Cosa Pensano i Testimoni di Geova della Trinità? Perché Rifiutano Padre, Figlio e Spirito Santo come un Solo Dio

da | 28 Mar 2025 | Crescita Personale, Religione, Sette Religiose

Per chi è cresciuto o ha avuto contatti con l’ambiente dei Testimoni di Geova, il rifiuto categorico della Trinità è uno dei primi punti dottrinali inculcati. Non si tratta solo di una diversa interpretazione teologica, ma di un vero e proprio pilastro identitario: credere nella Trinità equivale, nel loro insegnamento, ad accettare una dottrina pagana, ingannevole, incompatibile con la “vera adorazione”. Ma è davvero così? Chi ha ragione: il cristianesimo tradizionale che la professa da secoli, o i Testimoni che la rifiutano con fermezza?

In questo articolo analizzeremo cosa sia la Trinità secondo il pensiero cristiano, perché i Testimoni di Geova la respingono con tanto fervore, quali versetti utilizzano per supportare la loro visione e come presentano la figura di Dio, di Gesù e dello Spirito Santo. Ma ci sarà spazio anche per una riflessione personale, nata dal mio passato da Testimone e maturata nel tempo, quando ho iniziato a mettere in discussione non solo le dottrine, ma il bisogno stesso delle religioni di detenere il controllo della mente e della coscienza.

Alla fine ti suggerirò anche due libri — scritti da me — che smascherano con ironia e rigore critico le manipolazioni dottrinali di questo movimento. Perché credere o non credere nella Trinità è una scelta; imporre un’unica visione come “verità assoluta” è un problema.

1. I Testimoni di Geova credono nella Trinità?

a) Cos’è la Trinità secondo i cristiani

La dottrina della Trinità è uno dei pilastri fondamentali del cristianesimo tradizionale. Secondo questa concezione, Dio è un’unica essenza divina esistente in tre persone distinte ma coeterne e coeguali: il Padre, il Figlio (Gesù Cristo) e lo Spirito Santo. Non si tratta di tre dèi separati, ma di un solo Dio in tre persone. Questa definizione fu formalizzata nei primi secoli dopo Cristo, in particolare con il Concilio di Nicea (325 d.C.) e successivamente con il Concilio di Costantinopoli (381 d.C.).

Per la maggior parte delle chiese cristiane — cattolica, ortodossa e protestante — la Trinità è la chiave per comprendere la natura di Dio e il ruolo salvifico di Cristo. Ogni persona della Trinità è pienamente Dio, eppure non ci sono tre dèi, ma un solo Dio. Un mistero, certo, ma anche un concetto accettato con fede come rivelazione divina.

b) Perché i Testimoni la rifiutano come dottrina pagana

Per i Testimoni di Geova, la Trinità è molto più che un errore teologico: è una menzogna pericolosa. Secondo la loro interpretazione, questa dottrina non ha alcun fondamento biblico e sarebbe stata introdotta nei secoli successivi alla morte di Gesù, quando la cristianità iniziò a contaminarsi con influenze filosofiche greche e dottrine pagane.

Nei loro scritti, i Testimoni di Geova sostengono che il concetto di Trinità proviene da antiche religioni politeiste, che adoravano triadi di divinità. Per questo motivo, rifiutano categoricamente qualsiasi idea che possa anche solo suggerire che Gesù e lo Spirito Santo siano sullo stesso piano di Dio (che loro chiamano con il nome di Geova).

Il rifiuto è totale: credere nella Trinità, secondo loro, equivale a tradire il vero Dio e adorare un sistema religioso corrotto. È una dottrina che viene dipinta come confusa, illogica e contraria alla “semplice verità” della Bibbia.

2. Cosa dicono di Dio, Gesù e dello Spirito Santo?

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a) Dio (Geova) come unico vero Dio

Al centro della dottrina dei Testimoni di Geova c’è l’assoluta unicità e superiorità di Geova, che identificano come il Dio della Bibbia. Per loro, Geova è l’unico vero Dio, eterno, onnipotente e creatore di tutte le cose, compreso Gesù. Il nome “Geova” (una forma italianizzata del Tetragramma ebraico YHWH) è usato costantemente nei loro scritti, nelle loro preghiere e nelle loro pubblicazioni. Non è un dettaglio secondario: il nome Geova diventa un segno distintivo di “vera adorazione”, mentre chi usa genericamente “Dio” o “Signore” viene considerato parte di una cristianità deviata.

b) Gesù come creatura, non Dio

Uno dei punti più controversi della dottrina dei Testimoni di Geova è la loro visione di Gesù come creatura, e non come Dio. Secondo loro, Gesù è il Figlio di Dio, ma non è Dio stesso. È stato creato da Geova come la prima e più eccelsa delle sue creazioni, ed è identificato con l’arcangelo Michele. Questo significa che Gesù non è eterno né onnipotente, ma subordinato a Dio in tutto.

I Testimoni negano con forza che esista qualsiasi forma di uguaglianza tra Gesù e Geova. Anche dopo la sua risurrezione, Gesù resta un essere spirituale glorificato, ma mai al pari del Padre. Questo porta a una visione fortemente anti-trinitaria: Gesù non è parte di un Dio trino, ma un agente esecutivo del Padre, obbediente e separato.

c) Lo Spirito Santo come forza attiva, non persona

Infine, lo Spirito Santo non è per i Testimoni una persona divina, ma una forza impersonale, una sorta di energia con cui Geova compie la sua volontà. Per usare le loro parole, è la “forza attiva di Dio”, paragonabile al vento o all’elettricità, potente ma priva di personalità o volontà autonoma.

Questo significa che non pregano lo Spirito Santo, né lo considerano parte di Dio, ma semplicemente uno strumento al servizio del volere divino. Anche in questo caso, la posizione è in netta contrapposizione con quella della cristianità storica, che attribuisce allo Spirito Santo caratteristiche personali come il parlare, il guidare, l’intercedere.

3. Versetti usati per negare la Trinità

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a) Bibbia Traduzione del Nuovo Mondo e uso selettivo delle Scritture

Uno degli strumenti più potenti a disposizione dei Testimoni di Geova è la loro versione personalizzata della Bibbia, chiamata Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Questo testo, prodotto dalla Watch Tower Bible and Tract Society, è stato manipolato in modo tale da rispecchiare fedelmente la dottrina dell’organizzazione, piuttosto che una traduzione imparziale delle Scritture originali.

Un esempio emblematico è Giovanni 1:1. Dove la maggior parte delle traduzioni rende il versetto con: “Il Verbo era Dio”, la Traduzione del Nuovo Mondo scrive: “la Parola era un dio”. Questa modifica, apparentemente innocua, è in realtà una forzatura del testo greco originale che mira a negare la divinità di Gesù, coerentemente con la visione anti-trinitaria dei Testimoni. È solo uno dei tanti casi in cui la dottrina guida la traduzione, non viceversa.

Inoltre, la selezione dei versetti durante gli studi biblici è estremamente mirata e filtrata. I Testimoni vengono addestrati fin da subito a evitare certi passaggi e a citarne altri fuori contesto, costruendo una narrazione perfettamente funzionale alle tesi dell’organizzazione.

b) Le citazioni più frequenti nei loro opuscoli

Sfogliando le pubblicazioni della Torre di Guardia, si notano alcuni versetti ricorrenti utilizzati per “confutare” la Trinità. Uno dei preferiti è Giovanni 14:28, dove Gesù dice: “Il Padre è maggiore di me”. Questo passaggio viene citato come “prova” che Gesù non può essere Dio, dimenticando però che nella teologia trinitaria, Gesù nella sua incarnazione è sottomesso al Padre per funzione, non per natura.

Un altro versetto molto usato è 1 Corinti 15:28, dove si parla della sottomissione del Figlio a Dio dopo la fine del regno millenario. Anche qui, viene estrapolata una lettura letterale e isolata, ignorando l’insieme delle Scritture che affermano l’eternità del Verbo.

Viene citato anche Colossesi 1:15 (“il primogenito di tutta la creazione”) per dimostrare che Gesù è stato creato. Il termine “primogenito” viene letto come “primo ad essere creato”, quando in realtà il testo originale fa riferimento alla supremazia e all’autorità di Cristo, non alla sua origine temporale.

In sintesi, i versetti usati sono sempre gli stessi, sempre selezionati, sempre interpretati secondo una logica già precostituita. Non c’è dialogo aperto o confronto con altre prospettive: c’è solo il dogma.

4. Esperienza personale: dal terrore del dogma alla libertà di ragionare

a) Come mi insegnarono a ridicolizzare la Trinità

Ricordo perfettamente quando, da giovane Testimone, mi venne insegnato a ridicolizzare la Trinità. Non era una semplice dottrina su cui dissentire: era una “bestemmia teologica” da sbeffeggiare con sarcasmo e disprezzo. Durante gli studi biblici, venivano fatte analogie puerili, come “1+1+1 non fa 1 ma 3”, per dimostrare quanto fosse illogica e assurda la Trinità.

Ci veniva detto che chi ci crede era spiritualmente cieco, influenzato dal demonio, e che accettare questa dottrina significava schierarsi con Babilonia la Grande, l’Impero mondiale della falsa religione. E io, con la convinzione cieca di chi crede di essere nel giusto, ripetevo quegli slogan con sicurezza, senza rendermi conto che stavo semplicemente recitando ciò che mi era stato insegnato, senza aver mai veramente approfondito né compreso.

Il problema è che quella stessa arroganza dogmatica l’ho poi riscontrata anche nel cristianesimo tradizionale, nei catechismi cattolici, nei predicatori evangelici, nei difensori dell’ortodossia. Cambiano le sfumature, ma l’approccio è sempre lo stesso: annichilire il dubbio, ridicolizzare il pensiero critico, imporre una “verità” preconfezionata.

b) Quando ho capito che la verità non ha bisogno di etichette

Il momento di svolta è arrivato quando ho iniziato a togliere le etichette da tutto ciò che avevo imparato, chiedendomi: e se fosse tutto il sistema a essere marcio? Non solo i Testimoni di Geova con la loro ossessione dottrinale, ma l’intero impianto religioso basato su dogmi, gerarchie e “verità rivelate”.

Mi sono reso conto che la verità, se esiste, non ha bisogno di propaganda né di minacce spirituali. Non ha bisogno di chiese, congregazioni, fedeli ubbidienti o predicatori zelanti. La verità non ha bisogno di essere “creduta” per essere vera. Ha bisogno di essere cercata, vissuta, sentita.

È stato in quel momento che ho preso le distanze da ogni forma di cristianesimo. Non solo dal geovismo, ma anche dal cattolicesimo che mi aveva imposto il battesimo da neonato, e dalle sue mille contraddizioni mascherate da sacramenti. Mi sono sbattezzato, ho scelto la libertà di pensare con la mia testa, di dubitare, di dire “non so” quando non ho certezze. E ho capito che credere in un dogma perché “così dice la Bibbia” è solo un’altra forma di schiavitù mentale.

Oggi non mi interessa dimostrare se la Trinità sia vera o falsa. Quello che mi interessa è liberare le persone dalla paura di farsi domande, dalla sudditanza spirituale, dal bisogno di essere approvati da un’autorità religiosa.

5. Due libri per smascherare la manipolazione dottrinale

a) Testicoli di Genova: ironia e dissacrazione teologica

Testicoli di Genova è molto più di un titolo provocatorio: è un romanzo satirico e dissacrante che affonda la lama nel ventre molle delle dottrine religiose, smascherandone l’assurdità attraverso l’ironia e la narrazione. In questo libro, ho voluto raccontare il lato grottesco e tragicomico del mondo delle visite a domicilio dei Testimoni di Geova, riprendendo esperienze reali vissute in prima persona, ma trasfigurandole in chiave narrativa.

Il risultato è un’opera unica nel panorama letterario italiano: non un manuale dottrinale, ma un pugno allo stomaco travestito da commedia. Un modo per dimostrare che non serve argomentare contro la religione quando è la realtà stessa a diventare caricatura, se la si osserva senza filtri e con spirito critico. Il ridicolo delle credenze religiose emerge da solo, basta raccontarle senza reverenza.

Chi ha vissuto nell’ambiente dei Testimoni di Geova riconoscerà ogni dettaglio. Chi ne è sempre stato fuori, finalmente capirà quanto assurda e alienante possa essere quella realtà. E, soprattutto, scoprirà quanto sia potente il potere dell’ironia come strumento di liberazione.

b) Testimoni di Geova e Bibbia: la Trinità sotto accusa

Il secondo libro è Testimoni di Geova e Bibbia: Setta o vera religione?, un saggio critico e documentato che analizza in profondità le dottrine geoviste, smontandole con metodo e fonti alla mano. Tra i tanti temi trattati, uno dei più spinosi è proprio quello della Trinità.

In questo testo affronto il modo in cui i Testimoni manipolano il testo biblico per negare la divinità di Cristo, mostrando le incongruenze della loro Traduzione del Nuovo Mondo e l’uso selettivo delle Scritture. Ma non solo: metto a confronto l’ideologia della Torre di Guardia con il pensiero critico, dimostrando come dietro il rifiuto della Trinità non ci sia una presunta “fedeltà alla Bibbia”, ma una costruzione dottrinale funzionale al controllo mentale e all’identità settaria.

Non si tratta di difendere la Trinità — dottrina che anch’io considero figlia di secoli di manipolazione teologica — ma di denunciare l’ipocrisia di chi pretende di difendere la “verità” a colpi di versetti tagliati e riscritti.

Questo libro non è per chi cerca conferme, ma per chi ha il coraggio di mettere tutto in discussione.

6. Conclusione: Trinità o no, il problema è il bisogno di controllare

Alla fine, che tu creda o meno nella Trinità, il vero problema non è dottrinale ma strutturale. È il bisogno — tutto umano — di costruire sistemi rigidi, di controllare il pensiero, di ridurre la complessità a formule dogmatiche. Che sia la Trinità cattolica, l’anti-Trinità geovista o qualsiasi altra dottrina imposta, il risultato è sempre lo stesso: repressione del dubbio, demonizzazione del dissenso, annientamento dell’individuo.

Le religioni organizzate non si limitano a offrire risposte: le impongono, spesso con un sorriso, altre volte con il senso di colpa o la minaccia dell’“Armaghedon”. Ma sotto sotto, il meccanismo è sempre identico: creare bisogno, offrire soluzione, legare a sé.

Io ho scelto di spezzare quella catena. Non per abbracciare una nuova verità assoluta, ma per vivere senza bisogno di una. Non ho sostituito la fede con un’altra fede, ho sostituito la certezza con la libertà. E oggi mi sento infinitamente più umano.

Trinità o no, nessuna dottrina vale la perdita della propria autonomia di pensiero.

Foto Luca Catanoso

Luca Catanoso

Blogger e scrittore, autore di numerosi libri pubblicati su Amazon. Racconto storie emozionanti di animali, approfondisco tematiche di storia militare, sviluppo personale e molto altro ancora. La mia missione è ispirare, informare e coinvolgere attraverso la scrittura.

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