamento a Geova, richiesta di guida, perdono per i peccati, benedizione per la congregazione, e riconoscimento dell’autorità di Cristo. Per approfondimenti leggi “Come pregano i Testimoni di Geova“.

• Recitano il Rosario

No, i Testimoni di Geova non recitano il Rosario, né accettano l’uso di corone, preghiere ripetute o invocazioni alla Madonna. Per loro, si tratta di una pratica idolatrica e antibiblica, che distoglie l’attenzione dal vero culto a Geova Dio.

Ogni forma di preghiera che implichi ripetizione meccanica, intercessione di santi o venerazione mariana viene respinta con decisione. Credono che il Rosario sia una tradizione umana priva di fondamento scritturale, diffusa nel contesto della “religione falsa” da cui occorre separarsi.

• Preghiera della sera

Non esiste una “preghiera della sera dei Testimoni di Geova” che sia codificata, tuttavia gli adepti sono incoraggiati a pregare ogni giorno, anche prima di dormire. La preghiera della sera è spesso un momento personale o familiare in cui si:

  • Ringrazia Geova per la giornata;
  • Si chiede perdono per gli errori;
  • Si invoca forza per affrontare le prove del giorno successivo;
  • Si esprime apprezzamento per l’amore di Dio.

Molti Testimoni pregano anche al mattino, prima dei pasti o in momenti difficili. L’idea centrale è che la preghiera sia costante, sincera e personale, non un rituale obbligatorio da recitare a memoria.

ii) Sono evangelisti?

No, i Testimoni di Geova non sono evangelisti nel senso tradizionale del termine. Anche se entrambi i gruppi si identificano come cristiani e si dedicano alla diffusione del messaggio biblico, le differenze dottrinali sono profonde e sostanziali.

Gli evangelici (o evangelisti) credono generalmente:

  • Nella divinità di Gesù Cristo;
  • Nella salvezza per grazia mediante la fede;
  • Nella Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo);
  • Nella presenza spirituale di Gesù nella comunione.

I Testimoni di Geova, invece:

  • Negano la Trinità;
  • Non credono che Gesù sia Dio, ma solo il Figlio creato da Geova;
  • Non credono in un’anima immortale;
  • Reputano tutte le chiese evangeliche parte della “religione falsa”.

Inoltre, mentre gli evangelici partecipano a chiese indipendenti, i Testimoni di Geova fanno parte di un’organizzazione centralizzata e gerarchica, controllata dal Corpo Direttivo di Brooklyn. Quindi, nonostante qualche somiglianza nell’evangelizzazione, non c’è affinità tra i due movimenti.

iii) Sono ortodossi?

No, i Testimoni di Geova non sono ortodossi e si pongono in netta opposizione alla dottrina e alla liturgia delle Chiese ortodosse. I fedeli ortodossi credono:

  • Nella Trinità;
  • Nella divinità di Cristo;
  • Nella presenza reale di Gesù nell’eucaristia;
  • Nella venerazione dei santi, della Madonna e delle icone;
  • Nei sacramenti e nella tradizione della Chiesa.

Tutto questo è rifiutato dai Testimoni di Geova. Per loro, la religione ortodossa fa parte di quell’insieme di “chiese apostate” che hanno distorto l’insegnamento biblico originale. Considerano l’uso di icone, incensi, rituali e croci come forme di idolatria.

Inoltre, la struttura stessa della Chiesa ortodossa — con vescovi, patriarcati, liturgie solenni e una ricca simbologia — è agli antipodi rispetto alla semplicità e sobrietà delle Sale del Regno.

iv) Sono protestanti?

Anche in questo caso, la risposta è no: i Testimoni di Geova non sono protestanti, pur condividendo con essi l’idea di un ritorno al cristianesimo delle origini. Tuttavia, il protestantesimo storico (luterani, calvinisti, anglicani) sostiene concetti teologici totalmente incompatibili con la dottrina geovista.

I protestanti, infatti:

  • Credono nella Trinità;
  • Riconoscono Gesù come Dio incarnato;
  • Accettano la presenza dello Spirito Santo come persona;
  • Praticano la comunione e il battesimo come sacramenti.

I Testimoni di Geova:

  • Negano tutti questi punti;
  • Considerano le chiese protestanti parte del sistema religioso falso;
  • Non hanno pastori stipendiati, né culto liturgico, né feste religiose tradizionali (come Natale o Pasqua).

Anche se usano la Bibbia come unica fonte di verità, la loro interpretazione è molto diversa da quella protestante, e la loro organizzazione è molto più rigida e strutturata.

v) Sono ebrei?

No, i Testimoni di Geova non sono ebrei, né si identificano con il giudaismo. Tuttavia, attribuiscono grande valore all’Antico Testamento (che chiamano “Scritture Ebraiche”) e spesso citano i profeti, i salmi e i racconti della storia d’Israele per supportare le loro dottrine.

Pur rispettando le radici ebraiche della Bibbia, differiscono dagli ebrei in molti aspetti:

  • Accettano il Nuovo Testamento, mentre gli ebrei no;
  • Credono in Gesù Cristo come Messia, anche se non come Dio;
  • Predicano il Vangelo e credono nell’avvento del Regno di Dio.

Inoltre, non osservano la legge mosaica, né le feste ebraiche, né le regole alimentari. Non si identificano né con l’ebraismo ortodosso né con quello riformato, e non hanno legami storici, etnici o culturali con il popolo ebraico.

3. I Testimoni di Geova non sono cristiani?

a) Il rifiuto della Trinità

Uno dei pilastri centrali della fede cristiana è la Trinità. Tutte le Chiese cristiane principali — cattolica, ortodossa, protestante — affermano che Dio è Uno in tre Persone distinte ma uguali: Padre, Figlio e Spirito Santo.

I Testimoni di Geova negano radicalmente questa dottrina. Per loro, la Trinità è una falsità inventata nei secoli successivi alla morte degli apostoli, e contraria all’insegnamento biblico. Dio (Geova) è uno solo, Gesù è una creatura angelica (l’arcangelo Michele) e lo Spirito Santo è una forza attiva impiegata da Dio, non una persona divina.

Questo rifiuto è il motivo principale per cui i Testimoni di Geova non sono riconosciuti come cristiani da tutte le altre confessioni. La negazione della Trinità, infatti, colloca la loro dottrina fuori dal cristianesimo classico, e più vicina a forme di unitarismo o ad altre correnti religiose antiche ritenute eretiche.

b) La negazione della divinità di Cristo

Altra questione centrale è la divinità di Gesù Cristo. I cristiani credono che Gesù non sia soltanto il Figlio di Dio, ma Dio stesso fatto uomo, incarnatosi per la salvezza dell’umanità. Questa è una delle affermazioni di fede più importanti del cristianesimo, sancita fin dai primi concili ecumenici.

I Testimoni di Geova, al contrario, insegnano che Gesù è la prima creatura di Geova, e che ha avuto un ruolo subordinato sia prima che dopo la sua vita terrena. Non viene adorato, ma rispettato come “Figlio maggiore” e modello di obbedienza. Questo significa che non credono nella piena divinità di Cristo, e quindi non possono essere considerati cristiani nel senso classico del termine.

c) L’assenza dei sacramenti cristiani

Infine, un’altra marcata differenza riguarda i sacramenti, cioè quegli atti visibili attraverso cui il cristiano entra in relazione con Dio: battesimo, eucaristia, confessione, matrimonio, ecc.

I Testimoni di Geova non praticano alcun sacramento come atto di grazia. Il battesimo viene effettuato solo per immersione, non è considerato sacramento, ma una dichiarazione simbolica di appartenenza all’organizzazione. Non esiste una forma di comunione regolare: la “Commemorazione” annuale della morte di Cristo è l’unico rito celebrato, e solo una piccola élite (i cosiddetti “unti”) è autorizzata a partecipare pienamente.

L’assenza dei sacramenti è un elemento che li separa ancora di più dal cristianesimo tradizionale, dove questi atti sono parte essenziale della vita di fede e della salvezza.

4. Cosa significa essere cristiani?

Copertina Testimoni di Geova e Bibbia

Testimoni di Geova e Bibbia: Setta o Vera Religione?

Un’indagine profonda su dottrine, controllo mentale e testimonianze inedite. Il libro per chi vuole conoscere la verità dietro una delle religioni più controverse del nostro tempo.

Amazon Acquista il Libro su Amazon Acquista il Libro

a) Definizione storica e dottrinale

Il termine “cristiano” è antichissimo: appare per la prima volta nel Nuovo Testamento, negli Atti degli Apostoli, per indicare i discepoli di Gesù a Antiochia. Ma nel corso dei secoli, la definizione si è evoluta, specialmente in ambito teologico.
Secondo le principali confessioni, essere cristiani significa credere che Gesù è il Figlio di Dio, morto e risorto, e che la salvezza si riceve tramite la fede in Lui, sostenuta dalla grazia di Dio attraverso i sacramenti.

Il Credo niceno-costantinopolitano, accettato da tutte le Chiese storiche (cattolici, ortodossi, protestanti), afferma:

“Credo in un solo Signore Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, […] Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre.”

Questa formulazione non è facoltativa, ma costituisce il cuore dell’identità cristiana tradizionale. Chi la rifiuta — come fanno i Testimoni di Geova — si pone automaticamente al di fuori del cristianesimo storico, almeno secondo questa visione dottrinale.

b) Appartenenza nominale o sostanziale?

Qui si entra in una questione più sottile ma cruciale: basta dirsi cristiani per esserlo davvero?
Da un punto di vista sociologico, chi si riconosce in Gesù Cristo può definirsi cristiano. In questo senso, i Testimoni di Geova appartengono alla macro-categoria dei movimenti cristiani, anche se divergenti.

Ma da un punto di vista dottrinale e teologico, l’appartenenza al cristianesimo non è solo nominale: è sostanziale. Deve esserci coerenza con gli elementi fondamentali della fede cristiana, riconosciuti in duemila anni di storia. Per questo, molti studiosi e leader religiosi affermano che i Testimoni di Geova non sono cristiani, nonostante si definiscano tali, perché negano i fondamenti stessi della cristologia e della Trinità.

Il dibattito, quindi, ruota attorno alla differenza tra identità dichiarata e identità riconosciuta, tra forma esterna e contenuto teologico.

c) Il punto di vista del mondo accademico

Anche il mondo accademico offre punti di vista interessanti. Gli studiosi di religioni, più che prendere posizione ideologica, analizzano i movimenti religiosi secondo criteri storici, sociologici e teologici.

Molti classificano i Testimoni di Geova come un “nuovo movimento religioso cristiano non trinitario”, distinto dal cristianesimo ortodosso. Non li inseriscono nel cristianesimo classico, ma nemmeno li collocano fuori del tutto: li trattano come un caso a parte, una variante dottrinale nata da un’interpretazione rigorista e letterale della Bibbia, sviluppatasi negli Stati Uniti a fine ‘800.

In ambito universitario, si tende a non negare loro il diritto di definirsi cristiani, ma si evidenziano con chiarezza le divergenze fondamentali che li rendono teologicamente distanti dal cristianesimo delle origini e delle confessioni maggioritarie.

5. Esperienza personale dell’autore

a) Quando ti senti cristiano, ma il mondo ti dice di no

Durante gli anni in cui ero Testimone di Geova, mi sono sempre considerato un cristiano. Studiavo la Bibbia ogni giorno, parlavo di Gesù con chiunque incontrassi, cercavo di vivere secondo principi morali elevati, mi battevo per ciò che ritenevo giusto.
Eppure, ogni volta che incontravo un cattolico, un pastore evangelico o un prete, mi veniva detto che “non ero un vero cristiano”.

All’inizio pensavo che fosse solo ignoranza. Poi ho iniziato a pormi delle domande.
Com’era possibile che tutti — e sottolineo tutti — i cristiani che non facevano parte dell’organizzazione mi escludessero dal cristianesimo, mentre io ero convinto di essere nel giusto?

Poi ho capito. Non si trattava solo di un nome, ma di una visione completamente diversa di Cristo, di Dio, della salvezza.
Mi ero formato dentro un sistema che mi dava un’identità potente, ma chiusa, dove Gesù non era Dio, dove la grazia non esisteva, e dove la salvezza si guadagnava attraverso l’obbedienza assoluta all’organizzazione.

Uscito da quel mondo, ho scoperto che il cristianesimo, quello storico, è molto più ampio, più profondo, più libero. E ho capito che sentirsi cristiani non sempre coincide con l’esserlo, almeno secondo i criteri condivisi da due millenni di storia della fede.

6. Libri consigliati per approfondire

a) Testicoli di Genova: Cronache tragicomiche dal mondo delle visite a domicilio

Questo romanzo, ironico e disilluso, è molto più di una satira: è un viaggio dentro l’identità spirituale di chi ha vissuto come Testimone di Geova e ha poi scelto di uscirne. L’autore racconta episodi vissuti in prima persona, durante gli anni trascorsi nella predicazione porta a porta, mostrando il lato tragicomico ma anche profondamente umano di chi crede di portare la verità assoluta.

Con un linguaggio diretto, dissacrante ma mai gratuito, il libro svela le contraddizioni interne del movimento, il controllo mentale, l’omologazione dottrinale, e la difficoltà nel gestire la propria identità cristiana al di fuori dell’organizzazione. Una lettura utile per chi vuole comprendere davvero cosa significa “sentirsi cristiano” dentro una struttura che ti impone cosa credere, come pensare e persino cosa provare.

b) Testimoni di Geova e Bibbia: Setta o Vera Religione?

Per chi cerca un’analisi approfondita, documentata e accessibile delle dottrine dei Testimoni di Geova, questo libro è un punto di riferimento imprescindibile. L’autore, ex Testimone e oggi studioso delle religioni, affronta i principali temi teologici legati alla fede geovista, confrontandoli con il cristianesimo biblico e storico.

Partendo dalla domanda chiave — i Testimoni di Geova sono cristiani o no? — il testo sviscera i motivi per cui la loro teologia viene spesso considerata “fuori dal cristianesimo”, pur mantenendo una forte identità fondata sulla figura di Gesù. Vengono esaminate la Trinità, la divinità di Cristo, il significato della salvezza, e la questione dei sacramenti, con grande chiarezza e rigore.

Un libro ideale per chi vuole capire le differenze e formarsi un’opinione consapevole su uno dei movimenti religiosi più controversi del nostro tempo.

7. Conclusione

a) Cristiani sì, ma fuori dal cristianesimo storico

I Testimoni di Geova si definiscono cristiani. E da un punto di vista sociologico, non c’è nulla che impedisca loro di farlo: credono in Gesù, si basano sulla Bibbia, vivono secondo principi morali rigidi e si impegnano attivamente nella predicazione.

Ma quando si passa dall’autodefinizione al riconoscimento storico e teologico, la questione cambia. Le dottrine geoviste negano i cardini fondamentali del cristianesimo tradizionale, come la Trinità, la divinità di Cristo, i sacramenti, la grazia. Per questo motivo, la maggior parte delle confessioni cristiane li considera esterni al cristianesimo ortodosso.

Possiamo dunque dire che i Testimoni di Geova sono cristiani per sé stessi, ma non per il cristianesimo storico. E questa distinzione è essenziale, soprattutto per chi cerca chiarezza e verità nel proprio cammino spirituale.

b) Il diritto di definirsi non sempre basta

Viviamo in una società in cui ognuno ha il diritto di definirsi come vuole. Ma quando si parla di fede, identità religiosa e appartenenza a una tradizione millenaria, la coerenza dottrinale ha ancora un peso.
Non basta usare una parola: bisogna anche condividere i significati che quella parola porta con sé.

“I Testimoni di Geova sono cristiani?” La risposta più onesta è: sì, secondo loro. Ma no, secondo la visione cristiana storica.
Ed è proprio in questa tensione tra soggettività e oggettività che si gioca tutto il dibattito.

In definitiva, il diritto di definirsi non basta, se non è accompagnato da una reale comunione con il messaggio e la figura centrale del cristianesimo: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, secondo la fede tramandata da secoli.

Ora non mi resta che augurarti buona permanenza su Soldionline.biz!

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

Ti è piaciuto questo articolo? Allora lascia un commento!

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti piacciono i libri che fanno riflettere, emozionare o cambiare punto di vista?

Nella mia newsletter non invio pubblicità, ma solo novità sui miei libri già pubblicati e su quelli in uscita.
Se ami leggere o cerchi titoli che parlano davvero alle tue esigenze, iscriviti qui sotto.
Potresti trovare il prossimo libro che ti cambierà la vita.